Petting Zoo - Panorama

In Petting zoo (Micah Magee, in Panorama) Layla è una liceale dallo sguardo dolce, la pelle diafana, lunghissimi capelli biondi. Una Barbie anni Duemiladieci, ma con l’anima. Ha la testa sulle spalle. Nei primi minuti arriva in una casa piena di ragazzetti fumati, musica rap, parolacce e junk food. È un pesce fuor d’acqua e brilla come una stella che si traveste da Cenerentola e si mette a fare le pulizie, stura il disgustoso lavandino pieno di avanzi di cibo bagnato, lava i piatti e cucina una cena. Inaspettatamente finisce la serata accanto al più sballato, a ridere insieme davanti a videogiochi, a fare l’amore con lui dicendogli "I love you" prima che si addormenti. Layla (chissà se si chiama così per via della principessa di Guerre stellari) lavora, si da da fare, non pesa sui genitori, risponde ad un call center e vive a casa dell’amata nonna, un’anziana signora pluri ottantenne che protegge la ragazza e ospita anche i nipotini in età scolare e la loro madre (forse la figlia, forse la moglie del figlio non è chiaro). Una notte Layla vede Danny dormire con un’altra dopo una lite e se ne va. A scuola scopre di aver vinto una borsa di studio per un’ottima università a Austin ed esulta. Esce la sera con la migliore amica messicana, vanno ad un concerto, ballano, ridono. Layla è sempre moderata, non beve eccessivamente, non si droga, se è stanca se ne va a demornire in macchina in attesa dell’amica: una ragazza che si regolata da sè. L’unico vizio che ha è il flirtare innocentemente, se un ragazzo carino lei non si trattiene dal notarlo, guardarlo in viso con i suoi occhioni chiari dalle ciglia lunghe truccate di nero, una cosa ingenua, nulla di più. Continua la scuola, cambia lavoro, studia fino a quando scopre di essere incinta. Convoca i suoi genitori, chiede loro una firma per abortire ma il padre, integralista pro life, glielo proibisce violentemente. Layla con una classe da adulta accetta la sua nuova condizione, si commuove all’ascolto del battito del cuore del feto durante l’ecografia, si innamora di Aaron, un giovane compagno di scuola intravisto al concerto. Attori naturali, dialoghi sintetici e sinceri, luoghi aspri e spersonalizzati (a parte un magnifico deserto dell’Arizona).
Questa piccola favola dall’accento realistico non ha la pretesa di fare la lezione a nessuno né di capire l’adolescenza né di indagare la realtà sociale americana di provincia: soltanto racconta una storia di forza femminile, di riuscita, di tenace voglia di crescere, comunque e nonostante tutto. E questo, in sé, è già un bel messaggio.
(Petting Zoo); Regia e sceneggiatura: Micah Magee; fotografia: Armin Dierolf; montaggio: Chris Wright; Sound Design: Clemens Nürnberge; interpreti: Devon Keller (Layla), Austin Reed (Aaron), Deztiny Gonzales (Melanie), Jocko Sims (Mr. Brandenburg), Kiowa Tucker (Danny), Adrienne Harrel (Grandma), Emily Lape (Tante Jeanie), Cory Criswell (Onkel Doug); produzione: The Match Factory Köln; origine: Germania/Grecia, 2015; durata: 93’
