Il muro che rende impossibile l’amore tra Denise e Michael si chiama filo spinato. Circonda il carcere di San Quintino, il braccio della morte dove Michael attende l’esecuzione dal 1996, condannato per un duplice, atroce omicidio. I due si sono sposati per procura, dopo essersi conosciuti attraverso una fitta corrispondenza tra il Texas e la lontana Olanda. Storia di un amore che travalica ogni sorta di confine materiale e spirituale, baci che attraversano la freddezza del vetro della sala dei colloqui, pianti liberatori che non ammettono catarsi.

Un sentimento vasto e impossibile da indagare, semplicemente osservabile nel suo compiersi, nonostante la diffidenza della stessa famiglia di lui, la difficoltà di organizzare i viaggi negli Stati Uniti e la pena nel sapere di poter visitare il marito per pochi ore all’anno. Un documento tragico e agghiacciante che segue con delicata distanza la sofferenza di una donna che non potrà mai invecchiare con l’uomo che ama, ma che trova il sorriso e una felicità senza finti orpelli nel sospirato giorno del matrimonio, vestita di bianco e senza Michael accanto. Costui attraverso il vetro racconta di un pentimento tardivo, di una rinascita spirituale, di un perdono che mai arriverà: Denise sarà anche minacciata con un fucile da uno dei famigliari delle vittime, che grazie a un assurdo giuridico, negli Stati Uniti hanno potere di decisione nella sentenza finale.

Con una troupe all’osso (i due registi stessi, fieri filmakers indipendenti), Glass kisses emana momenti di altissima e dolorosa poesia nel mostrare la passeggiata solitaria di Denise sulla spiaggia. Michael, dietro il vetro, grazie allo schermo di un computer è con lei.

[28 maggio 2006]

(Vingers op het glas) Regia, fotografia e montaggio: Edwin Bakker, Olaf Koelewijn; Produzione: LongShort Producties, Edwin Bakker; Origine: Olanda, 2005; Durata: 50 min; Web info: Sito LongShort