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RomaFictionFest 2009 - Moonshot. The Flight of Apollo 11

Pubblicato il 8 luglio 2009 da Nicola Lazzerotti


RomaFictionFest 2009 - Moonshot. The Flight of Apollo 11

“…one shot, or one opportunity…One moment”
(Lose Yourself, 2002)
Così Eminem raccontava il breve lasso di un attimo, un momento cardine in cui tutta l’espressione di una vita si esplicava e si radicava in un’azione, in un gesto. Questo in sintesi racconta Moonshot. The Flight of Apollo 11, l’impresa di una vita e di una nazione. La lotta contro il tempo per essere primi, nella supremazia dello spazio, come disse Kennedy. Un esercizio di volontà assoluta di un trio di uomini devoti ad una missione prima di tutto personale e poi collettiva. La conquista della Luna è questo in fondo l’ultimo grande passo dell’umanità, per citare la celebre frase di Amstrong. Un’umanità ancora divisa ed immersa nel terrore dell’era nucleare e della Guerra Fredda, ma che per quell’unico, singolo attimo si è sentita unita. Un momento che l’umanità ancora non è stata capace di riconquistare.

Il racconto perfettamente inquadrato in una dimensione di docu-fiction, ne rispetta i canoni alternando sapientemente immagini di repertorio N.A.S.A. con altre ricostruite in studio. Anche la dimensione narrativa non soverchia mai quella storica. Il senso del film non si perde in una semplicistica riduzione patetica ma rimane sempre in un qualche modo distaccato, quasi volesse mostrare anziché raccontare. Interessante, in tal caso, il modo in cui i caratteri dei due protagonisti sono stati portati sullo schermo. Amtrong (Daniel Lapaine) glaciale ed eternamente lucido, quasi una macchina, ma con i suoi “sacrosanti” momenti liberatori, personali o al limite consumati con la moglie. Aldrin (James Marsters, lo Spike di Buffy the Vampire Slayer) al contrario un carattere venato da un profondo romanticismo, epidermico e vitale. Due sono le sequenze che rendono meglio gli elementi cardini dei caratteri dei protagonisti. La prima quando Amtrong spiega ai propri figli i rischi a cui andrà incontro durante la missione e alla seria possibilità di perdere la vita. Non utilizza semplici allegorie o mezzi termini, ma con rispetto affronta i bambini mettendoli difronte la realtà. Viceversa Aldrin, che si lascia andare spesso alle emozioni, nella sequenza della festa (tra l’altro molto simile a quella di Apollo 13, in cui Tom Hanks ad un’analoga festa si ferma ad osservare la Luna, ossessione per entrambi i personaggi), si isola e guardando la Luna l’unica cosa che sa esprimere è il suo desiderio, il ricordo lacerante dell’essere nello Spazio una sensazione unica che non riesce a ricordare, perché non replicabile sulla Terra. Aldrin è un uomo che si nutre di sensazioni e di emozioni.

Moonshot. The Flight of Apollo 11 è un ottimo prodotto televisivo, capace di rendere al meglio la dimensione televisiva per il quale è stato concepito e per commemorare i qurant’anni dallo sbarco sulla Luna, ottimo inizio per questa terza edizione del Roma Fiction Fest.


CAST & CREDITS

(Id); Regia: Richard Dale; sceneggiatura: Tony Basgallop; fotografia: Paul Jenkins; montaggio: Peter Parnham musica: Richard Blair-Oliphant; interpreti: James Marsters (Aldrin), Daniel Lapaine (Armstrong), Andrew Lincoln (Collins), Anna Maxwell Martin (Janet Armstrong); produzione: B.B.C. worldwide; origine: U.K., 2009; durata: 90’


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