X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Roma 2015 - Dobbiamo parlare

Pubblicato il 22 ottobre 2015 da Stefano Colagiovanni

VOTO:

Roma 2015 - Dobbiamo parlare

L’amore è una questione di coppia: se non esiste corrispondenza (d’affetti e d’intenti), tutto ciò che è stato costruito con illusoria accuratezza finisce con l’essere spazzato via, come un castello di sabbia travolto da una burrasca. E il caso ci insegna che la distruzione sopraggiunge sempre quando meno la si aspetta.

Non si presta a equivoci la nuova commedia di Sergio Rubini che con Dobbiamo parlare, si cimenta nel doppio ruolo di regista/protagonista, in una direzione che strizza l’occhio in maniera vistosa (anche fin troppo plateale) alla messa in scena teatrale, ricordando (fortunatamente solo in questa accezione) il dispiacevole Soap opera di Genovesi, presentato al Festival di Roma lo scorso anno.

La vicenda si svolge nell’appartamento in affitto di Vanni e Linda (Rubini, per l’appunto e Isabella Ragonese), coppia di scrittori in convivenza da dieci anni; ai due si aggiungono prestissimo Alfredo detto “il prof” e sua moglie Costanza (uno straripante Fabrizio Bentivoglio, insieme a Maria Pia Calzone), coppia sull’orlo dell’autodistruzione, causata da tradimenti, incomprensioni e due caratteri apparentemente incompatibili. Il tentativo di riappacificare Alfredo e Costanza si rivelerà un’arma a doppio taglio per Vanni e Linda, che non riusciranno a trattenere l’emersione di remore trascorse, fino a sfociare in un litigio dal quale sarà difficile ricominciare come se nulla fosse accaduto.

Le fondamenta sulle quali Rubini mette in scena un personalissimo dramma comico-sentimentale, si sovrappongono alla scelta di un ambiente (la casa in affitto di Vanni e Linda) vituperata da imperfezioni, difetti di costruzione e acciacchi che fortificano a mano a mano il tono dell’intera narrazione, incoraggiando l’involuzione sentimentale dei due, costretti a partecipare senza possibilità di fuga allo sgretolamento del loro rapporto di coppia: una serie di scomode rivelazioni (confessioni), condotte in parallelo alla crisi matrimoniale di Alfredo e Costanza, incorniciate da un incipit e un denoument ricondotto a un diverso punto di vista, prima quello di uno e ben due in conclusione. Piccoli pesciolini rossi, animali muti per antonomasia, introdotti simbolicamente per suggerire la giusta chiave di lettura del film allo spettatore; sono i due pesciolini che finiranno con l’innamorarsi l’uno dell’altro, mentre assistono al decadimento sentimentale degli umani che, dal canto loro, in qualità di individui intellettualmente evoluti, avvertono e non resistono al bisogno di parlare, di spifferare, di rinfacciare o di mentire. Meglio non parlare? si domanda Rubini. Solo così si riesce a salvare un rapporto di coppia? Oppure il segreto sta proprio nel contrario? Nessuno lo sa. Perché se da una parte vale la prima ipotesi, dall’altra sembra valere la seconda: e questa indecisione, questa duplice risposta, non facilita il compito per Sergio Rubini, sia in veste di regista che in quella di Vanni. Per questo motivo Dobbiamo parlare finisce col soffrire di confusione, lasciandosi trasportare in alcune scene anche da scambi di battute eccessivamente contorte ed elaborate e, per di più, spesso si appoggia volontariamente e a peso morto sulla sboccacciata favella di un Fabrizio Bentivoglio energico e incorreggibile.

C’è di peggio, va detto. E in casi come questo non si può non apprezzare l’impegno e l’ambizione di un opera che si allontana a tempo debito da quei castelli di sabbia, prima che sopraggiunga la burrasca. Ma giusto per un pelo.


CAST & CREDITS

(Dobbiamo parlare); Regia: Sergio Rubini; sceneggiatura: Carla Cavalluzzi, Diego De Silva, Sergio Rubini; fotografia: Vincenzo Carpineta; montaggio: Giogiò Franchini; musica: Michele fazio; interpreti: Sergio Rubini, Isabella Ragonesi, Fabrizio Bentivoglio, Maria pia Calzone ; produzione: Palomar, Nuovo teatro, Rai Cinema; distribuzione: Cinema; origine: Italia, 2015; durata: 98’; Proposta di voto: 3


Enregistrer au format PDF