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Ost - La finestra di fronte

Pubblicato il 20 giugno 2003 da Alessandro Izzi


Ost - La finestra di fronte

La musica composta da Andrea Guerra per il film del regista italo turco Ferzan Ozpetek è l’ultimo capitolo di una collaborazione sempre più feconda e, al tempo stesso, una delle colonne sonore del recente cinema italiano più riuscite e compatte. Se il modello di collaborazione tra compositore e cineasta si ricolloca per certi aspetti nel solco già inaugurato, in Spagna, da Almodovar con Iglesias (un percorso, questo, caratterizzato da un certo sincretismo culturale che fonde in un unicum assai compiuto le esperienze della musica popolare e della canzonetta d’autore con le volute melodiche ed orchestrali della tradizione ottocentesca e melodrammatica), è da dire che però i risultati conseguiti per questo La finestra di fronte riescono a liberarsi rapidamente di ogni improprio confronto per assumere, all’orecchio dell’ascoltatore, una propria autonomia ed una propria posizione originale. Sicché non deve stupire, in fondo, come riescano a non suonare improbabili accostamenti inaspettati come quello che mette a brevissima distanza il bellissimo track 4 (Historia de un amor di Guadalupe Pineda con Los Tres Ases: una vera e propria canzone d’autore) e il track 6 (Il confronto) che è invece un brano d’opera lirica con tanto di soprano appoggiato su un discreto e doloroso accostamento orchestrale con violino obbligato. Il sincretismo culturale cui facevamo cenno non coinvolge solo, comunque, il modo brillante con cui vengono messi a contatto brani composti specificamente per il film con opere preesistenti (che, in rispetto al tema del film, riguardano, ovviamente, la cultura ebraica, ma non solo), ma coinvolgono anche la strutturazione dei singoli brani composti da Andrea Guerra. Basti vedere il track d’apertura (La finestra di fronte), per rendersene conto più che compiutamente. Aperto dalla contrapposizione di accordi ribattuti al pianoforte e di brevi sospiri del resto dell’orchestra, il brano non tarda molto a presentare il tema portante dell’intera composizione (una breve voluta discendente che sembra quasi voler negare la propria vocazione al tematismo nel momento stesso in cui la presenta) che viene affidato prima agli archi gravi e poi allo stesso pianoforte mentre, nella compagine orchestrale, fanno la loro comparsa in maniera solo apparentemente incongrua bassi e batteria. La successiva rielaborazione del materiale armonico-tematico è affidata, invece che alla classica orchestra, a strumenti elettronici che danno a questa sezione mediana un sapore stralunato e sperimentale al tempo stesso. Frammenti del tema portante conducono, infine, con perfetta continuità alla ripresa del tema principale appena modificato nella sua orchestrazione (scompaiono i sospiri dell’orchestra, si acuisce la presenza di strumenti elettronici), garantendo al tutto una barocca struttura ad arco di tipo ABA’. Ed è forse proprio questa vocazione barocca, filtrata, però attraverso le volute di certo romanticismo, a costituire l’aspetto più intrigante di questa composizione. Il track 3 (Il pensiero di te) è in questo senso esemplare nel suo riuscire ad ibridare il sapore notturno di una serenata con il tono melodrammatico del violino solista che si porta dietro, necessariamente, il ricordo della cultura ebraica di cui si vuole esponente. Sottigliezze orchestrali sono sfoderate nell’intenso track 8 (Le torte e i ricordi), mentre il track immediatamente successivo (9: La panchina sul prato) segna il trionfo di un melodiare forse troppo facile nel suo mettere in primo piano (in apertura) il morbido timbro di un clarinetto. Vocazione, questa, confermata negli ottimi track 10 e 16 (stesso titolo, L’amore perduto, stessa atmosfera) che alternano turgori d’orchestra quasi hermanniani a brevi rarefazioni del tessuto orchestrale che accennano alla tradizione sinfonica della linea Bruckner - Mahler e, infine, nel track 13 (Una lettera mai letta) che fonde in maniera molto convincente il canto ebraico con il melodramma avverando un miracolo stilistico che era riuscito solo a John Williams per le musiche di Schindler’s list). La canzone di Giorgia che chiude quest’ottima compilation aggiunge poco ad un CD che si lascia apprezzare soprattutto per la discrezione con cui il compositore si è avvicinato a temi così delicati come quelli affrontati nel film senza eccedere quasi mai nei toni di un facile sentimentalismo.

Autore: Andrea Guerra; Titolo: La finestra di fronte; Etichetta: EMI

Tracklist

1) La finestra di fronte 2) Karsi Pencere (Sezen Aksu) 3) Il Pensiero di te 4) Historia de un amor (Guadalupe Pineda con Los Tres Ases) 5) La Scelta 6) Il Confronto 7) Ma che freddo fa (Nada) 8) Le Torte e i Ricordi 9) La Panchina Sul Prato 10) L’Amore Perduto -Adagio 11) Chihuahua (Mina) 12) La Finestra di Fronte (epilogo) 13) Una lettera mai letta 14) Sarki Söylemek Lazim (Sezen Aksu) 15) Il Confronto 16) L’amore Perduto 17) Gocce di memoria (Giorgia)

[giugno 2003]


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