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NOTTE SENZA FINE

Pubblicato il 18 novembre 2004 da Antonio Pezzuto


NOTTE SENZA FINE

Che dire di un film dove quattro personaggi escono dal buio e con voce stentorea che manco Vittorio Gassman nei suoi momenti più cerebrali, recitano tre testi scritti da tre autori di culto (piccolo borghese) ossia Kureishi, Ben Jelloun e Maalouf, a proposito di amore, tradimento e incesto? Che dire? se non che delle volte (ossia quando è fatto male) il cinema di poesia è di una noia sconsolante, per la sua incapacità a colpire il cuore, per la sua incapacità a tenerci svegli, negli occhi, nel cuore e nella testa, e per il suo triste fermarsi alla superficie del cervello (di chi guarda e di chi è guardato), organo al quale diamo tanta importanza, ma solo perché è lui, il cervello, che pensa questo di se stesso. Notte senza fine dura 80 minuti. E’ stato realizzato da Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale della Bompiani, autrice di documentari e corti a volte anche interessanti, che questa volta ha prodotto un lavoro di una verbosità desolante, pretenzioso e sterile, costringendo attori di chiara fama, a uno sforzo che spesso li porta a dover essere troppo sopra le corde. Cinema di poesia, impianto scenico teatrale, atmosfere caravaggesche. Tutto quello di male che abbiamo scritto a proposito del film giapponese Casshern, lo si potrebbe dire anche in questa occasione. Saremo prevenuti e partigiani. Forse siamo integralisti e presuntuosi. Ma per noi, il cinema è - e deve essere - un’altra cosa.

[novembre 2004]

regia, sceneggiatura: Elisabetta Sgarbi soggetto: Hanif Kureishi, Tahar Ben Jelloun, Amin Maalouf fotografia: Elio Bisignani montaggio: Luciano Marenzoni interpreti: Galatea Ranzi, Toni Servillo, Laura Morante, Anna Bonaiuto produzione: Istituto Luce, Betty Wrong origine: Italia 2004 durata: 80’

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