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Pesaro a Roma 2008

Pubblicato il 1 luglio 2008 da Redazione Close-up


Pesaro a Roma 2008

La 44a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema al Nuovo Cinema Aquila.

La rassegna, realizzata con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, in collaborazione con la Direzione Generale Cinema del MIBAC, offrirà una significativa panoramica della 44a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, il Festival che si è affermato a livello internazionale come una delle più importanti vetrine della cinematografia sperimentale e che da sempre si distingue per la sua continua ricerca del nuovo.

Il costo del biglietto per uno spettacolo è di 5 euro. Studenti universitari, ultrasessantenni, possessori di Roma Pass card e Bibliocard possono usufruire del biglietto ridotto a 4 euro.

martedì 1 luglio

ore 17:00

A casa de Alice
di Chico Teixeira, Brasile 2007, 1h30’.
La quarantenne Alice, manicure in un piccolo salone di bellezza, da venti anni è sposata con il tassista Lindomar da cui ha avuto i figli Lucas, Edinho e Junior, tre ragazzi egoisti e maschilisti, dai quali Alice non riceve nessuna considerazione. Con loro vive Jacira, madre di Alice, che aiuta nei lavori domestici. Quando Lindomar inizia a manifestare un particolare interesse per ragazze molto più giovani di lui, l’universo di Alice va in frantumi e a nulla serve la sua infatuazione per un altro uomo che si trasforma nell’ennesima delusione nei confronti del mondo maschile.

ore 19:00

No London Today
di Delphine Deloget, Francia 2007, 1h17’.
Un documentario per raccontare la storia di coloro che arrivano a Calais per poter entrare, a qualunque costo, in Inghilterra. La regista ha deciso di mostrare tutta la complessità delle relazioni che ha instaurato con questi uomini: come donna, come occidentale, come “privilegiata”, come cineasta. No London Today è un’immersione nel mondo di cinque giovani rifugiati: Chafik, Aron, Abraham, Henok e Ermias che attendono a Calais di passare illegalmente il confine.

ore 20:30

Anna Seven Years on the Frontline
di Masha Novikova, Olanda 2008, 1h18’. Anna Politkovskaya è stata uccisa davanti all’appartamento doveva viveva, il sette ottobre 2006. Era la voce solitaria del dissenso in Russia, criticava l’operato di Vladimir Putin, osservava con puntualità il conflitto ceceno. Chi l’assassinò pensò così di poterla far tacere per sempre e, invece, dopo la sua tragica morte, le parole della Politkovskaya sono sopravvissute, paradossalmente con ancor più forza di prima. Dalla regista di Drie kameraden, un altro ritratto della Russia contemporanea, delle sue contraddizioni e dei problemi che affliggono la democrazia di questo grande Stato.

ore 22:30

The Prisoner / Terrorist
di Masao Adachi, Giappone 2007, 1h53’.
Durante un attacco suicida in un aeroporto la bomba a mano di M., uno di tre terroristi, non scoppia e lui viene catturato. Comincia un incubo: esposto ai maltrattamenti e alle torture nella prigione, M. perde lentamente il controllo sulla realtà, e inizia a confrontarsi con le sue convinzioni ideologiche. “Disegnando questa immaginazione di complicazioni contraddittorie come la questione della libertà, ho cercato di creare un appeal per quelle persone che vivono gli stessi problemi nel mondo presente, quello dell’attuale società ben controllata”. (Adachi Masao)

