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Roma 2015 - Office 3D

Pubblicato il 18 ottobre 2015 da Stefano Colagiovanni

VOTO:

Roma 2015 - Office 3D

Ma quanto è dura diventare grandi? Abbandonare gli svaghi giovanili, abituarsi a sacrificare il proprio tempo libero, dedicare anima e corpo al proprio lavoro, migliorarsi giorno dopo giorno, pensare solo a se stessi e al futuro che siamo costretti a costruirci per regalarci un posto d’onore nella società. Con tutti i rischi del caso annessi, fino a perdere di vista la nostra stessa identità, perché basta un piccolo gesto o poche parole per abbandonare le nostre vite in una prigione dalla quale diventa impossibile evadere. Così l’alienazione (e la bramosia e la disperata ricerca del successo) divorano il corpo e l’anima, trasformando l’uomo gonfio di sogni e speranze in un involucro vuoto, semplice riflesso trasfigurato di se stesso.

E’ un monito esplicito quello che Johnnie To rivolge al pubblico con il suo nuovo film, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Office (realizzato incomprensibilmente in 3D) è, in realtà, un musical, per quanto possa suonare strano ai più accaniti fan di uno dei maggiori e prolifici maestri di crime-story di Hong Kong. Utilizzando dei protagonisti non propriamente originali e un tantino macchiettistici, To sviluppa un intero arco narrativo in interno (quello di un ufficio, per l’appunto), tempio e fulcro dell’esistenza di individui costretti a superare limiti caratteriali e difficoltà provenienti da ogni angolo del mondo nel quale sopravvivono, con l’intento di spiccare e distinguersi su ogni altro collega-avversario. L’imprevedibilità del comparto umano che compone Office sta tutto nelle varie sfaccettature dei comprimari, autentiche mine vaganti, che vivono le rispettive esistenze in bilico tra razionalità figlia di un innato senso del dovere professionale, e la voglia di scomparire per sempre dal mondo-prigione per il quale hanno lottato anima e corpo. Così le vicende di un giovane ambizioso, ostinato a diventare il migliore nella società Jones & Sunn, si intrecciano con la ricerca dell’indipendenza della nuova arrivata, in realtà la figlia del presidente della società stessa, ad altri rapporti d’amore e convenienza, legati tra loro da un unico filo conduttore: il desiderio di prevaricare sugli altri.

Johnnie To sceglie un registro per lui atipico, quello del musical, che finisce con l’assumere caratteristiche care alla rappresentazione teatrale in qualche sequenza di troppo, lì dove azioni e reazioni appaiono forzate e piegate a scelte narrative che avrebbero meritato uno sviluppo più accurato e meno sbrigativo. Tutti i personaggi vengono posti fin da subito in una condizione di ardua difficoltà, spinti da forze esterne alla perdita dei valori impartiti loro dall’educazione scolastica, rischiando di smarrire quei principi di lealtà e nobiltà che la stessa società cinese pretende e ostenta con fierezza. Con ogni probabilit l’aspetto più interessante dell’intera pellicola, più interessante perfino del percorso intrapreso dai protagonisti e dai rispettivi comprimari, è rappresentato dal modo in cui il cineasta di Hong Kong descrive la società cinese, quella ricca, industrializzata, professionalmente ed economicamente competente con le superpotenze mondiali (America in primis), in un contesto economico nazionale forte, ma non stabile e incline a sbalzi improvvisi, come da tempo ci ha abituato il mondo della borsa; in questa giungla caotica, gli uomini-bestia si azzannano, tendendosi trappole in continuazione, cercando di mantenere il loro status di cacciatori, o provando a diventare tali. Ma è la vita stessa a dettare i tempi, con i dovuti e imprevedibili capricci del caso, e per quanto l’uomo-bestia avido di successo si impegni nel danneggiare il prossimo per tornaconti personali, arriva per ognuno il momento di inciampare e cadere.

In questa storia dal piglio satirico, un po’ inquisitorio e canzonatorio, il messaggio che se ne coglie non esalta la capacità di rialzarsi dopo un aver fallito, ma quella (di gran lunga più ardua da perpetrare nel tempo) di non smarrire mai se stessi, e vivere la vita come siamo in realtà, senza provare a essere ciò che non dovremmo diventare mai: bestie voraci nella giungla del mondo.


CAST & CREDITS

(Hua li shangban zou); Regia: Johnnie To; interpreti: Sylvia Chang, Chow Yun Fat, Eason Chan, Tang Wei, Lang Yueting, Wang Ziji; origine: Cina, 2015; durata: 117’; Proposta di voto: 3


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