X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Pesaro 44 - Mami te amo - PNC

Pubblicato il 26 giugno 2008 da Simone Isola


Pesaro 44 - Mami te amo - PNC

Una ragazzina cresce praticamente da sola, in una città non definita, tra palazzi fatiscenti e strade veloci. Sua madre è quasi cieca, non la segue con costante attenzione, lasciandola sola alla vita. Eppure la ragazzina vuole piacerle, vuole essere come lei. Si ritrova ogni giorno a chiedere l’elemosina sul cavalcavia, fingendosi di volta in volta cieca o incinta. In bagno si inietta negli occhi un liquido utilizzato dalla madre, che provoca bruciore e diminuisce la sua capacità di osservazione. In Mami te amo la narrazione è esile e impacciata; l’esordiente Elisa Eliash punta la sua attenzione sugli oggetti, sui piccoli gesti apparentemente non significanti, ricercando in essi l’essenza del reale. “Abbiamo deciso di mettere da parte le certezze” dichiara l’autrice “e puntare sulla ricerca come luogo più onesto per esplorare senza cadere negli stereotipi e fare in modo che la verità del film venisse fuori. Inevitabilmente, il narratore è incarnato nella figura di una piccola ragazza nella fase della crescita, per alcuni versi inquietante, con molti misteri ma tenace, proprio come il processo della sua autrice, in un viaggio verso le origini, il linguaggio e la casa”. La macchina inquadra raramente i volti degli altri protagonisti, concentrandosi su particolari rivelatori; la madre si spoglia per la doccia, ed ecco gli enormi occhiali poggiati su una mensola, segno di una quasi cecità che fa pendant con la fumosità del bagno. I dettagli riguardano spesso oggetti di scarto, come il giornale lanciato dal cavalcavia e raccolto da una ragazza, gli indumenti sparpagliati, la ceretta che strappa i peli delle gambe, le carte di caramelle, di dolci, di alimenti, sparse per la casa. Madre e figlia escono di casa insieme per recarsi al mercatino, dove ancora una volta gli oggetti in vendita giacciono per terra. Nel parco giochi è la ragazzina a sorreggere la madre alquanto indisposta dal turbinio delle giostre. La figlia è dunque un elemento di sostegno, anche se il rapporto vive di situazioni molto quotidiane, “pratiche”, e non assume valenze stereotipate.

Mami te amo è un film ruvido che non nasconde, anzi quasi ostenta il suo essere prodotto “low budget”. Occorre tuttavia notare come con simili mezzi vengano realizzati video di qualità nettamente superiore; l’utilizzo del digitale, in sostanza, non deve essere l’alibi di una incompetenza tecnica. Non sono questi elementi a pregiudicare l’analisi del film o una sua valutazione; è la regia che rende piatte le immagini, legata a una ricerca di realismo che anche in questo caso non può essere confusa per sciatteria. In sostanza, il film evita gli stereotipi ma non raggiunge la maturità espressiva di un’opera davvero compiuta. Per questo aspettiamo Elisa Eliash, giovane cineasta cilena, a nuove prove. Come la ragazza del suo film, il suo linguaggio è acerbo, incerto, nasconde inquietudini ancora indecifrabili.


CAST & CREDITS

(Mami te amo); Regia e sceneggiatura: Elisa Eliash; fotografia: Fernando Solis Nova; montaggio: Constanza Venegas, Elisa Eliash; musica: Diego Adrian; interpreti: Eva Luna Isensee, Catalina Saavedra, Josefina Gonzalez; produzione: Escuela de cine de Chile origine: Cile, 2008; durata: 80’


Enregistrer au format PDF