X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Ost - Long time dead

Pubblicato il 23 giugno 2002 da Alessandro Izzi


Ost - Long time dead

Forse il reale motivo di interesse del film Long time dead risiede, essenzialmente, nell’uso estremamente razionale delle musiche e degli effetti sonori. La spazializzazione delle fonti sonore (non solo musicali) -attraverso un uso molto raffinato (alle soglie dell’effettismo puro e semplice) del dolby sorround- contribuisce straordinariamente a far sì che quelle che, in fondo, restano delle scene dal ben misero “contenuto visivo” si arricchiscano di una strisciante, quanto funzionale, carica di tensione. Un vuoto film di genere (che non rilancia mai, per davvero, le dinamiche usurate dello slasher-movie) diventa, allora, pedana per un complesso esercizio di stile e, se il film riesce, qua e là, a tenere lo spettatore incollato alla poltrona, lo si deve essezialmente a questo suo furbo uso del Suono e delle musiche. Il CD tiene conto in maniera molto parziale del lavoro viruosistico che viene compiuto sul rapporto tra suoni e spazi della rappresentazione con una serie di brani (per lo più ispirati ai temi del film) che, soprattutto se ascoltati al di fuori di quelli stessi spazi, si rivelano, forse, di una disarmante omogenità di atmosfere e di scelte linguistiche. Non da meno alcuni momenti della compilation di brani (prevalentemente strumentali) colpiscono nel segno. Layo e Bushwacka, per esempio, riprendono gli stilemi di certa musica minimalista con un brano che fa della ripetizione ossessiva di pochi incisi melodici dati in un ritmo immutabile, una vera e propria cifra stilistica che non rifiuta di sfruttare appieno una campionatura di suoni elettronici (in cui spicca, di tanto in tanto, e solo nella prima parte del brano, un sax con la sua breve melodia). La struttura è tripartita (ABA’) e nella ripetizione variata della prima parte, alla fine del brano, il sax scompare del tutto. Ma è nella parte centrale, molto variegata, che si annida qualche motivo di reale interesse (l’entrata in campo degli archi, ad esempio). Il tema principale affidato ai DBX ha qualcosa delle filastrocche infantili che tanto terrorizzano nei film di Carpenter, mentre la tastiera gioca ad imitare il rintocco delle ore di un campanile (è mezzanotte?). Ma le elaborazioni musicali di questo materiale si perdono in un gioco abbastanza gratuito. E discorso analogo si potrebbe fare per Ed Case e il suo Life’s too short che appare, però, maggiormente originale. Più interessante il gioco Jazz di Colonel Red, per il track 7 (Long time dead) che ha il sapore di un’improvvisazione distorta e affascinante soprattutto nell’intreccio di voci dei coristi. Colpisce, in ultimo, Roni Size/reprazent per il mix distorto dell’introduzione di Out of the game e per un certo senso del ritmo. Ma alla lunga il CD stanca davvero un po’ troppo.

Autore: A.A. V.V.; Titolo: Long time dead

Tracklist:

1) Neil Barnes: Playing with fire 2) Layo & Bushwacka!: Sleepy language 3) DBX: The theme 4) MJ Cole: Nextsms 5) Raw Deal: Dark horse 6) Zero 7: Waiting line 7) Colonel red: Long time dead 8) ST Germain: Sure thing (edit) 9) Ed Case: Life’s too short 10) Roni Size/Reprazent: Out of the game (Different Bass Mix) 11) Krust Feat Leonie Laws: Cat people (Putting out fire)


Enregistrer au format PDF