mercoledì 2 luglio

ore 17:00

Gibellina->http://www.close-up.it/spip.php?art...] di Joerg Burger, Austria 2007, 1h12’. La notte tra il 14 e 15 gennaio del 1968, un violento terremoto colpì la Valle del Belice in Sicilia (tra la provincia di Agrigento, Trapani e Palermo), distruggendo Paesi interi, tra cui Gibellina, e provocando la morte di centinaia di persone. I sopravvissuti furono costretti per anni a stare in baracche prefabbricate. E molti di loro dovettero abbandonare la terra natia. Gibellina fu ricostruita a diciotto chilometri di distanza dal precedente insediamento, con nuovi criteri architettonici. La nuova Gibellina, infatti, venne ideata come una sorta di museo permanente di sculture disseminate per le vie ed edifici che divenissero loro stessi opere d’arte. Una sorta di città utopica lontana dalle tradizioni della regione. Il documentario attraverso interviste agli abitanti di oggi montate in parallelo con materiali di repertorio, mette in risalto il contrasto tra passato e futuro, evidenziando il fallimento di un progetto che ha reso questo Paese una città senz’anima.

ore 18:30

Milchwald
di Christoph Hochhäusler, Germania 2003, 1h33’.
Una rielaborazione in chiave moderna della favola di Hansel e Gretel. Lea e Konstantin sono due fratellini di nove e sette anni. Sylvia, la seconda moglie del padre, in un momento di rabbia, un giorno li abbandona in mezzo a una strada vicino al confine polacco. Riacquistata la calma torna sui suoi passi ma non li trova più e, rientrata a casa, non ha il coraggio di confessare l’accaduto a Josef che, solo tardivamente, si mette alla ricerca dei figli. Intanto, dopo aver vagato nel bosco, i due ragazzini vengono raccolti da un uomo che promette di aiutarli.

ore 20:15

La Terramadre
di Nello La Marca, Italia 2008, 2h00.
Gaetano vive a Palma con la zia. La madre è morta di cancro qualche anno prima, il padre Antonio è emigrato in Germania dove progetta di aprire un bar e vuole che anche Gaetano lo segua, che anche questi fugga da una terra che per lui ha sempre rappresentato miseria e morte. Ma Gaetano non vuole partire, un legame forte, per certi versi inspiegabile lo tiene legato alla terra dove sua madre è sepolta e con la quale continua a dialogare nelle frequenti visite alla sua tomba. Alì è un migrante clandestino. È arrivato a Palma dal mare, trascinando il cadavere di una donna, dopo il naufragio della “carretta del mare” che lo trasportava. Verrà raccolto in una strada di campagna, dove giaceva stremato, da un vecchio contadino che vorrebbe tenerlo con sé ma poi finirà, prima per essere sfruttato come lavoratore clandestino, poi costretto a riprendere una fuga senza meta che sembra infinita. Le storie parallele dei due personaggi a un certo punto finiranno per incrociarsi, per specchiarsi l’una nell’altra, accomunate dalla disperata condizione dell’impossibilità di gestire e orientare il proprio destino. “Mentre cercavamo di recuperare l’identità collettiva di un luogo ci è successo di raccontare le solitudini di chi lo vive, di far specchiare le loro storie in quella di Alì che è la storia inventata ma ricalcata su quella di migliaia di migranti dei nostri giorni che, disperati, partono dalla loro terra e dopo mille peripezie faticosissime e violentissime arrivano in una terra che tutto sommato, come nel caso di Palma, è molto simile a quella che hanno lasciato anche dal punto di vista del paesaggio, della conformazione fisica, sono presi e rispediti a casa. E ciò è una sorta di mito di Sisifo, una fatica inutile che è poi la fatica dell’esistere”. (Nello La Marca)

ore 22:15

Susuk
di Amir Muhammad e Naeim Ghalili, Malaysia 2008, 1h50’.
Soraya è una giovane infermiera. Una fortuita incursione nel mondo dello spettacolo suscita in lei il desiderio di diventare una star. Non ottiene subito il successo, ma le viene riferito che la pratica proibita del S u s u kpotrebbe esserle d’aiuto. Suzana è una diva dall’aria misteriosa che pratica la magia nera facendo uso del rito estremo: il Susuk Keramat. “La produzione voleva un horror, io ci vedevo una black comedy. Se l’avessi diretto da solo, il film sarebbe stato pronto in sei mesi invece che in due anni. Ma chi può dire se sarebbe stato migliore?” (Amir Muhammad). “C’è una bramosia, un desiderio ardente, un bisogno estremo in tutti noi che prima o poi deve trovare realizzazione. Con il Susuk il desiderio ardente si placa, ma con il Royal Susukla la bramosia diventa inarrestabile”. (Naeim Ghalili)

