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OST - SUPERMAN RETURNS

Pubblicato il 19 settembre 2006 da Alessandro Izzi


OST - SUPERMAN RETURNS

Ardua impresa quella in cui si è imbarcato John Ottman nell’accettare di comporre la colonna sonora dell’ultimo film di Bryan Singer.
Realizzare la colonna sonora di un nuovo film dedicato a Superman equivale, infatti, a mettersi direttamente a confronto con il nume tutelare di John Williams che, all’eroe dei fumetti ha dedicato alcune delle sue pagine migliori. Beninteso le colonne sonore dei primi quattro film della serie inaugurata da Richard Donner ormai un lustro abbondante fa non possono essere fatte rientrare a pieno diritto nel novero dei capolavori sicuri del grandissimo compositore losangelino, ma hanno dalla loro, se non altro, uno dei temi più celebri della sua intera produzione: una marcia trionfale coadiuvata da un’orchestrazione smagliante che sa far uso dei fiati, delle volate degli archi, del sostegno degli ottoni e del giusto contorno di percussioni con le puntinature efficaci di triangolo e piatti.
Non ci pare facile, da questo punto di vista, smentire l’affermazione secondo la quale, oggi come oggi, Superman sia più conosciuto per il tema musicale williamsiano (entrato a far parte del nostro patrimonio collettivo) che non per le stesse strisce di fumetti dove pure il personaggio ha visto i propri natali.
John Ottman dal canto suo deve essersi trovato nella grande difficoltà di trovare una giusta mediazione tra l’esigenza di rendere il giusto omaggio al tema e allo stile del suo illustre predecessore senza per questo dover troppo scendere a compromessi col suo stile personale e con le sue soluzioni musicali.
Il risultato è una colonna sonora enfatica e densa di soluzioni spesso anche molto originali che cercano sempre il giusto equilibrio tra il bisogno di calarsi all’interno di un universo sonoro già abbondantemente codificato (quello, per intenderci, degli altri film della serie) e l’urgenza di esplorare spazi nuovi e più personali.
Il primo track del CD (Main titles) è, in questo senso esemplare nel suo riproporre l’ormai celeberrimo tema di Superman limitandosi a lavorare di fino su un’orchestrazione appena più smagliante di quella pensata da John Williams. Il tema viene riproposto, infatti, con scolastica precisione a partire dall’incipit degli ottoni che impone quella pulsione ritmica sulla quale va poi ad innestarsi inesorabilmente la celeberrima fanfara trionfale. Quest’ultima, riproposta nella sua interezza, procede con enfasi rinnovata per tutta la prima parte del track fino a che, proprio nella chiusa che conduce alla non meno celebre sezione mediana aperta dai soli archi, non incontra una prima, ma ancora leggera modifica in un’inaspettata dilatazione della cadenza. Di qui in poi è tutto un profluvio di piccole variazioni di cui diventa davvero difficile tenere conto, ma che rioerientano, di fatto, l’intero edificio musicale del tema williamsoniano verso lidi meno melodici e verso armonie e ritmi più affini alla maniera ottmaniana.
Anche il track 2 (Memories) si fa portavoce di questo bisogno di seguire il dettato di John Williams discostandosene, però, in modi sempre più originali. Il brano, assai cangiante per quel che attiene la struttura, si apre con suggestioni bucoliche suggerite dal ritmo piano dell’orchestra e dai timbri delicati degli oboi per poi dipanarsi in brevi accenni dapprima del profilo ritmico della fanfara (è la scena del flash-back di Clark Kent con i suoi primi esperimenti di volo: quando ancora l’eroe non esisteva per davvero) e poi dell’insondabile mistero del cosmo in un breve accenno del lato più sentimentale del tema di Superman ai corni. È da qui in poi che Ottman comincia a giocare con le soluzioni musicali del suo modello per recuperare aspetti sempre più nuovi e cangianti.
Come da lezione ben appresa, l’orchestrazione è possente e densissima, ma già il track 3 (Rough Flight) comincia ad esasperare le linee di un contrappunto sempre più invadente fino a che la melodia non comincia a disciogliersi nel proliferare di linee e accenni tematici (volti anche a restituire il senso di un eroe che rientra in campo dopo una lunga assenza e che solo gradualmente riesce a ritrovare una propria funzione ed un proprio passato). Ma cominciano anche ad apparire momenti incongrui come un brevissimo momento in cui l’orchestra si blocca su un accordo sospeso su cui compare anche l’aereo vocalizzo dei soprano che comincia ad essere lontano dalla maniera di John Williams e che prelude ai momenti più misterici o melodrammatici dello score come nel caso dell’evanescente track 14 (In the Hands of Mortals) tutto giocato sui timbri del coro femminile, di un’orchestra ridotta ai minimi termini e di una cadenza sospesa che si fa perfetto correlativo musicale del passaggio di consegne tra padre e figlio.
Una trasparenza che prosegue anche nel trasparente incipit della traccia numero 15 (Reprise/Fly Away) che si abbandona ad un’inaspettata sobria melodia melodrammatica nella quale anche i temi più enfatici (i cinque toni associati al mistero di Superman) sembrano pacificarsi in un generale clima risolutivo che in maniera incongrua rientra nella fanfara dei titoli di coda quasi destituiti dalla loro funzione catartica da un improvviso ispessimento degli ottoni in accordi dissonanti. Nel complesso un gran bel CD.

[settembre 2006]

Autore: John Ottman; Titolo: Superman returns; Etichetta: Warner

Tracklist: 1) Main Titles 2) Memories 3) Rough Flight 4) Little Secrets / Power of the Sun 5) Bank Job 6) How Could You Leave us? 7) Tell Me Everything 8) You’re Not One of Them 9) Not Like the Train Set 10) So Long Superman 11) The People You Care For 12) I Wanted You to Know 13) Saving the World 14) In the Hands of Mortals 15) Reprise/Fly Away


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