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RESIDENT EVIL

Pubblicato il 10 luglio 2002 da Alfredo De Giglio


RESIDENT EVIL

Buona parte del cinema di questi anni (o decenni?) si ritrova invischiato in una endemica povertà creativa che spinge autori e produttori a riciclare tutto quello che può lontanamente trasformarsi in una “idea”. Ricordate quella frase in Io e Annie: “Per ora è solo uno spunto ma forse troverò i soldi per trasformarlo in concetto e in seguito in idea”? Questa sembra la logica produttiva di film come Resident Evil. La base di partenza sta in uno dei videogiochi più famosi al mondo e, come nella quasi totalità dei precedenti, il risultato lascia alquanto a desiderare. SuperMario Bros, Tomb Raider, Mortal Kombat (dello stesso regista) avrebbero già dovuto far dubitare della possibilità di tradurre una realtà così monodimensionale, priva di spessore psicologico e di quella che una volta si chiamava “una storia”, sul grande schermo (Final Fantasy è ben più complesso e meriterebbe analisi a parte). Nella costruzione della trama, nella concatenazione degli eventi, questo film mostra tutta la sua povertà: un’accozzaglia di “citazioni” (si dovrebbe cominciare a chiamarli plagi) presi con metodo da Alien3, la labirintica colonia penale e la fuga disperata dal mostro; da The Cube, l’ambientazione claustrofobia e le trappole; da La notte dei morti viventi, gli zombie antropofagi; da 2001: odissea nello spazio, il computer che si ribella ed inizia ad uccidere; e da Matrix, il “bullet-time”. Inoltre il regista, tanto per citare fonti “alte”, ha dichiarato di essere stato influenzato da Lewis Carroll: Alice (la protagonista), la Casa degli Specchi, gli scacchi e la Regina Rossa. Naturalmente chi vedrà il film giudicherà quanto gratuiti siano tali riferimenti. L’esigua trama è riassumibile in poche righe: un virus ha contaminato l’Alveare, costruzione sotterranea e base degli esperimenti della multinazionale Umbrella Corporation. Una squadra di soccorso, mandata ad appurare cosa sia accaduto, rimane intrappolata e dovrà difendersi dagli zombi (ex impiegati contaminati da virus), dal computer centrale e da una feroce creatura, risultato di manipolazioni genetiche.
La regia e gli attori si uniformano al tono dimesso della pellicola, perlopiù girata in teatri di posa tedeschi. Per gli appassionati del gioco aggiungiamo che questo Resident Evil è un ipotetico prequel che dovrebbe spiegare tutte le situazioni dalle quali ha inizio il videogame.

regia: Paul W.S. Anderson; sceneggiatura: Paul W.S. Anderson; fotografia: David Johnson; montaggio: Alexander Berner; musica: Marco Feltrami, Marilyn Manson; interpreti: Milla Jovovich, Michelle Rodriguez, Eric Mabius, James Purefoy; produzione: Paul W.S. Anderson, Jeremy Bolt, Bernd Eichinger, Samuel Hadida; origine: G.B./Germania; durata: 1h e 40’; distribuzione: Columbia;

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