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Pesaro 2011 - Tender’s Heat: Wild Wild Beach - Documentari Russi

Pubblicato il 25 giugno 2011 da Arianna Pagliara


Pesaro 2011 - Tender's Heat: Wild Wild Beach - Documentari Russi

Continua in questa quarantasettesima Mostra del Cinema di Pesaro il percorso nel variegato e ampio panorama del cinema russo contemporaneo, che stavolta si concentra sull’ambito del documentario – mentre nell’edizione precedente aveva preferito i film di finzione. Di Aleksandr Rastorguev, nato nel 1971 e laureato all’Accademia di Arte Teatrale di San Pietroburgo, il festival pesarese propone quest’anno ben tre documentari, diversi tra loro per lo stile e le tematiche affrontate. Pure Thursday, saturo di tensione, racconta il dramma della guerra cecena dal punto di vista dei soldati russi; I love you, girato insieme a Pavel Kostomarov, è un “autoritratto” della gioventù della Russia contemporanea, dove sono gli stessi protagonisti a tenere in mano la telecamera digitale con cui raccontano la loro quotidianità; Tender’s Heat: Wild Wild Beach si concentra invece tutto su un luogo specifico: le coste orientali del Mar Nero, che ogni anno accolgono moltissimi turisti. Protagonista del film di Rastorguev è la variopinta moltitudine di persone che affolla le coste sabbiose in cerca di un po’ di ristoro. E’ una sorta di indagine antropologica quella del documentarista russo, asciutta, limpida, a tratti brutale: ognuno riversa davanti alla macchina da presa la propria storia e il proprio presente. Dopo la proiezione della pellicola il regista, presente in sala, ha affermato che al centro del film non c’è tanto la costa del Mar Nero in sé quanto un discorso sui rapporti di potere. Nessuna definizione può essere più adatta per arrivare con immediatezza e semplicità al nocciolo del documentario, che con un linguaggio diretto e scarno costruisce una riflessione complessa su questo argomento, dai risvolti anche piuttosto amari. Rastorguev ha fatto riferimento, nello specifico, al potere dell’uomo sugli animali, a quello dell’uomo sulla donna e a quello dei più forti (in senso politico) sui più deboli. Le storie che si intrecciano in Tender’s Heat: Wild Wild Beach esemplificano in maniera esatta queste dinamiche. C’è, ad esempio, un uomo che porta un cammello al mare, sperando di far soldi scattando fotografie ai turisti in groppa all’animale, incurante dei maltrattamenti che la bestia è costretta a subire durante e dopo il lungo viaggio. Ci sono poi molte coppie in cui i rapporti uomo-donna sembrano segnati da una qualche forma intrinseca di squilibrio, abuso, sopraffazione. E c’è, infine, anche un’apparizione di Putin. E’ un’umanità rappresentata senza idealizzazioni né edulcorazioni quella di Tender’s Heat: Wild Wild Beach, ma anzi, in una maniera che spesso ne evidenzia la grettezza e, in una certa misura, il cinismo. Un film dal sapore aspro, privo di qualsiasi concessione alla tenerezza, in cui la crudezza del linguaggio e dello stile coincidono completamente con la durezza di quanto viene rappresentato. Per quanto infatti – a differenza di quanto accade in Pure Thursday – quella raccontata è un’umanità che vive, per così dire, in una dimensione di pace, essa è tuttavia segnata, in maniera irreversibile, dalla ferocia dei rapporti di potere, come lo stesso regista ha suggerito.


CAST & CREDITS

(Tender’s Heat: Wild Wild Beach) Regia: Aleksandr Rastorguev; sceneggiatura: Susanna Baranžieva; fotografia: Euduard Kečedžijan, Pavel Kostomarov; montaggio: Daša Danilova; musica: Aleksandr Pantykin, Peter Nazaretov; produzione: Vertov & Co./Westdeutscher, Rundfunk (Colonia); origine: Russia/Germania; durata: 125’.


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