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Pesaro 44 - Entre Chiens et loups - Bande à part

Pubblicato il 26 giugno 2008 da Alessandro Izzi


Pesaro 44 - Entre Chiens et loups - Bande à part

I cani sono i poveri ragazzi in cerca di lavoro, costretti alla precarietà, al compromesso, al vendere la proria dignità per un tozzo di pane e, se si è fortunati, per un contratto a tempo determinato. Sono quei ventenni o trentenni costretti a scodinzolare per ogni dove, ad essere felici e grati se il padrone porge loro un osso. Qualcuno li ha addestrati a riportare indietro il pezzo di legno o la pallina che gli lanciate in aria per farli correre e loro lo fanno perchè pensano che non sarà per sempre, che prima o poi un’occasione busserà alle loro porte.
I lupi sono, invece, i ricchi. Le persone che il lavoro ce l’hanno e i soldi pure. Sono quelli che dormono sonni tranquilli perchè sanno che l’agnello da spolpare arriva a casa ogni sera già bello e cotto. Sono quelli che sorridono sempre e ti si fingono amici perchè tanto non hanno nulla da perdere. Sono quelli in cerca di occasioni da sfruttare, di manodopera da utlizzare e poi da buttar via, quando non serve più, senza un perchè, senza quella spiegazione o quel chiarimento che non era mai stato compreso nel contratto.

Periot prende questo mondo, questa realtà a noi tanto vicina e la trasforma in materia pulsante per un corto.
Le intenzioni di linguaggio sono chiare. La forma è quella di un pedinamento che di zavattiniano ha ben poco. Un neorealismo fatto a pezzi da un montaggio frenetico, più adatto all’oggi, e da un’intenzione di discorso che non punta alla Realtà, ma parte dalla sua interpretazione.

Un ragazzo in giro per la città in cerca di impiego: la macchina da presa lo inquadra quasi sempre di spalle, mentre cammina nel suo completo buono, con l’aria di chi ha ben chiaro cosa vuole fare e con quella sciurezza simulata di chi ha davvero bisogno di essere assunto. Le inquadrature si susseguono frenetiche sempre uguali eppure sempre diverse. Sono scatti di ordinaria amministrazione, istantenee di una vita che cambia poco e niente in un mondo in cui l’offerta è poca e le domande sono tante. Troppe.
Ogni tanto piccoli eventi interrompono questa routine disperatamente uguale. Incontri all’ufficio di collocamento con gente che spera in chiamate e che manda curriculum per ogni dove come servisse a qualcosa. Serate in discoteca dove si può ballare esclusivamente da soli perchè la mancanza di un impiego spinge ad isolarsi, non ti permette di fare progetti. E non a caso i balli sono isterici: una frenesia contratta che, accumulata lungo il giorno, esplode in gesti secchi, automatici che crescono con la musica e che non credi possano finire mai.
La sera resta solo per mettere in tasca qualche spicciolo consegnando pizze a domicilio: il più terribile dei compromessi per un laureato che aspira ad un posto serio e con lo stipendio grande.
Ma, soprattutto, un lavoro pericoloso perchè ti mette sulla strada, dove tutti ti possono vedere, magari proprio le persone alle cui porte bussi in cerca di impiego.

Périot intinge il suo apologo esemplare sul lavoro nell’acido di un sarcasmo che fa male agli occhi. Scrive un piccolo gioiellino la cui visione andrebbe imposta nelle mense aziendali e negli uffici di chi il lavoro lo dà non fosse altro che per mettere loro paura, per informarli delle possibili conseguenze.
Ma il discorso va oltre la battuta salace del finale. Se il ragazzo è il protagonista esemplare del racconto, ad essere inquadrato è tutto il sistema. Un sistema di lupi e cani, appunto, dove l’umanità è scomparsa. Tutti vittime di un’economia che si è fatta mostro che ci divora inesorabilmente.
In questo sta forse il merito più grande di questo piccolo splendido film.


CAST & CREDITS

(Entre Chiens et loups); Regia, sceneggiatura e montaggio: Jean-Gabriel Périot; fotografia: Denis Gravouil; musica: Boogers; interpreti: Siomn Morant, Serpentine Thessier; Laurieanne Baudouin; produzione: Envie de Tempete Production, CNC, Région Limousin; origine: Francia, 2008; durata: 30’


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