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PRENDIMI...SE PUOI!

Pubblicato il 19 febbraio 2003 da Alessandro Borri


PRENDIMI...SE PUOI!

La felicità è uno dei diritti inalienabili nella società americana, proclama Abagnale a pagina 16. E nell’intento di perseguire questa felicità (materializzata senza troppi idealismi in soldi e ragazze) il camaleontico cacciatore del sogno americano si insinua, “come una colpe nel recinto dei tacchini”, o “come un opossum su un albero di cachi” nel cuore degli anni ’60, quelli dell’ultima possibile innocenza, e fidando sulla proverbiale ingenuità del giovane popolo statunitense, scorrazza per anni fregando a destra e a manca e facendo la bella vita. Il sogno di molti, insomma. Fino a quando la fortuna gli volta le spalle, trasformando la seconda parte delle sue cronache in un’ondulata alternanza di prigioni e fughe che mette a confronto i sistemi carcerari di Francia, Svezia e USA. Ci si può chiedere cosa ha attirato in Catch Me If You Can lo Spielberg reduce da due raggelanti viaggi nel futuro. E ci si può rispondere in più direzioni. Lo pseudo pilota Frank Williams spadroneggiava negli aeroporti di mezzo mondo trentacinque anni prima di Mohammad Atta, quando “le azioni terroristiche e i dirottatori non erano ancora di moda”. Forse questa è stata la frase che ha fatto scattare la lampadina nella testa di Steven: ecco la possibilità per lo Spielberg che ha appena denunciato in Minority Report il regime liberticida post-11 settembre, salvo giustificare in corner il buon George W., di tirarsi fuori allegramente dalla mischia. Via dall’onnicoscienza computerizzata e dalla giustizia infinita e preventiva, per un rigenerante “nostalgia tour” in salsa lounge. Da un altro verso, Spielberg fa propria la vena trasformistica di Frank colorandola di cinefilia, con Di Caprio che modella le proprie varie incarnazioni sulle gesta e gesti di James Bond, del dottor Kildare o di Perry Mason. Ma non solo. Il regista sembra meno interessato alle funamboliche dinamiche della truffa e all’analisi dello spirito d’osservazione enciclopedico del truffatore che fanno il fascino delle memorie di Abagnale (niente voice over, quindi), piuttosto che alla trasmutazione del personaggio nell’ennesimo, solitario Edipo-Peter Pan lanciato verso la fine del proprio sogno un po’ utopico e un po’ misogino, e alla ricerca di una possibile famiglia nel serioso agente FBI che gli dà la caccia. Il che fa la stranezza del film, avvolto nella sua patina malinconicamente spumeggiante. Più bossa nova che samba, insomma.

[febbraio 2003]

Frank W. Abagnale (con Stan Redding)

PRENDIMI...SE PUOI!

Piemme, Casale Monferrato 2003, pp. 274, € 17,90


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