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Piccole cose di valore non quantificabile

Pubblicato il 4 dicembre 2012 da Sabrina Mascellari
VOTO:


Piccole cose di valore non quantificabile

Tra i registi di punta della nuova commedia italiana non possono mancare i nomi di Paolo Genovese e Luca Miniero, due amici e due autori che hanno conquistato pubblico e botteghino grazie ad alcune commedie di grande successo. Il primo con Immaturi (e relativo sequel), e in questi giorni nelle sale con Una famiglia perfetta, e il secondo con le avventure di Bisio e Siani in Benvenuti prima al Sud e poi al Nord, solo per citare quelle più recenti. Alla fine degli anni novanta i due registi hanno cominciato in tandem a confrontarsi con la settima arte in un sodalizio artistico che si è tradotto nella firma e direzione di alcuni cortometraggi, come Incantesimo napoletano, diventato nel 2002 un “lungo” di debutto al cinema, e Piccole cose di valore non quantificabile del 1999, prodotto da Gianluca Arcopinto per Zebra Production, vincitore di numerosi premi. Cosa sono le piccole cose di valore non quantificabile del titolo poco cinematografico che desta curiosità? E’ quello che lo spettatore si domanda non appena sfumano i titoli di testa e si trova, dopo una panoramica notturna di Roma, in un ufficio dei carabinieri in cui Francesca, ragazza ingenua e malinconica, denuncia il furto di tutti i suoi sogni al brigadiere di turno il quale, ligio al dovere che la sua divisa impone, tenta di tradurre in termini giudiziari e burocratici le curiose affermazioni della donna, per redigere un verbale chiaro, preciso e circostanziato. Le prime battute tra i due personaggi inducono a chiedersi dove il racconto andrà a parare e se per caso non ci si trovi di fronte ad un soggetto surreale con tinte kafkiane o ad una specie di sciarada umoristica tutta da svelare. Ma i minuti scorrono e si comincia a mettere a fuoco che le piccole cose di valore rubate sono in realtà i sentimenti, l’innocenza e la fiducia devastate da una violenza impossibile da verbalizzare, condividere e persino denunciare se non attraverso metafore e perifrasi. Una violenza odiosa e difficile da accogliere anche da chi è tenuto a prenderne atto solo per ragioni d’ufficio, come il carabiniere in servizio, un uomo semplice, in apparenza distante e limitato, che riesce però a comprendere con empatia il “danno” subito dalla giovane donna e ad affermarne la ripugnante natura in un finale inatteso e toccante. Tradurre il tema della violenza in racconto filmico non è sempre agevole: le insidie sono tante e si rischia si sbagliare i registri cadendo, ad esempio, nella trappola di un eccessivo realismo che crea disagio o nel patetismo fine a se stesso, manierato e disturbante. Genovese e Miniero riescono bene nell’impresa e dirigono un cortometraggio di dieci minuti dai contenuti forti e lo stile delicato, equilibrato, senza però fare sconti sul tema della violenza e ponendo l’accento sull’incomunicabilità dei drammi individuali e sulla paura di raccontarli di chi li subisce. Il racconto è ben scritto e sceneggiato in un quadro dai toni teatrali attenuati da campi, controcampi, soggettive e semisoggettive che tengono alta l’attenzione, e in dialoghi incisivi con alcuni passaggi umoristici. La fotografia è appropriata nei suoi chiaroscuri che sottolineano sia l’intimità della situazione che l’ottima interpretazione dei due protagonisti, vale a dire, Fabrizia Sacchi che concentra tutta la sua espressività nello sguardo profondamente triste di Francesca, e Gianni Ferreri, eccezionale come brigadiere dei carabinieri e abile nel “confondere le acque” alternando espressioni che fanno sorridere ad altre più intense e drammatiche. Piccole cose di valore non quantificabile si chiude con un bel commento musicale, stile Satie, di Francesco Lanzillotta e quello che lascia è un po’ di amarezza per l’epilogo imprevisto ma anche un senso di stima verso gli autori per aver saputo raccontare una storia altrimenti atroce con poesia, garbo e rispetto.

Tweeting: Un breve Kammerspiel dal valore non quantificabile sul tema della violenza subita e difficile da condividere raccontato con sensibilità, poesia e delicatezza.

Where to: Su YouTube all’indirizzo http://youtu.be/tOMHEAmirIY.


(Piccole cose di valore non quantificabile); Regia: Paolo Genovese, Luca Miniero; sceneggiatura: Paolo Genovese, Luca Miniero; fotografia: Arnaldo Catinari; montaggio: Paola Freddi; musica: Francesco Lanzillotta; interpreti: Gianni Ferreri, Fabrizia Sacchi; produzione: Zebra Production; origine: Italia, 1999; durata: 10’


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