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Ost - Callas for ever

Pubblicato il 22 settembre 2002 da Alessandro Izzi


Ost - Callas for ever

Franco Zeffirelli ha ribadito, a più riprese, che lo scopo ultimo di un film come Callas forever doveva essere quello di presentare, alle nuove generazioni, una delle voci più straordinarie che la lirica abbia mai avuto: Maria Callas, appunto! Dopo la visione del film (se si è riusciti a soffocare, qua e là qualche legittimo scoppio di risa suscitato dalle ingenerose approssimazioni di una regia incredibilmente dilettantesca) e dopo l’ascolto del CD con le musiche in esso utilizzate, viene spontaneo il pensiero che, forse, sarebbe bastato, pur con i suoi limiti, il solo disco, dati gli esiti assai deludenti della pellicola. Il criterio che guida la scelta dei brani presentati nel CD è (e qui sta uno dei principali motivi di delusione di un’operazione discografica altrimenti valida ed interessante) in tutto e per tutto analoga a quella che determina la programmazione/compilation degli inarrivabili concerti dei tre tenori che funestano con scadenza annuale le programmazioni dei nostri palinsesti televisivi. Come per le sublimi pacchianate di Pavarotti, Carreras e Domingo, quello che conta essenzialmente è l’immediata orecchiabilità del brano, la sua capacità di solleticare le corde di una memoria collettiva che non ha ancora del tutto obliato alcuni dei più grandi capolavori del passato (spesso per merito-demerito della pubblicità televisiva che non esita a trasformare i più sublimi brani in banali jingle), la sua, insomma, immediata commerciabilità. Proprio per questo, allora, troviamo, in questo disco, in bella successione e sublimemente eseguiti dalla Callas, brani pucciniani dalla Madama Butterfly (Un bel dì vedremo) e dalla Tosca (un frammento del mirabolante finale), estratti dalla Carmen di Bizet (che fornisce gran parte del materiale musicale utilizzato nella pellicola) e un’immancabile Casta diva di Bellini (da Norma). Il semplice appassionato di lirica (che ha già se non altro qualche disco della Callas nella sua discoteca personale) non può non rabbrividire di fronte alla banalità di cotanta scelta e non può non restare amareggiato di fronte a quella che resta sostanzialmente un’occasione perduta. Il neofita (ne prevediamo pochi purtroppo) si accosterà, invece, a questa compilation con una certa curiosità, apprezzerà senza capire le sublimi vette interpretative in essa custodite e, con qualche difficoltà, comprerà, in futuro, qualche altra compilation di arie d’opera... forse un’opera intera che ascolterà chiedendosi, continuamente, il perché di tanto inutile spazio quasi recitato tra una “canzone” e l’altra. Zeffirelli sembra non capire che ciò che ha fatto grande la Callas non è stata solo la sua splendida voce, ma anche la sua capacità straordinaria di gestirla in una serie di ritratti psicologici (quelli dei personaggi che andava ad interpretare) di incredibile profondità e sottigliezza. La grandissima cantante non era soltanto un’ugola pronta per il mercato discografico, ma era, soprattutto, una splendida attrice, un vero e proprio animale da palcoscenico che si esprimeva con il corpo tanto quanto con la voce (basta vedere le fotografie di scena per capirlo). Presentando qualche bella aria del suo repertorio, isolata dal contesto narrativo che la stessa cantante aveva contribuito a creare, Zeffirelli tradisce la passione pedagogica che andava sbandierando e tradisce la stessa Callas di cui fornisce un ritratto lacunoso e storicamente inattendibile. Per quel che concerne le musiche originali composte per il film è da dire che Alessio Vlad, che presta la sua opera solo per brevi momenti di puro e semplice commento, si lascia soffocare dal sentimentalismo fine a se stesso di uno Zeffirelli in vena di rievocazioni assai personali. Il primo brano (nel CD è il track 2: Callas forever) è un trionfo di sentimentalismi di bassa lega con un’orchestra d’archi che accompagna con le sue eteree atmosfere il melodiare di un pianoforte solista come in un brano minore di Faurè. I preziosismi della scrittura pianistica si adagiano, in questo caso, in un discorso assai esteriore che lascia piuttosto freddi. Un respiro da piano intermezzo operistico si respira nel track 13 (Picnic) in cui l’orchestrazione accurata (nella parte finale) del tema principale riscatta, alla lunga, il suo largo melodiare. Dissonanze angosciose ed espressionistiche si aprono inaspettatamente nel track 15 (Maria e Larry) lasciando al pianoforte solo echi lontani, ma è solo un momento all’interno di una musica dal salottiero ritmo di una danza seduttiva. In complesso le musiche di Vlad non sono proprio male, sono le immagini per cui nascono a rovinarle. Qualcuno ha detto che Callas forever è un film da vedere con gli occhi chiusi per non permettere alle immagini di funestare la sublime voce della Callas. A questo punto meglio compare il CD. Eviterete i dialoghi imbarazzanti che il regista impone tra un’aria e l’altra, ma vi perderete Fanny Ardant che resta sempre uno spettacolo per gli occhi e per il cuore.

Titolo: Callas forever; Maria Callas (soprano); Nicolai Gedda (tenore); Orchestre e direttori vari; Etichetta: EMI

Tracklist:

1 Puccini: Un bel dì vedremo (Madama Butterfly) 2 Vlad: Callas forever 3 Puccini: O mio bambino caro (Gianni Schicchi) 4-7 Bizet: Prelude - Habanera (Carmen) 8 Bizet: Gypsy song (Carmen) 9 Bizet: Flower song 10- 12 Bizet: March and Chorus - Finale (Carmen) 13 Vlad: Picnic 14 Verdi: Libiamo, ne’ lieti calici (La traviata) 15 Vlad: Maria and Larry 16 Puccini: Vissi d’arte (Tosca) 17-18 Puccini: Tosca (finale) 19 Bellini: Casta diva (Norma)

[settembre 2002]


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