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Ritratti - Daniel Day Lewis, un gentleman a New York

Pubblicato il 18 marzo 2003 da Michela Carobelli


Ritratti - Daniel Day Lewis, un gentleman a New York

Martin Scorsese è riuscito a riportarlo al cinema dopo scelte personali che lo hanno tenuto per anni lontano dai set e gli ha cucito addosso il personaggio più complesso di Gangs of New York, Bill il macellaio, che è valso al londinese Daniel Day Lewis una prestigiosa candidatura - come attore protagonista - ai prossimi Oscar. In Gangs of New York Daniel Day Lewis contende la scena all’altra star del cast, Leonardo di Caprio, è spietato e allo stesso tempo bravissimo a fornire sprazzi di umanità e sofferenza a un personaggio complesso, ma a rischio di istrionismi e semplificazioni. D’altra parte non è la prima volta che Daniel Day Lewis ci sorprende positivamente, legando anima e corpo a personaggi intensi e scelti con una cura estrema - non ha mai esitato a rifiutare ruoli o film che non avesse voglia di interpretare - che vivono e sopravvivono negli anni, legati in modo unico e indissolubile (per un sapore, una sfumatura cromatica, una sensazione di fondo) al film. Alto, magro, schivo e a tratti scontroso, ma dotato di una strana gentilezza elegante e “distinta”, Daniel Day Lewis si è imposto all’attenzione del grande pubblico - dopo Camera con vista di Ivory e My Beautiful Laundrette di Frears - con l’Oscar ricevuto per il ruolo del pittore paraplegico in Il mio piede sinistro, di Jim Sheridan. Indimenticabile - chi non lo ricorda nei panni di Occhio di Falco in corsa col tomahawk in pugno e la lunga carabina a tracolla?! - ne L’ultimo dei Mohicani di Mann, interpreta con successo il ricco borghese prigioniero delle proprie convenzioni de L’età dell’innocenza di Scorsese. Ma è forse il personaggio di Gerry Conlon - jeans a zampa, capelli medio-lunghi appiccicati alla faccia, tanta rabbia e sete di giustizia - ne Nel nome del Padre a incrementare ulteriormente la sua notorietà. Ma, dopo The Boxer (1997), diretto come il film precedente da Sheridan, abbiamo dovuto aspettare cinque anni prima di vedere di nuovo Daniel sul grande schermo. Con Scorsese, di nuovo. Agli albori di una città (New York) e di un’epoca. Ne è davvero valsa la pena.

marzo 2003


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