X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



PROVINCIA MECCANICA

Pubblicato il 18 febbraio 2004 da Antonio Pezzuto


PROVINCIA MECCANICA

Stefano Mordini è stato (ed è) autore di documentari molto belli, e tra questi Arbitri presentato qualche anno fa a Torino. Documentari che avevano come tratto significante lo stretto legame affettivo che si creava tra la storia raccontata e la macchina da presa. Sguardi semplici, anche quando le persone di cui si parlava non erano semplici - vedi Pazienza, per esempio - racconti liberi dalle trame libere, che sorprendevano e si sorprendevano. Mordini non era (e non è) un “regista solo”. Fa parte di quella fabbrica di cinema che sta diventando Ravenna, gruppo di amici e di artisti, tra questi Maria Martinelli (Gladiatori, Amore estremo), che spaziano tra cinema di fiction, produzione, televisione, documentario, corto e perfino organizzazioni di Festival, il Ravenna Nightmare, per esempio. Un collettivo, una forza relazionale, che permette agli autori di questo luogo della provincia di creare incroci, estendere lo sguardo per farcelo estendere. Per il suo primo lungometraggio, assistito, questa volta più dalla Medusa che dai suoi amici, Mordini continua a raccontare storie periferiche, quelle solo accennate nelle pagine interne dei grandi quotidiani ma che permettono, ai giornali locali, incredibili strilli da prima. Si cerca l’universale nei microcosmi della cronaca del quotidiano, come accade nell’arte contemporanea, ad esempio in certi lavori di Italo Zuffi, ma anche come vorrebbero fare le trasmissioni televisive pomeridiane. Unico film italiano in concorso a Berlino, Provincia meccanica è la storia di una famiglia a cui tolgono li figli, ma non solo. Non solo, perché tantissimi sono gli spunti a cui il film accenna: la disgregazione della famiglia, la perdita di una dimensione sociale da parte di quello che una volta si chiamava proletariato (che prima era un collettivo ed oggi è composto da singoli che si abbrutiscono davanti alla play station e a Tomb Rider), il sogno di una squallida casetta nella periferia della periferia, con i mutui trentennali, ossia con gli affitti che invece di darli ai privati si danno alle banche (che così almeno i nostri figli poi potranno avere qualcosa con cui partire ... anche se i figli ce li tolgono), le navi delle società russe fallite, attraccate e senza possibilità di muoversi, occupate da equipaggi che vivono in condizioni economiche, etiche, finanziarie e sanitarie indecenti, i telefoni porno, la follia. Stefano Accorsi (in alcuni momenti troppo “mucciniano”) e Valentina Cervi (in alcuni momenti veramente brava) sono i protagonisti di questa storia provinciale, Ravenna è la location, che parte con venti minuti densi - un super otto forse un po’ già troppo visto e à la page ma perfetto, la musica fighetta, e una disperazione senza senso - per poi, nel corso del tempo, perdersi in mille rivoli solo accennati, smarrendo il senso ed una composizione unitaria, per ridursi a cronistoria di una pletora di micro aneddoti (quasi degli sketch), che fotografano estetiche relazionali, tralasciandone il senso etico. Errori da opera prima, o da bulimia del racconto o da paura del vuoto o errori di una produzione che si interessa troppo ai nomi dei protagonisti, ma errori sufficienti ad allontanarci da questa storia e da quella provincia.

[febbraio 2004]

regia: Stefano Mordini sceneggiatura: Stefano Mordini, Silvia Barbiera fotografia: Italo Petriccione montaggio: Massimo Fiocchi scenografia: Tommaso Bardone costumi: Antonella Cannarozzi musica: Fabio Barovero interpreti: Stefano Accorsi, Valentina Cervi, Ivan Franeck, Luisa Pasello, Miro Landoni, Barbara Folchitto, Giacomo Piperno produzione: Medusa Film, Sky durata: 100’ origine: Italia 2004

Enregistrer au format PDF