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ROIS ET REINE

Pubblicato il 18 settembre 2004 da Antonio Pezzuto


ROIS ET REINE

Nora Cottarelle (Emmanuelle Devos), ha circa trenta anni, due ex mariti, un figlio, un nuovo fidanzato ricco e un padre che sta morendo. Il padre del suo bambino, il primo marito, è morto in circostanze strane, forse si è suicidato, forse è stato vittima di un gioco erotico, forse lo ha ammazzato lei. Il secondo, Ismaël Vuillard (Matheiu Amalric), è un musicista un po’ folle, che a causa di una sorella fragile e di un cugino invidioso, si vede rinchiuso in un ospedale psichiatrico, sotto trattamento sanitario obbligatorio, e ad essere intervistato da una psichiatra donna (Catherine Deneuve), e, in quanto donna, incapace di comprendere i problemi degli uomini, perché Ismaël ha problemi di anima e, come sappiamo tutti, le donne una anima non la hanno. I due personaggi principali non si incontreranno che un paio di volte solamente, i loro percorsi non sono paralleli, non lo possono essere, perché, come dice Ismaël, gli uomini procedono lungo una linea retta che li porta verso la morte, le donne, invece, vagano su delle bollicine, saltando, disordinatamente da bollicina a bollicina. Detto così il film potrebbe sembrare un pamphlet beceramente antifemminista, ma non è assolutamente questo il caso. Desplechin approfitta di una trama complicata, per disegnare un universo di persone sgradevoli, ed, in quanto sgradevoli, catalizzatrici di quelle che sono le debolezze, le inquietudine e le ansie che attraversano i nostri giorni. Giorni di morte, appunto. Personaggi sgradevoli, che attraversano tutti i temi cari alla filmografia di questo regista poco noto in Italia (solo ultimamente Pesaro gli ha dedicato una retrospettiva completa), ma molto amata in Francia: le relazioni familiari, i rapporti con gli amici, la relazione con la morte, il rapporto tra l’arte e la vita, tra le biografie e le autobiografie, tra il mito e la scienza. E li racconta, questi temi, queste vite e questi percorsi, ricordando la lezione della Nouvelle Vague, a cui questo film (come tutti gli altri suoi) deve moltissimo, già dalle inquadrature iniziali della Devos, che subito riporta alla memoria il Godard di Due o tre cose che so su di lei. E come Godard in quel suo film metteva al centro dello schermo Anna Karina, così Desplechin mette al centro della inquadratura - non mollandola nemmeno per una istante - una delle sue attrici feticcio, regina tra molti re, che ci conduce lungo due ore e mezzo di una sinfonia di odio e cinismo, e di relazioni, con genitori naturali, adottivi o scelti con razionalità, che partano da lontano per essere in grado di farci ritrovare noi stessi.

[settembre 2004]

Regia: Aranud Desplechin Sceneggiatura: Arnaud Desplechin, Roger Bohbot Fotografia: Eric Gautier Montaggio: Laurence Briaud Interpreti : Mathieu Amalric, Emmanuelle Devos, Catherine Deneuve, Valentin Lelong, Jean-Paul Rousillon Produzione: Why Not Productions Distribuzione internazionale: Wild Bunch Durata: 150’ Provenienza: Francia, 2004

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