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Polvere

Pubblicato il 22 maggio 2009 da Federica Bianchi


Polvere

Quando più di due milioni di italiani ammettono d’aver provato almeno una volta nella loro vita la cocaina, quando analizzando l’aria e lo scarico fognario di Milano per dei test sull’inquinamento si rileva la presenza di questa droga, significa che si è in piena emergenza sociale e allora qualcuno come Massimiliano D’Epiro e Danilo Proietti, può sentire il bisogno di denunciare una realtà di cui troppe volte si parla velatamente. Polvere è a detta degli autori "un film denuncia contro la cocaina" ispirato ad una storia e girato in quei luoghi che quotidianamente si fanno testimoni di spaccio e consumo di droga; all’interno del film si ritrovano testimonianze reali da cui probabilmente non si può prescindere quando si sceglie di affrontare un tema come questo. Se nel contemporaneo Sbirri del regista Roberto Burchielli la finzione è costruita sulla realtà del lavoro di una squadra mobile antidroga di Milano, in Polvere l’elemento unificante con la realtà è una voce off che presto scopriremo essere quella della stessa cocaina, che si rivolge in diverse occasioni direttamente agli spettatori come per dire "quando pippate vi fate il taglio del taglio del taglio del taglio". Questa frase che coinvolge le persone in sala rappresenta il nucleo della pellicola che non stenta a mostrare un parroco o un carabiniere intenti a sniffare "polvere bianca" e che parte quindi dal presupposto che se il numero di italiani che fa uso di droga è relativamente alto, c’è la possibilita che una percentuale degli spettatori in sala possa fare o aver fatto uso di cocaina almeno una volta. A questo punto non ci si stupisce che in Italia l’uscita del film sia stata preceduta da diverse polemiche e che veda un divieto rivolto ai minori di quattordici anni. La maggior parte delle riprese in home movie donano maggiore veridicità a quanto mostrato e sono giustificate dall’inchiesta sullo spaccio e il consumo di cocaina che Domini, uno dei protagonisti, sta portando avanti a telecamere nascoste assieme al suo amico Giona. In realtà spiare questo triste mondo lo porterà a scoprire una dolorosa verità macchiata da quei microgranuli bianchi che sporcano fuori e dentro le persone. In un susseguirsi di feste, sniffate, inseguimenti e pestaggi, la macchina da presa diventa il corpo elettrico e frenetico che segue gli eccitati personaggi incalzata dalla voce della cocaina che a tratti affascina come una sirena incantatrice e a tratti tace di fronte al nulla che ha creato. L’estetica globale della pellicola risulta così avvicinarsi a un tipo di produzioni d’oltreoceano strizzando l’occhio in particolare a quei montaggi audiovisivi che contraddistinguono il cinema di Guy Ritchie. Gli inconsapevoli protagonisti dell’inchiesta di Domini rappresentano quella "generazione malvagia" che appare nelle scritte finali e di cui noi tutti facciamo parte a meno che non decidiamo di vivere sotto un altro segno, "il segno di Giona".


Polvere; Regia: Massimiliano D’Epiro, Danilo Porietti; sceneggiatura: Simona Coppini, Massimiliano D’Epiro, Danilo Proietti, Ivo Vacca; fotografia: Gianni Giannelli; montaggio: Ivo Vacca, Francesco Galli; scenografia: Nino Aprea; costumi: Grazia Matera; musica: Emanuele de Raymondi; interpreti: Primo Reggiani (Domini), Michele Alhaique (Giona), Victoria Larchenko (Giulia), Gaia Bermani Amaral (Betty), Gianmarco Tognazzi (Luca), Francesco Venditti (Fastidio), Eros Galbiati (Nick), Rita Rusic (madre), Giovanni Capalbo (Vittorio), Lola Ponce (Marcela), Fabio Ferrari (Castellacci), Loris Loddi (zio Mimmo), Alessandro Geraldini (Piacentini); produzione: Danilo Proietti, Massimiliano D’Epiro, Umberto Massa; distribuzione: Kubla Khan; origine: Italia, 2009; durata: 80’.


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