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OST - DAS PARFUM

Pubblicato il 7 ottobre 2006 da Alessandro Izzi


OST - DAS PARFUM

Per Profumo- Storia di un assassino, il team di compositori formato da Tom Tykwer (anche regista), Reinhold Heil e Johnny Klimek si rifà alla grande tradizione sinfonica impressionistica, appena corretta con qualche invenzione più spiccatamente novecentesca.
È chiaro, anche dalla visione della stessa pellicola, che agli autori di questo film non interessa più di tanto la logica razionale e meditata dell’operato del protagonista. In barba al senno illuministico che guida il meccanismo di conservazione dei profumi, in barba all’ambientazione della pellicola e del libro (quel 1766 che in Francia era ancora sinonimo di Enciclopedia e spirito volteriano), regista e compositori vedono nel giovane Grenouille una sorta di preromantico e adeguano i brani musicali prima di tutto all’espressione del sentimento che deve essere alla base delle sue azioni e che deve motivare il racconto.
La loro e l’esaltazione, già molto ottocentesca, dello spirito di genio, la ridefinizione del concetto di sublime che potrebbe sembrare legata alle di poco successive riflessioni del Kant della Critica del Giudizio, ma che, alla fine, coglie nell’immagine dell’artista (perché tale è Grenouille) schiacciato dal peso della sua percezione eccezionale degli odori (un senso sopra gli altri, quindi) una figura più spiccatamente nicciana e quindi novecentesca.
Il film, insomma, con le sue utopie sensistiche, con le sue logiche assolutamente sinestetiche si muove con baldanza in territori affini al grande Decadentismo europeo e i riferimenti per comprendere il senso delle musiche composte a commento sono da ricercarsi tutti tra il Debussy meno innovatore e lo Scriabin sinfonico.
Gli autori prendono, quindi, possesso di tutta una serie di artifici retorici, quasi stessero inseguendo l’utopia, in parte parallela a quella di Grenouille, di comporre una sorta di piccolo inventario di tutte le possibilità musicali di conservare, all’ascolto, il sentimento dell’odore attraverso le scelte timbriche, le armonie continuamente cangianti ed indefinibili e il ricorso a ritmi sospesi, impalpabili e quasi annullati in un flusso sonoro che si fa spesso senza tempo.
Chiaramente, private del sostegno delle immagini per cui sono nate e che devono completare, le musiche del film perdono, su disco, parte del loro fascino ammaliante e finiscono, in alcuni casi, per divenire un po’ troppo generiche. È il caso, ad esempio, del secondo track (Streets of Paris) che, senza il sostegno delle immagini viscide, scure e maleolenti del film, con il loro montaggio serrato, perde quel senso di spiacevolezza che avevamo percepito alla visione del film e che si conserva appena solo nell’incipit con il pedale dissonante degli archi appena increspato da un clarinetto che punteggia un richiamo di due note che non sarebbe dispiaciuto al Mahler della Prima sinfonia. Poi entrato in campo il tema principale dapprima al pianoforte, poi col pieno degli archi e, infine, enfaticamente raddoppiato dal tono più acidulo della tromba, ogni sensazione spiacevole si dissipa nel pieno del canto e della melodia.
Sarà, comunque, proprio il richiamo del clarinetto a definire il senso ultimo dell’ostinazione di Grenouille che verrà più avanti restituita in orchestra da una nota ribattuta perennemente dal glockenspiel (track 4: Grenouille’s childhood), mentre la musica si muove in sinuosità tra seducenti glissando, evanescenti cori in distanza e scalette ascendenti e discendenti degli archi puntellati dal piano.
La voce femminile gioca, nel corpo delle composizioni, un ruolo di primaria importanza e non poteva essere altrimenti visti i risvolti delittuosi del racconto. Nel track 3 (The girl with the plums) è proprio un melisma lontano della voce femminile ad introdurre la scoperta di Grenouille degli odori piacevoli e ad aprire il discorso della necessità della conservazione degli odori. Poi quando l’orchestra si appropria del tema femminile, assegnandolo al timbro sognante degli archi, si ha davvero l’impressione di ascoltare un Debussy redivivo.
Nel track 9 la presenza della voce si fa meno coloristica e prende le dimensioni di una vera e propria aria aperta e poi sostenuta da un impressionante tremolo degli archi che dà un senso di trepidazione tutto romantico appena alleggerito da modulazioni delicatissime che conducono ad uno slancio verso l’alto sottolineato dai fiati. È la traccia, forse, più suggestiva di tutto lo score.
Quando, poi, si abbandonano le logiche sognanti della percezione e dell’emozione e la musica comincia (siamo ben oltre la metà del film) a commentare l’azione, il discorso si fa di colpo meno pregnante ed originale.
Ancora affascinante è il track 10 (The method works!) con il glockenspiel che come abbiamo visto porta il tema dell’ostinazione mentre l’orchestra ricerca dissonanze e timbri scuri (pesanti note dei fagotti).
Il track 15 (The perfume) porta alle estreme conseguenze la logica impressionista con continui glissando (che danno il senso del permanere cangiante di un odore) e un proliferare alla Ravel di Ma Mere l’Oye di timbri e notine. In sintesi una colonna sonora interessante che merita l’ascolto.

Autore: Tom Tykwer, Reinhold Heil e Johnny Klimek; Titolo: Das Parfum; Etichetta: EMI; Esecutori: Berliner Philarmoniker

Tracklist: 1) Prologue - The Highest Point 2) Streets Of Paris 3) The Girl With The Plums 4) Grenouille`s Childhood 5) Distilling Roses 6) The 13th Essence 7) Lost Love 8) Moorish Scents 9) Meeting Laura 10) The Method Works! 11) Grasse In Panic 12) Richis`s Escape 13) Laura`s Murder 14) Awaiting Execution 15) The Perfume 16) The Crown Embrace 17) Perfume - Distilled 18) Epilogue - Leaving Grasse


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