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Reate 2010 - Il campanello tra passato e futuro

Pubblicato il 30 agosto 2010 da Francesco Peluso


Reate 2010 - Il campanello tra passato e futuro

Chi sa cosa avrebbe pensato Donizetti se fosse stato presente al Teatro Flavio Vespasiano in occasione della serata inaugurale del Reate Festival. Una apertura in grande stile, protagonista Il Campanello, l’opera buffa composta dal maestro napoletano nel lontano 1836 ma trasformata, per l’occasione, in uno spettacolo 3D. La decisione di presentare una scenografia completamente digitale è stata senza dubbio l’elemento distintivo della serata. L’idea nasce dalla mente del regista Cesare Scarton, mentre gli avatar e gli ologrammi sono stati creati dalla Pool Factory. La serata ha segnato anche il debutto del Belcanto Chorus, costituito da artisti provenienti dal Teatro Regio di Parma e dalla Corale Luca Marenzio di Roma e della Belcanto Reate Orchestra, diretta da Carlo Rizzari. Quarantaquattro musicisti di livello internazionale si sono esibiti utilizzando strumenti d’epoca con il risultato di avere un suono più antico, trasparente e pieno di colore.
La vicenda si svolge a Napoli. La giovane e bella Serafina (interpretata da Rosa Feola) è promessa sposa all’anziano speziale Don Annibale Pistacchio (Simone Alberti). Un matrimonio che turba il cuore di Enrico (un incredibile Dario Ciotoli), l’infedele innamorato di Serafina. La cerimonia è stata fissata per il giorno prima della partenza di Don Annibale per Roma, dove si fermerà per alcuni mesi. Appreso questo fatto, Enrico cerca in tutti i modi di impedire che il matrimonio venga consumato proprio quella notte. Lo speziale per legge deve fornire i suoi prodotti medicinali a qualsiasi ora e quindi il campanello esterno alla bottega, sita sotto l’abitazione dello speziale, sarà lo strumento con cui il brillante Enrico disturberà la prima notte di nozze di Don Annibale. Il ragazzo si presenta sotto varie spoglie. Giovane ubriaco, rauco cantante, vecchietto paroliere, Enrico continuerà a farsi ricevere da Don Annibale finché, giunta l’alba, lo speziale dovrà partire in diligenza per Roma lasciando Serafina, illibata, a casa.
Durante tutta la rappresentazione abbiamo ammirato le animazioni tridimensionali riaffiguranti i vicoli di Napoli, la casa-farmacia dello speziale Don Annibale, le fiamme della tentazione, le foto del matrimonio e l’immancabile campanello. L’impatto visivo è stato gradevole, è raro assistere a una performance teatrale in cui personaggi e oggetti tridimensionali interagiscono con i protagonisti in carne ed ossa. Sarà questo il futuro del teatro? Di sicuro l’esperimento ha raccolto molti applausi in terra sabina e probabilmente ci sarebbero stati anche quelli del maestro Donizetti. Che, ricordiamolo, nel lontano 1837 trasformò i dialoghi scritti in dialetto napoletano in recitativi, adattando l’intero libretto alla lingua italiana per favorire la diffusione del lavoro. E così è facile pensare che una modernizzazione del teatro possa far avvicinare anche un pubblico più giovane, come appunto è successo a Rieti. gg


IL CAMPANELLO
di Gaetano Donizetti
Belcanto Orchestra
Belcanto Chorus
maestro del coro: Martino Faggiani
direttore: Carlo Rizzari
Proiezioni olografiche: The Pool Factory
regia: Cesare Scarton


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