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Pensieri sparsi sul RIFF

Pubblicato il 20 aprile 2010 da Donato Guida


Pensieri sparsi sul RIFF

Si è conclusa la sera del 16 aprile la IX edizione del Riff, con la consegna dei premi da parte del direttore del festival, Fabrizio Ferrari. Il Roma Indipendent Film Festival anche quest’anno ha offerto pregevoli opere, soprattutto per ciò che riguarda il documentario. Come ogni anno il cinema Aquila ha ospitato le giornate del Festival, alle quali hanno partecipato molti protagonisti del cinema italiano: da Eleonora Giorgi a Sabrina Impacciatore, passando per Domenico Procacci, Gabriele Ferzetti, Alessandro Haber e Piera Degli Esposti.
Il film vincitore del Riff Award 2010 è stato Fish Tank di Andrea Arnold: già premio della giuria a Cannes nel 2006, l’opera ha commosso il pubblico presente in una sala fortunatamente piena rispetto a quanto si è potuto assistere durante le restanti proiezioni. La menzione speciale Lungometraggio è andata al film belga SM-Rechter di Eirk Lamens: storia del giudice Koen A. che nel 1997 venne accusato dall’intera opinione pubblica a causa dei rapporti sadomaso avuti con la moglie. Per gli italiani, il premio per il miglior lungometraggio è stato vinto da Amore liquido di Marco Luca Cattaneo, mentre 18 anni dopo di Edoardo Leo è stato insignito della menzione speciale Opera prima italiana. Per quanto riguarda la sezione documentari, Via Volontè N. 9 di Lorenzo Scurati si è aggiudicato il premio come miglior opera documentaristica italiana, mentre On the road to Nahr Al Bared di Sebastian Talavera quello per il miglior documentario straniero (l’opera si è aggiudicata anche il Premio Current). Ma ancora tanti i premi assegnati (perché tante erano le categorie): Premio New Vision 2010 al docu-film Disco & Atomic War di Jaak Kilmi e Kiur Aarma; Uerra di Paolo Sassanelli e Come si deve di Davide Minnella sono stati insigniti, ex aequo, del premio per miglior corto italiano, mentre il miglior corto straniero è stato Ana’s Playground di Eric D. Howell; Alessandro Capitani e Alberto Mascia, con il loro L’uomo dei sogni si sono aggiudicati il premio per il miglior corto Students short; miglior corto d’animazione al bellissimo Tragedie Grovick di Mark Eacersall e Matthieu Van Eackhout; miglior sceneggiatura per lungometraggio a A Bitter Chalice di Jaques Lipkau Goyard, mentre per cortometraggio è andato a Marco Gianfreda e al suo Mi nonno se vole buttà ar maranone; miglior soggetto originale per l’opera di Matteo Berdini, Maradona è nato in Cina; infine, due menzioni speciali per i film Tutto da sola di Carlo Chiaramonte e Full moon di Chiariun Nissa.
Al di là delle opere premiate, il festival ha offerto tanti altri bei film, soprattutto (come detto) a livello documentaristico: ne citiamo solamente tre, ovvero l’italiano Due rive una sola voce di David Riondino e i nordafricani God no say so di Brigitte Uttar Kornetzky e L’empire des enfants di di Géoge Walker Torres.
Tirate le somme, bisogna dire che la IX edizione del Roma Indipendent Film Festival non ha fa altro che confermare l’idea che la kermesse stia diventando una forte realtà nell’ambito cinematografico italiano. Solo due cose possono farci dispiacere: da un lato il fatto che gli spettatori partecipanti sono davvero pochi rispetto a quanto meriterebbe un’operazione così bella e intelligente (ma, ahinoi, purtroppo non brillano le stelline di turno, e neppure possiamo trovare il regista di grido o paparazzi e telecamere in giro a cercare lo scoop); seconda cosa è che, purtroppo, la maggior parte delle opere presentate (se non addirittura tutte) non troveranno mai una distribuzione nei circuiti cinematografici.
Ma il RIFF per fortuna riesce a dare almeno un po’ di visibilità a questi piccoli grandi film. La speranza è che la manifestazione, col passare degli anni, possa crescere in fama e popolarità, così da invogliare la gente a partecipare. Lo speriamo veramente.


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