giovedì 3 luglio

ore 17:00

Aus der Ferne
di Thomas Arslan, Germania 2005, 1h29’.
Questo documentario è il viaggio che il regista ha compiuto tra maggio e giugno del 2005, da Istanbul al monte Ararat, la terra dei suoi genitori. Non un reportage, ma uno sguardo personale, la scoperta della Turchia contemporanea, le impressioni e immagini della vita di tutti i giorni a Istanbul, ad Ankara, e nelle regioni della parte sudest del Paese, al confine con l’Iran, in cui recentemente si combatteva ancora.

ore 18:30

18MP
di Amir Muhammad, Malaysia 2006, 14’.

The Last Communist è stato vietato in Malaysia: per giustificarsi, politici e funzionari governativi si riconvertono in critici cinematografici. La stampa li intervista all’uscita dalla proiezione. “Se la situazione non esistesse davvero, un realizzatore di mockumentary l’avrebbe dovuta inventare. Mi fa prendere in considerazione l’idea di girare video solo per Youtube d’ora in poi". (Amir Muhammad)

Village People Radio Show
di Amir Muhammad, Malaysia 2007, 1h12’.
Nella guerra di propaganda contro il Partito Comunista della Malesia, si sottolineava come questo comprendesse persone di etnia cinese che adottavano una filosofia politica atea. Questa tattica si rivelò efficace, in un Paese a maggioranza malese-musulmana. Tuttavia, un’influente sezione del P a rtito includeva malesi-musulmani. Il film ritrae la vita di un tranquillo villaggio sud-thailandese, completo di moschea, dove i vecchi membri malesi del Partito vivono in esilio. Le loro memorie della guerriglia pluri-decennale si alternano a un dramma radiofonico thailandese. “Non avevo mai davvero vissuto in un villaggio prima, e probabilmente si vede. Il materiale girato delle riprese ora è archiviato nel museo del villaggio. Usavo Yahoo Messenger per tenermi in contatto”. (Amir Muhammad)

ore 20:30

Two In One
di Kira Muratova, Ucraina 2006, 2h00’.
Due storie separate emergono dalla narrazione: la prima comincia in un teatro, dove un attore si è impiccato sul palcoscenico. Una morte reale che è avvenuta nel mondo della falsità e dell’artificio, e nessuno ne conosce l’epilogo. Ma lo spettacolo deve continuare a qualsiasi costo. E continua… Nella seconda storia un misterioso uomo, avanti con l’età, è afflitto dalla solitudine. L’unica donna che si occupa di lui è sua figlia. Lei, stanca della sua vita da miserabile, invita una donna a casa. La porta si chiude dietro di loro, e l’unica chiave che porterà alla libertà sarà l’atto d’amore, o la morte. Ma il vero amore può mai morire?

ore 22:30

Am Ende Kommen Touristen
di Robert Thalheim, Germania 2007, 1h25’
Auschwitz non corrisponde a ciò che Sven, un giovane tedesco, aveva immaginato quando ha deciso di svolgere il suo servizio civile all’estero. Per lui, Auschwitz era un piccolo villaggio in Polonia, una lingua strana, un campo di concentramento, e il grigiore di lunghe ore di storia a scuola. A peggiorare la situazione, deve occuparsi di un anziano scorbutico, Stanislaw Krzeminski, un ex prigioniero che non ha mai lasciato il campo e che ora passa il suo tempo sia dando lezioni ai visitatori che riparando valige. In mezzo a un turbinio di sentimenti contraddittori, cresce l’amore per Ania, la compassione per Krzeminski, e si definisce la consapevolezza del suo ruolo, il difficile compito di preservare la memoria di questo posto.


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