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Roma 2015 - Pan

Pubblicato il 18 ottobre 2015 da Stefano Colagiovanni

VOTO:

Roma 2015 - Pan

Partiamo da una premessa fondamentale: il Pan diretto da Joe Wright e presentato nella sezione parallela della Festa del Cinema di Roma, Alice nella città, e non ha nulla a che vedere con il classico animato della Disney né a livello formale né sostanziale, infatti, dopo appena venti minuti di proiezione, non è affatto in grado di coinvolgere il pubblico.

La storia che viene narrata vede protagonista un giovanissimo ragazzino di nome Peter (interpretato dall’esordiente Levi Miller), costretto a vivere in un orfanotrofio dopo essere stato abbandonato dalla madre quand’era ancora in fasce; una notte, Peter e gli altri ospiti dell’orfanotrofio vengono rapiti da una banda di loschi pirati capeggiati dal crudele Barbanera (un Hugh Jackman quasi fuori contesto e sprecato in un prodotto fin troppo scadente) e condotti verso un luogo fantastico e misterioso, l’Isola Che Non C’è. Tale evento rappresenta per Peter l’inizio di un’avventura ai limiti dell’immaginazione, che lo condurrà alla scoperta del suo destino e del passato della madre scomparsa.

Con ogni probabilità, l’unico pregio del Pan di Joe Wright combacia con la scelta di illustrare il mito creato dalla fantasia e dalla penna di J. M. Barrie, partendo da un diverso punto di vista, quello dello stesso Peter (destinato poi a diventare Peter Pan), al contrario da quanto narrato nel classico firmato Walt Disney: unico, perché Pan finisce con l’essere schiacciato (e poi soccombere) sotto una discarica di effetti speciali costruiti e utilizzati in maniera del tutto strampalata. Una scrittura piatta e superficiale che non invita il giovane pubblico né alla risata, quantomeno a una riflessione matura e genuina, nonché dalla totale mancanza, imperdonabile peccato capitale, di una morale; Pan non sembra essere neppure una storia, ma un triste tentativo di dar corpo a un simbolo, fiaccato e trucidato dall’ostinazione di Wright di assemblare un action per piccini, senza anima, né cuore, sorretto unicamente dall’idea di conquistare il pubblico a colpi di cliché e battute d’effetto (per giunta mal riuscite). L’ostinazione dei personaggi nell’attenersi a un registro caratteriale sciatto e monocorde non consente loro alcuna trasformazione, né involuzione, ma semplici cambiamenti di status preimpostati e macchiettistici, fin troppo prevedibili e irritanti; ciò, unito all’assenza di sottotrame utili per fortificare la narrazione principale e la totale privazione di plurime chiavi di lettura, contribuisce a rendere Pan un fiasco totale sotto ogni punto di vista.

Non sono certo questi i film adatti a un pubblico intellettualmente immaturo, nemmeno se concepiti come valvola di sfogo per intrattenere, senza l’obbligo di educare: perché il cinema deve porsi sempre, e in primis, un obiettivo di natura didattica, anche a costo di sovrastare l’intrattenimento, ingrediente necessario a sua volta. Ci ha pensato la Pixar da qualche anno a questa parte. Peccato che Joe Wright non lo abbia capito neppure lontanamente.


CAST & CREDITS

(Titolo originale); Regia: Joe Wright; sceneggiatura: Jason Fuchs, J. M. Barrie; fotografia: John Mathieson, Seasmus McGarvey; montaggio: William Hoy, Paul Tothill; musica: John Powell; interpreti: Levi Miller, Hugh Jackman, Rooney Mara, Garrett Hedlund, Adeel Akthar; produzione: Berlanti; distribuzione: Warner Bros. Italia; origine: U.S.A., 2015; durata: 110’; Proposta di voto: 2


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