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Noir Film Festival 2010 - Carlos

Pubblicato il 9 dicembre 2010 da Antonio Valerio Spera


Noir Film Festival 2010 - Carlos

Ilich Ramirez Sanchez, più noto a tutti semplicemente come Carlos, è una delle figure centrali nella storia del terrorismo internazionale degli anni ’70 e ’80, che ha agito su diversi fronti, dall’attivismo propalestinese fino a lavorare per l’Armata Rossa Giapponese. Olivier Assayas decide di portare sullo schermo la sua vita in un film fiume, cinque ore e mezza che cercano di ripercorrere le tappe della sua carriera terroristica nella maniera più fedele e verosimile possibile. Lo stesso regista, però nella schermata iniziale del film, che precede i titoli di testa, ci tiene a precisare che il film tende a romanzare la realtà e che non vuole assolutamente offrire una propria versione dei fatti ancora oggetto di processi.
Carlos è stato presentato nella sua versione integrale per la prima volta all’ultimo Festival di Cannes non senza suscitare polemiche e reazioni. La reazione più clamorosa sebbene attesa è stata quella dello stesso Sanchez, che dal carcere ha sfrecciato non poche critiche al biopic, accusandolo di travisare la verità. Le polemiche invece, oltre alla scontata critica rivolta al regista per aver, secondo alcuni, rappresentato il personaggio con troppo compiacimento, quasi fosse un eroe, riguardavano soprattutto l’esclusione del film dal concorso ufficiale delle kermesse. Ma sicuramente sulla decisione dei selezionatori è pesata la scelta di Assayas di realizzare un doppio prodotto, un film in due versioni, una televisiva ed una cinematografica di poco più di due ore. Ma se dunque a Cannes ed ora a Courmayeur al Noir Festival, abbiamo ammirato la splendida edizione di 333 minuti, lo scorso Festival di Roma ha proposto come evento speciale Carlos - Il film, la versione ridotta per il cinema di due ore e quaranta, un’opera diversa, che perde sicuramente il fascino dell’epopea della versione completa e che appare di conseguenza molto più ellittica e sintetica. Nonostante il livello rimanesse altissimo, noi comunque continuiamo a preferire la sua versione originale e completa. Assayas infatti tocca uno dei punti più alti della sua filmografia, sfiorando i cieli del capolavoro, dipingendo un affresco dell’Europa degli anni ’70-‘80 veritiero ed avvincente. C’è una straordinaria ricerca storica alla base della realizzazione di Carlos. Una ricerca che avvicina molto il film alla realtà e che lo impreziosisce di dettagli. Ma se da una parte c’è un forte legame con la verità storica (a cui contribuisce anche l’uso dei telegiornali dell’epoca), dall’altra c’è una spettacolarità travolgente. Non c’è un attimo di pausa nel racconto. Gli eventi si susseguono con una velocità disarmante, attraverso una narrazione ellittica che salta da un fatto ad un altro, da un anno a quello successivo, senza perdere pezzi per strada, senza lasciare buchi e soprattutto senza lasciare spazio a sequenze inutili.
Tra Romanzo Criminale e La banda Baader-Meinhoff, Carlos è un tripudio di adrenalina, un carosello di personaggi straordinari, un continuo di sparatorie, morti, attentati. C’è tanto sangue, armi di tutti i tipi; piani terroristici studiati minuziosamente; c’è sesso, ci sono i sentimenti. C’è tutto quello che uno spettatore vorrebbe vedere sullo schermo, sotteso però da una profonda riflessione sul nostro passato e sul nostro presente. Ed in più c’è un grande attore come Edgar Ramirez, che porta sulle spalle il peso di un personaggio scomodo e di una storia tanto coinvolgente quanto tragica. Un attore che sa sfruttare corpo, volto e voce. Un’interpretazione intensa e memorabile.


CAST & CREDITS

(Carlos) Regia: Olivier Assayas; sceneggiatura: Olivier Assayas, Dan Franck; fotografia: Yorick Le Saux, Denis Lenoir; montaggio: Luc Barnier, Marion Monnier; costumi: Francois Clavel; interpreti: Edgar Ramirez, Alexander Scheer, Nora von Waldstätten, Ahmad Kaabour, Christoph Bach; produzione: FILM EN STOCK, EGOLI TOSELL FILM; distribuzione: Studio Canal; origine: Francia, Germania; durata: 333’.


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