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Ratched (Stagione 1) - Teste di Serie

Pubblicato il 6 ottobre 2020 da Stefano Colagiovanni
VOTO:


Ratched (Stagione 1) - Teste di Serie

CHI É MILDRED RATCHED?

Mildred Ratched come non la conosciamo. L’infermiera mefistofelica del capolavoro di Milos Forman, Qualcuno volò sul nido del cuculo – a sua volta tratto dall’omonimo romanzo di Ken Kesey -, “ringiovanisce” a immagine e somiglianza di Sarah Poulson, in uno show tutto suo, ideato da Evan Romansky, diretto da Ryan Murphy – impegnato anche in veste di produttore - e distribuito da Netflix. Un’operazione interessante, ma che avanza in precario equilibrio sul ciglio dello scult.

Siamo nel 1947, in California, e un’agguerrita Mildred Ratched, figura ambigua e dal profilo misterioso, raggiunge la clinica privata per malattie mentali del dottor Richard Hanover (Jon Jon Briones), con l’intento di entrare a piè pari nella squadra di infermiere del centro: nulla di strano, se non per i modi da fredda calcolatrice e arrampicatrice sociale che Mildred usa per spianarsi la strada. Una volta dentro, scoprirà che il quadro perfetto della clinica del dottor Hanover nasconde più scheletri nell’armadio di quanto si pensa e così lo spettatore nei riguardi della stessa Mildred.

Nonostante il nome di Murphy venga accreditato dietro la macchina da presa, Ratched è indubbiamente un prodotto che assomiglia agli ultimi lavori del papà di Nip/Tuck – in assoluto mai più vicino ai livelli qualitativi e di scrittura della serie medical drama più importante e sottovalutata di sempre.
Prendendo “in prestito” lo stile pallettato e lucidato di messa in scena già visto nel mediocre Hollywood, Ratched è proposto come un tortuoso romanzo di formazione, che gravita attorno alla figura di una protagonista spesso troppo imprevedibile per come ci viene presentata; la Mildred della sempre eccelsa Poulson è un personaggio che non sembra conoscere nemmeno se stessa, donna dal passato burrascoso e infestato di fantasmi, contesa da un animo all’intenzione altruista, ma deviato da un’infanzia crudele; perfino la scoperta della sua vera indole sessuale è per Mildred un’avventura senza apparente mèta, destinata a risolversi grazie all’affetto della dolce Gwen (una Cynthia Nixon in forma smagliante). Insomma, la Mildred Ratched che la serie ci propone è una donna-personaggio caratterialmente “acerba”, alla ricerca di sé e di un posto nel mondo, lontana anni luce dalla perfida infermiera conosciuta nel film di Forman – e resta da capire, ci si augura già dalla seconda stagione, se Romansky vorrà convergere quanto più possibile verso quel profilo presentato nel film del 1976. Ma proprio questo stato di perenne “indecisione” in cui Mildred si ritrova sfida un po’ troppo le attenzioni e le aspettative dello spettatore, intrappolato in un labirinto di situazioni concettualmente altalenanti: tra le intenzioni arriviste di Mildred a inizio stagione, i suoi istinti da chioccia mirati a salvaguardare lo status e la salute dei colleghi, dei pazienti della clinica, fino alla rifioritura degli istinti predatori nei confronti del dottor Hanover e, non in ultimo, del fratello Edmund (un Finn Wittrock impantanato in una performance troppo caricaturale), il personaggio di Mildred sembra scritto più per stupire, piuttosto che per un’indagine accurata nell’animo di un personaggio in balìa di eventi drammatici. Una scelta che si riverbera sulla tenuta dei comprimari, “accessori” imbellettati e prevedibili – su tutti l’acida capoinfermiera Betsy Bucket (Judy Davis) – subordinati alle intenzioni e alle azioni di una Mildred quasi onnisciente. E così anche gli eventi mostrati di un certo peso drammatico non alimentano interesse, se non nella cruenta rappresentazione di essi – e ogni riferimento alla storia gore tra il dottor Hanover e il suo giovane e ricco paziente non è volutamente casuale.

Nonostante questo perenne stato di indecisione, Ratched contiene alcune sequenze davvero ben costruite, che solleticano quella verve thriller-horror avvertibile come un brivido notturno: spiccano quella del doppio gioco di Ratched e del dottor Hanover ai danni del borioso detective privato Wainwright (Corey Stoll), grazie all’ottimo uso dello split-screen, dalla quale affiorano venature noir decisamente gradevoli; e la sequenza finale, in cui Murphy riesce a sfruttare la potenza visiva di un tramonto ingannevole e nefasto, per preannunciare la sfida incombente tra Mildred e suo fratello Edmund.

Ratched è un prodotto di puro intrattenimento solo a tratti coinvolgente, spesso in balìa della mano pesante di Murphy, e mai del tutto in grado di spiazzare lo spettatore , ormai del tutto smaliziato – e stufo? – di storielle tanto stravaganti, quanto “fasulle” e senza mordente.


(Ratched); genere: drammatico, thriller; showrunner: Evan Romansky; stagioni: 1 (rinnovata); episodi prima stagione: 8; interpreti: Sarah Paulson, Finn Wittrock, Cynthia Nixon, Jon Jon Briones, Charlie Carver, Judy Davis, Sharon Stone, Corey Stoll; produzione: The Saul Zaentz Company, Fox 21 Television Studios, Ryan Murphy Productions; network: Netflix (18 settembre 2020); origine: U.S.A., 2020; durata: 60’ per episodio; episodio cult prima stagione: 1x04 - Angel of mercy: part two (1x04 - Angelo della misericordia: parte due)


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