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Ost - Harry Potter and the prisoner of Azkaban

Pubblicato il 18 luglio 2004 da Alessandro Izzi


Ost - Harry Potter and the prisoner of Azkaban

La musica di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban assolve, nell’economia complessiva della pellicola che va a commentare, due funzioni diverse eppure complementari. In primo luogo essa deve creare un preciso sfondo storico entro cui far vivere i vari personaggi del racconto ed entro cui far respirare l’intera vicenda narrata. In altre parole essa deve, in certa misura, sfondare letteralmente la bidimensionalità dell’immagine cinematografica ponendosi nei suoi confronti in una logica particolare ed ambigua, quasi fosse il tentativo di creare, attraverso la sua profondità e temporalità, una sorta di prospettiva illusoria. Per fare questo John Williams ricorre ad una serie di soluzioni musicali assolutamente originali che, pur mantenendo precise correlazioni tematico-musicali con le musiche composte per i due episodi precedenti, si distaccano di fatto completamente da quanto finora posto a commento delle vicende dello sfortunato maghetto. Un primo evidente sintomo di questa preoccupazione storicistica della musica lo troviamo esemplarmente espresso nel brevissimo e geniale Double trouble (track 5) che, per la prima volta nella serie, si presenta come un vero e proprio brano di musica diegetica (composto in altre parole per essere eseguito direttamente sulla scena). Nel tono di una carola natalizia (di certo debitrice dei cori per voci bianche di Britten, ma anche di molta polifonia profana tardo medioevale), Williams musica con arguzia alcuni versi shakespeariani tratti dalla seconda apparizione delle streghe nel Macbeth. Centrato prevalentemente sulle voci pari dei bambini, la musica sfodera un’orchestrazione trasparente su cui dominano i timbri barocchi di flauto e clavicembalo. La scelta del testo non è, comunque, casuale anche se, a tutta prima, sembra dipendere essenzialmente dal contenuto dei versi che parlano di calderoni ribollenti e lingue di serpente. In realtà, però, quando si ascolta la splendida rielaborazione del tema principale di questa canzone nello straordinario track 9 (Secret in the castle) che parte nella rarefatta atmosfera del pizzicato orchestrale con la melodia in primo piano nelle percussioni dello xilofono, ci si accorge subito che l’adesione alla mitologia shakespeariana non è così accessoria come era sembrato a tutta prima. Se, infatti, il tema principale della scena tratta dalla tragedia era il bisogno di rompere il velo di illusione creato dalle parole delle streghe, il tema della scena commentata in questo track è l’identico bisogno, da parte di Potter, di scoprire quelle verità che il mondo stregonesco continua a tenergli nascoste. Il tema carolante continua, comunque, anche nel track successivo (The portrait gallery) e si risolve, infine, nella sapienza manierata dell’eccellente Hagrid the professor che ritrova squisite atmosfere medioevali: entrambi dimostrazioni del bisogno di dare credibilità storica ai vari brani di commento della pellicola. La seconda funzione della musica è dichiaratamente psicologica, essa deve, insomma dare spessore alle emozioni del personaggio principale. Per far questo Williams è consapevole di dover di fatto ricostruire dall’interno il tema musicale da sempre associato al mondo fanciullesco di Harry (l’ormai celebre Hedwig’s theme che compare ad apertura del cd nel track 1: Lumos!) per avviarlo nella confusione e nelle angosce dell’adolescenza. Il compositore scopre, per questo, nel proprio personaggio un disperato anelito verso un qualcosa di non chiaramente definibile: un romantico Sensucht che non sembra mai capace di trovare riposo. Primo evidente sintomo di questa preoccupazione lo troviamo dell’intenso track 7 (A window to the past) che parte come dolente assolo del flauto per poi propagarsi nella compagine orchestrale. Il tema principale di questo track è, ovviamente, una diretta derivazione dell’Hedwig’s theme (con cui si miscela efficacemente durante il pieno orchestrale della parte mediana del brano) e diventa ben presto la pietra miliare di tutto lo score pensato da John Williams. Il senso di Sensucht diventa, poi, palese nel modo assolutamente antiretorico con cui Williams musica la scena del volo di Harry sulla groppa di Fierobecco (Buckbeak’s flight) tutto tenuto su tonalità minori quasi a suggerire la tristezza implicita anche nell’esaltazione del volo. Ma il momento in cui la cosa si fa più palese è nello splendido finale quando l’evocazione del patronus non viene resa nei toni trionfalistici che noi tutti ci saremmo aspettati, ma trova gli accenti giusti in un sobrio coro medievaleggiante che aspira alla trasparenza di certe pagine di Hildegard von Bingen per poi trascolorare magicamente (è il caso di dirlo) nella malinconia del flauto solista già ascoltato nel track 7. Altrove troviamo i frutti di un solido artigianato che brilla nel ticchettante track 18 (Forward to time past) e che si fa geniale nella spigolosità quasi stravinskiana dello straordinario track 3 (The knight bus). Un capolavoro!

Autore: John Williams; Titolo: Harry Potter and the prizoner of Azkaban; Etichetta: Nonesuch

Tracklist:

1) Lumos! (Hedwig’s Theme) 2) Aunt Marge’s Waltz 3) The Knight Bus 4) Apparition on the Train 5) Double Trouble 6) Buckbeak’s Flight 7) A Window to the Past 8) The Whomping Willow and the Snowball Fight 9) Secrets of the Castle 10) The Portrait Gallery 11) Hagrid the Professor 12) Monster Books and Boggarts! 13) Quidditch, Third Year 14) Lupin’s Transformation and Chasing Scabbers 15) The Patronus Light 16) The Werewolf Scene 17) Saving Buckbeak 18) Forward to Time Past 19) The Dementors Converge 20) Finale 21) Mischief Managed!

[luglio 2004]


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