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Ritratti - Alberto Sordi

Pubblicato il 19 marzo 2003 da Alessandro Borri


Ritratti - Alberto Sordi

Solo un’immagine, ripensando a Albertone. Rivedere, recentemente, Una vita difficile. Al Roma Film Festival, dicembre 2002, un omaggio in extremis, decine di film: capolavori, belli, pessimi. Ma...Una vita difficile: Risi-Sonego-Sordi, 1961. Sala piena, ottima copia. Verso la fine, Silvio Magnozzi - che ne ha passate tante, troppe - si arrende. Si vende alla legge del più forte. Del padrone. Coi soldi, riconquista Elena, ed essendo lei Lea Massari, forse non gli si può dare troppo torto. È stato partigiano, giornalista, ha provato a laurearsi, ha tentato di pubblicare le sue memorie. Ha perso tutto, meno la dignità. Adesso si riprende tutto, meno la dignità. Si adatta alla via tracciatagli dal traffichino per eccellenza, l’amico Franco Fabrizi. E con la sicurezza che solo i soldi danno, con a fianco la sua magnifica moglie, si butta nel boom nascente. Ed eccolo alla festa organizzata in villa (Appia antica?) dal suo datore di lavoro e succhiatore di ideali. Ricconi, alti prelati, donne ingioiellate. E lui, il padrone. C’è da presentarlo a Elena. “Vedi Elena, tu ti trovi di fronte a una persona che dal nulla è diventata una delle persone più importanti del nostro paese... Lei commendatore è riuscito a surclassare tutti, a diventare il primo in ogni campo: industria, commercio, giornali, cinema, riviste, dischi, perfino una squadra di calcio: ha in mano tutto lei”. Vi ricorda qualcosa? Forse all’epoca il modello era Rizzoli, riletta oggi la battuta acquista un senso profetico impressionante. Al Roma Film Festival la platea è scattata quasi automaticamente in un applauso liberatorio. Doppiato qualche minuto dopo quando, in seguito all’ultima umiliazione, Magnozzi rifila al “commendatore” una leggendaria papagna che lo spedisce dritto in piscina. “Elena... andiamo”. Forse Sordi era quanto di più lontano si potesse immaginare da Silvio Magnozzi, ma il fatto di averlo impersonato con tale ammirevole perfezione, è una delle tante ragioni per cui possiamo essergli grati.

[marzo 2003]


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