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Parole e cartoons. Il linguaggio delle fiabe e il cinema d’animazione [libro]

Pubblicato il 11 febbraio 2017 da Antonio Napolitano


Parole e cartoons. Il linguaggio delle fiabe e il cinema d'animazione [libro]

Sempre più presenti in cima alle classifiche del box office, i film di animazione fanno parte ormai a pieno titolo del mondo dell’arte senza alcuna distinzione di carattere elitaria tra cinema di serie A e serie B, né tantomeno per ciò che concerne i destinatari, siano essi i più giovani o gli adulti. Per molto tempo (e tanti continuano a pensarlo tuttora) il mondo dei cartoons è stato sempre associato esclusivamente a bambini o al massimo adolescenti, finché da alcuni anni il leitmotiv è cambiato e i temi dell’animazione sono divenuti focus di svariati testi e saggi di studiosi di tutto rispetto. Ma quand’è che l’animazione ha smesso di essere uno strumento di uso esclusivo per bambini ed è diventata arte adulta? Per avere chiarimenti a riguardo e capire come e perché questo genere si sia sempre più diffuso in questi anni, basta leggere Parole e cartoons. Il linguaggio delle fiabe e il cinema d’animazione, libro scritto dalla giornalista e scrittrice Maddalena Menza, edito da Arbor Sapientiae.

Parole e cartoons è un testo non scontato, ricco di spunti, riflessioni e osservazioni in cui l’universo animated viene esaminato attraverso un’analisi epistemologica sul senso primordiale della narrazione e sul significato e sulla necessità per l’uomo di raccontarsi fiabe. Le fiabe infatti non nascono con intenti ludici o educativi (come invece lo sono le favole), né per essere raccontate ai bambini, ma sono originali strumenti di comunicazione orale e scambio di relazioni tra gli uomini per poter identificarsi all’interno di una stessa comunità. Le fiabe rappresentano un linguaggio complesso che ha una funzione sovversiva, una tensione rivoluzionaria rispetto alla realtà provocata dall’utopia e dall’incanto che si nascondono nelle trame dei racconti. Maddalena Menza intraprende così una disamina a trecentosessanta gradi senza trascurare alcuna prospettiva o punto di vista, dando anche spazio ai detrattori della fiaba, avversaria, secondo questi, delle teorie scientifiche e delle leggi dell’universo. Ma al di là del significato ontologico e dell’evoluzione storica ciò che interessa all’autrice è soprattutto porre l’attenzione sul linguaggio intrinseco della fiaba e su quello che ne è derivato successivamente e su cui viene spostata l’attenzione nella seconda (e corposa) parte del saggio: l’universo dell’animazione con riferimento specifico al Belpaese.

La giornalista affronta così un’altra questione molto spinosa e che riguarda un ulteriore pregiudizio a proposito di un ambito bistrattato e poco considerato come è stato il cinema d’animazione italiano, limite che la stessa Menza afferma nel suo saggio: “intraprendendo lo studio del cinema d’animazione italiano e, in particolare, cercando di individuare il contributo di quest’ultimo, mi sono scontrata più volte con la convinzione, espressa anche da illustri addetti ai lavori che, forse, non avesse una grande importanza studiare un campo espressivo che non aveva dato alcun frutto valido”. Nonostante queste difficoltà, l’autrice si spinge senza remore in questo campo, affrontando un compito arduo e poco sperimentato ma non per questo inferiore. Non è vero infatti che, per poter cogliere spunti originali e interessanti, bisogna per forza di cosa prendere in considerazione il mondo d’Oltreoceano della Disney/Pixar/Dreamworks o gli anime dell’Estremo Oriente. Viceversa si possono e si devono invece annoverare nell’Olimpo quei non molti (ma buoni) nomi che hanno reso rinomata l’animazione italiana in campo internazionale mentre in casa veniva spesso snobbata. E così Parole e cartoons mette al centro dell’opera il lavoro e le avventure di eroici e coraggiosissimi artisti come Anton Gino Domeneghini, pioniere dell’animazione, autore del primo film a colori, La Rosa di Bagdad, premiato a Venezia nel 1949 ai cui disegni si sono ispirati quasi 50 anni dopo anche i pluripremiati autori Disney di Aladdin. Si passa poi ad un’altra grande star del cartoon italiano (e forse il più celebre), Bruno Bozzetto, vero nume tutelare in materia, i cui film sono veri e propri cult del cinema italiano, da West and Soda ad Allegro non troppo. Si arriva così infine ad autori più attuali come Enzo D’Alò, Iginio Straffi, i cui capitoli sono arricchiti da documenti e interviste, ma soprattutto quello che emerge in Parole e cartoons e ne rappresenta l’enorme merito è il ricordo di un autore scomodo e dimenticato come lo è stato il pittore e immenso artista, Stelio Passacantando. Un artista puro, truffautiano, che sapeva mettere l’incanto del bambino al centro del mondo. Perché nessuno, soprattutto gli adulti, dovrebbero smettere mai di credere alle fiabe.


Autore: Maddalena Menza
Titolo: Parole e cartoons. Il linguaggio delle fiabe e il cinema d’animazione
Editore: Arbor SapientiaE
Dati: pp. 244 b/n
Anno: 2015
Prezzo: 20,00 €
Isbn: 9788897805687
webinfo: Scheda libro sul sito Arbor SapientiaE


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