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Senza trucco (DVD)

Pubblicato il 23 ottobre 2012 da Alessandro Izzi


Senza trucco (DVD)

Forse il più grande complimento che si può fare a Giulia Graglia, autrice di Senza trucco, è che più che una regista di cinema (mestiere che il digitale ha reso tristemente alla portata di tutti) ci sembra un’abile soffiatrice di vetro.
Soffiare vetro, infatti, più che un solido artigianato tramandato nei secoli, è la capacità tutta particolare di dare un corpo all’invisibilità dell’attesa. È un atto creativo che ci imparenta alla divinità biblica che infuse vita proprio mediante il soffio, ma ha a che fare con la sabbia delle clessidre scaldata al fuoco delle necessità. E il risultato sono fantasmi, freddi come la morte, eppure solidi che puoi toccare, prendere in mano, usare.
Quel che soffi nel vetro fatto elastico dal calore della passione, ci insegna il poeta, può essere semplicemente bello. Ma può essere anche utile o, addirittura, necessario.
Tra tutte le cose che poteva soffiare nel vetro, Giulia Graglia ha scelto i calici. E se è da tutti girare un documentario sui bicchieri è da pochi, invece, soffiare calici e fare, di quel soffio, un film.
Giulia Graglia, in fondo, fa questo: sceglie quattro donne, quattro produttrici di vino, quattro storie belle e toccanti e soffia, per ciascuna di loro, un calice diverso per forma e trasparenza. Più che del regista, assume il portamento del sommelier che si accosta alla botte del suo vino e sceglie, tra tutti i possibili, il calice che meglio ne esalterà la struttura. Poi con trepida pazienza attende che l’ossigeno, il calore della mano, l’impressione dell’ambiente sviluppino nel vino, come una fotografia su lastra d’argento, il senso del suo sapore.
Ha l’attitudine della documentarista, Giulia Graglia. Accende la macchina da presa davanti al Reale, con la diligenza degli appunti di produzione in una mano, pronta, però, a farsi stupire dalla materia del suo canto che ha una volontà sua e cammina e parla in base al suo estro e all’umidità della cantina.
Le sue donne, in fondo, sono come i vini che producono, hanno una vita loro che non puoi prevedere, né guidare. E come il vino viene diverso di anno in anno, col mutare delle condizioni e degli umori, allo stesso modo la ripresa viene diversa di ciak in ciak con buona pace della tabella di marcia che ci si era proposti.
La regista accetta l’azzardo e si lascia guidare dal sapore e dal colore delle sue storie. Alla forma penserà il cristallo quando si sarà fatto solido eppure fragile, elegante quanto invisibile.
Così Senza trucco diviene, in corso d’opera, un film strano e struggente, di quelli che non ti è facile incasellare in una categoria precisa.
Ha dalla sua la pazienza dell’attesa. Quella delle donne che aspettano il maturare dell’uva o il peso della prima neve. E quello della regista che indugia con loro e, forse il suo merito più grande, aspetta anche «per» loro.
Racconta le loro storie e per questo scompare come il vetro davanti al colore del vino, ma chiude il tutto nella sua forma che accoglie e dà respiro. E come le sue produttrici scelgono la strada del vino naturale, che non prende scorciatoie dalla vite alla botte e china il capo di fronte al bisogno della pianta, anche il film preferisce piuttosto piegarsi che essere potato dalla fretta delle macchine.
Senza trucco non è un film perfetto, ma la non perfezione è la condizione del suo essere, è il rischio messo sulle spalle e portato sino alle estreme conseguenze. È un film che non si pone il problema di come accattivarsi il suo pubblico: non vuole essere un vino buono per ogni occasione. Piuttosto si lega allo scorrere del Tempo con la precisa cognizione che quello è il ritmo e solo il resto è noia. E nel far questo probabilmente rispetta il suo pubblico più di quanto non facciano tanti altri.
Forse non era l’annata perfetta per il capolavoro, ma questo è vino di gran scuola che a berlo scalda e lascia impresso il suo ricordo.

La qualità audio-video

Il quadro è complessivamente nitido e pulito. La bella fotografia di Tarek Ben Adallah respira bene nel dvd complice anche la durata del film (78’ che non è poco per un lavoro di questo tipo). I colori sono brillanti e ricchi di sfumature e l’immagine gode di un discreto livello di profondità.
Buono anche l’audio Dolby Prologic 2.0. Come sempre avviene in un documentario, non mancano scene in cui la ripresa del suono deve scendere a patti con condizioni ambientali precarie, ma l’intellegibilità dei discorsi non è mai messa seriamente in discussione.

Extra

Assenti.


(Senza trucco); Regia: Giulia Graglia; interpreti nel ruolo di se stesse: Nicoletta Bocca, Elisabetta Foradori, Dora Forsoni, Arianna Occhipinti; distribuzione DVD: Effetto Notte
formato video: HD 16/9; audio: Italiano Pro Logic 2.0; sottotitoli: Inglese

Extra: Assenti


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