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OST - Munich

Pubblicato il 5 marzo 2006 da Alessandro Izzi


OST - Munich

Se la colonna sonora di Memoirs of a geisha è, in un certo senso, la magnificazione di una concezione della musica come ideale luogo d’incontro tra culture e mondi anche totalmente diversi, le musiche composte da John Williams per Munich sono, viceversa, quasi una riflessione pregnante e spesso dolorosa sull’impossibilità di un dialogo e di una reciproca comprensione.
Abbandonata definitivamente l’utopia romantica che vuole nella musica una sorta di linguaggio universale, capace anche di ammansire le belve, la colonna sonora impaginata dal compositore, con pudore e mestizia, non gioca, come già nel gemello giapponese appena citato, di mimesi con le diverse matrici culturali messe in campo nella pellicola, né parte dal principio di voler rappresentare musicalmente, mediante magari uno scontro musicale di temi diversi, l’impossibilità di una conciliazione e di una convivenza tra palestinesi ed israeliani, ma si pone, nei confronti della vicenda narrata e delle immagini, in una posizione suprema, assolutamente esterna, ma mai giudicante.
Certo ci sono molti elementi musicali, come il canto molto melismatico che apre il triste track 1 (Munich 1972), che rimandano direttamente ad un preciso mondo e ad una precisa cultura (ornamentazioni e scrittura vocale irta di dissonanze e tutta costruita su intervalli discendenti sono prettamente legate ad un canto di matrice mediorientale), ma tali realtà si sciolgono nel tono complessivo di una musica che è prima di tutto altissima e profondissima meditazione sul dolore e la miseria che derivano dall’odio e dalla reciproca incomprensione.
Per giungere a questo John Williams fa una sorta di voto di castità musicale. Rinuncia senza problemi a tutto il superfluo e ad ogni forma di enfasi, si avvale di una tavolozza orchestrale incentrata sugli archi (cui aggiunge parchi inserti di strumenti percussivi tra cui il pianoforte), ma accetta anche limitati, ma molto efficaci intarsi di distorsione elettronica del suono.
Tutto in nome di una colonna sonora che insegue due direzioni contemporaneamente: da una parte la restituzione musicale della logica perversa degli attentati terroristici (secondo una dinamica “di genere” che si sostanzia di un’idea di soundtrack molto classica, ma mai scontata) e dall’altra l’avverarsi di un’idea di musica come commento lirico (e controcanto psicologico dei protagonisti) alle vicende narrate.
Il tutto portato a temperatura di fusione da un linguaggio musicale complessivamente legato ad una certa idea di espressionismo musicale con i toni scuri e cupi che riportano ad un clima di apocalisse sotterranea, tragica ed ineluttabile (come sottolineato dal ricorso, in molti punti, ad un ostinato inesorabile ed ineludibile).
Già il track 1 è forgiato in questa temperie espressiva con la sua strutturazione in due parti apparentemente inconciliabili che oppongono al canto terragno (e i riferimenti alla terra come categoria dell’anima e come luogo da conquistare e conservare sono d’obbligo per tutta la pellicola) della solista efficacemente sostenuto dal pianto accordale degli archi, il rigido crescendo ritmico della seconda parte tutta strumentale ed elettronicamente distorta.
È con il track 2 (The Attack at Olympic Village), comunque, che comincia a farsi strada una visione quasi bartokiana della composizione non tanto per l’incipit ancora elettronico e distorto quanto per il suo misterico sviluppo con gli archi all’unisono che tanto ricorda il movimento lento di Musica per archi percussioni e celesta anche se il successivo inserto del fiato solista ricolloca il brano in lidi più mediorientali.
Delicatissimo il tema che domina, con le sue volute più romantiche il bel track 3 (Hatikva): uno dei pochi ed efficaci abbandoni melodici di tutta la composizione con il nobile tema che passa per tutti i registri possibili della compagine degli archi come in una serenata mahleriana mesta e dolente quant’altre mai.
Pur ricordando in molti momenti la musica per Schindler’s list, la colonna sonora di Munich parte da un’impostazione poco usuale per il compositore americano anche per la preponderanza di brani solistici (ma questa caratterista l’avevamo riscontrata anche nel contemporaneo Memoirs of a geisha) che, in questo caso, stanno però a rendere la progressiva crisi interiore dei protagonisti e il loro chiudersi in realtà sempre più solipsistiche e sofferte.
Ecco allora che, cominciano a farsi strada nel corpo della composizione brani come il notevole track 10 (Avner’s theme) caratterizzato da una sapiente eleganza formale che coniuga un certo spirito improvvisativo per chitarra alla piana scrittura di un tema introverso e problematico che tornerà sovente nel corpo della colonna sonora (su tutti il track 12, Bonding, dove è affidato alla chitarra acustica nel suo registro più alto sostenuta dal solo violoncello che suona senza vibrato) . Anche il tema principale già ascoltato nel track 1 ritorna ciclicamente nella composizione non solo affidato alla voce, ma anche in combinazioni timbriche di volta in volta cangianti: dagli onnipresenti archi all’oboe solista del track 7 (Bearing the Burden).
Difficile rendere conto di tutte le soluzioni formali di volta in volta scovate da Williams per commentare il film spielberghiano, più facile rimarcare il senso di compattezza e lo spirito unitario che lega insieme soluzioni solo apparentemente contrastanti o lontane.
Per il rispetto con cui il compositore affronta la sua materia e per l’incredibile senso musicale la colonna sonora di Munich resta, comunque, come uno dei capolavori imprescindibili della musica per film non solo di questi ultimi anni.

Autore: John Williams; Titolo: Munich; Etichetta: Decca; Solisti: Steve Erdody, Gloria Cheng, John Ellis, Pedro Eustache, Adam Del Monte e Lisbeth Scott

Tracklist:
1) Munich 1972; 2) The Attack at Olympic Village; 3) Hatikva (The Hope) (written by Samuel Cohen); 4)Remembering Munich; 5) Letter Bombs; 6) A Prayer for Peace; 7) Bearing the Burden; 8) Avner and Daphna; 9) The Tarmac at Munich; 10) Avner’s Theme; 11) Stalking Carl; 12) Bonding; 13) Encounter in London and Bomb Malfunctions; 14) Discovering Hans; 15) The Raid in Tarifa; 16) Thoughts of Home; 17) Hiding the Family; 18) End Credits


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