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Ramin

Pubblicato il 15 novembre 2011 da Simone Isola

VOTO:

Ramin

Ramin Lomsadze è una vecchia leggenda della lotta libera georgiana: vanta un record di sette incontri vinti in 55 secondi. Ora però a settantacinque anni è giunto il tempo di bilanci; i ricordi iniziano a pesare e le giornate trascorrono senza sussulti. Ramin decide allora di intraprendere un viaggio che si svolge tanto nello spazio del suo paese quanto nel tempo della sua esistenza. Emerge così il ritratto di un uomo semplice, che dietro la maschera di eroe nazionale nasconde una sensibilità profonda ed una malinconia di fondo molto umana. Lo vediamo il giorno del suo compleanno, durante un pranzo luculliano organizzato dai giovani lottatori per festeggiarlo; nel commovente tributo sulla tomba dell’amata madre; nell’affannosa ricerca di una ragazza di cui si è innamorato da giovane; negli interminabili brindisi con gli amici, mentre il suo inseparabile gatto lo scruta assonnato dalla finestra. Utilizzando uno stile dove lo sguardo sul reale è filtrato da precise esigenze linguistiche, il regista lettone Audrius Stonys (autore di Earth of the Blind, 1992 e The Bell 2007) ci regala con Ramin un interessante "monologo interiore", il ritratto evocativo di un personaggio senza filtri, che cerca con difficoltà di riappropriarsi di un passato ormai lontano, i cui segni sembrano scomparsi per sempre. Un racconto dove le prospettive si intersecano, dove descrizione e ricordo finiscono per fondersi irrimediabilmente. Il volto rugoso del protagonista porta i segni di una vita vissuta con grande senso di sacrificio. La sua fisicità ora tradisce solo la volontà di riappropriarsi rapidamente del proprio passato. E cammina, Ramin, viaggia in treno, si interroga. Ogni tanto in montaggio si inserisce qualche immagine di archivio, segnata dal tempo, come a rompere il flusso lineare delle immagini e della presa diretta. Stonys realizza un’opera in cui il viaggio verso il futuro e il ripiegamento sul passato si sovrappongono. Anche perché Ramin sta combattendo l’ultimo incontro con il nemico più acerrimo mai affrontato: la solitudine e l’abbandono. Gli splendidi paesaggi accompagnano l’uomo nel suo viaggio, fungendo quasi da contrappunto ai suoi stati d’animo. In conclusione, Ramin è un ritratto d’autore intenso ed umano, realizzato con gusto e privo della facile retorica sulla terza età.


CAST & CREDITS

Regia: Audrius Stonys; sceneggiatura: Audrius Stonys, Givi Odisharia; fotografia: Andrius Kemezys;distribuzione: Taskovshi Films; origine:Lettonia 2011; durata: 58’.


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