Ricky Tognazzi: Il cinema è un’arte del mosaico

Presentato nella sezione Controcampo italiano e pronto immediatamente per l’uscita in sala, Tutta colpa della musica di Ricky Tognazzi è stato accompagnato al Lido Venezia dal regista/attore, gli sceneggiatori Simona Izzo e Leonardo Marini, e dal cast quasi al completo (unica grande assente Stefania Sandrelli) capeggiato da Marco Messeri e Elena Sofia Ricci. La cantante Arisa è alla sua prima prova da attrice e firma anche un brano della colonna sonora.
Per il film avete scelto un tema poco consueto nel nostro cinema, l’amore a sessant’anni. Perché questa scelta?
Ricky Tognazzi: Perché dobbiamo raccontare quello che conosciamo un pò meglio: i nostri amori, le nostre passioni, i nostri sogni. Colgo l’occasione per ringraziare due persone che hanno lavorato nell’ombra al film e che sono i veri responsabili, perché mi hanno presentato lo sceneggiatore Leonardo Marini: Ficarra e Picone.
Leonardo Marini: Alla base del film, c’è l’idea che oggi andiamo a vivere una sorta di discrasia tra l’età mentale e quella reale. Spesso viene fuori tanta confusione ma a volte anche esiti belli o dispiaceri.
Simona Izzo: Quello che conta davvero è essere contemporanei alla propria età. Quando si è giovani è molto facile, ma ad un certo momento della vita devi dedicarti a te stesso. Ecco perché c’è il coro, una passione. Arrivati a una certa età devi inserire una passione nella tua vita. I nostri personaggi devono perseguire la felicità. Bisogna provare ad essere felici, è il perseguimento della felicità che è importante. Può essere la religione, come fa il personaggio di Monica Scattini testimone di Geova, l’innamoramento infantile come quello del personaggio di Marco Messeri, la vita divertita, viziosa e giovanile nel caso del personaggio di Ricky.
Ricky, quant’è difficile realizzare un film corale?
R.T.: Tutta colpa della musica è cinema corale, anche ispirato dal concetto di “coro”, di gruppo che supera i singoli, come mostra il film. Il cinema è un’arte del mosaico. I film si fanno tutti nello stesso modo, pezzettino per pezzettino. Raccontare storie corali è ancora più complicato, ma anche divertente.
Una domanda per gli interpreti: cosa pensate dei vostri personaggi e come è stato partecipare a questo film?
Elena Sofia Ricci: Il mio personaggio è una donna controcorrente, che ama ancora il suo ex marito. Io non vorrei cambiare per niente al mondo l’età che ho. E’ un’età in cui non si è travolti dall’onda della passione, in cui si riesce a capire se c’è l’amore che ci muove, se c’è qualcosa che ci manda avanti. Il ruolo di Patrizia mi è veramente caro. L’onestà sentimentale di questa donna mi ha colpito, e anche l’amore per quest’uomo. Ho provato affetto per questo personaggio.
Marco Messeri: Ringrazio Ricky perché non mi ha mai fatto vedere il film prima di oggi. Volevo vederlo col pubblico. Oggi mi sono commosso. Rivedere questo mosaico di vicende che sono turbolenze dell’anima scintillate dalla musica, che è una miscela esplosiva che fa sentire diciottenni chi anagraficamente non lo è più, è stato emozionante. Il film ha regia appassionante, serrata. E’ una vera gioia essere qui, e ringrazio tutti. L’anima nasce vecchia, diceva Oscar Wilde, però ha la capacità di ringiovanirsi. E’ qui che la vita diventa commedia.
Arisa: Io ringrazio Simona Izzo e Ricky Tognazzi per aver visto in mente qualcosa che in me ancora non vedo, e cioè una capacità nella recitazione. E’ stato bello confrontarsi con questa nuova esperienza. Mi sono rivista molto nel personaggio. Quando ho letto il copione ci ho visto molto dei miei genitori, della mia terra. Per me è stata una grande possibilità. Poi Ricky mi ha chiesto di scegliere una canzone per il film. Pensavo a Vasco Rossi o a altri artisti. Poi ho pensato che avevo un mio brano Il tempo che verrà che era perfetto.
