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Smallville

Pubblicato il 27 gennaio 2003 da Alessandro Izzi


Smallville

Strana formula quella che ha determinato la nascita di una serie televisiva come Smallville!
L’idea sarebbe quella di fondere insieme alcuni dei generi televisivi di maggiore successo di queste ultime annate in modo da creare un prodotto in grado di soddisfare i palati più eterogenei. Seguendo una forma di ibridazione di generi già sperimentata, con minor successo, in una serie di telefilm come Roswell si è cercato di innestare, infatti, all’interno di una classica trama di fantascienza, gli elementi narrativi delle commedie sentimentali che tanto fanno la gloria della televisione americana. Raccontando le vicende dell’adolescenza di Clark Kent (prossimo a diventare Superman) gli autori di questa serie non si sono limitati, quindi, a gettare la propria sonda su quel periodo della vita del super eroe che resta il meno conosciuto dal pubblico, ma hanno cercato di produrre un vero e proprio monstrum narrativo di grande complessità. Da una parte abbiamo, infatti, gli intrighi amorosi delle serie adolescenziali alla Beverly Hills o alla Melrose place (rilette, però, attraverso il filtro metacinematografico tipico di una serie di culto come la Dawson’s creek di Kevin Williamson), dall’altra abbiamo le atmosfere e gli orrori che telefilm come Millenium e, più ancora X-files hanno saputo regalare al loro pubblico sempre più numeroso.
La fotografia, il taglio minimale delle vicende amorose e dei primi palpiti sentimentali (accompagnati da piccole canzoni di grido destinate ad arricchire prossime compilation in vendita nei negozi di dischi), ricordano, in effetti, anche troppo la bella serie televisiva ideata da Williamson, ma è da dire che le somiglianze si esauriscono tutte qui, perché a Smallville manca quel tono da elegia, malinconica e tormentata al tempo stesso, dell’adolescenza che fa, invece, tutta la poesia dei migliori episodi di Dawson’s creek.
Resta, in parte, la visione di un mondo rurale dai netti colori pastello, con ampie distese di granturco e famiglie felici tra fragranze di torta di mele e sciroppo di mirtilli. Una visione fugace, questa, presto contraddetta dalle derive horror che molti episodi non tardano ad annettere al loro interno e che ci riporta ad una provincia americana in cui tutti si conoscono e in cui lo spettegolare amichevole è l’unico ponte di raccordo con il proprio poco vicinato.
Su questo sfondo simpaticamente rivissuto con un pizzico di malinconia e un altro di ironia (la provincia è sì bella, ma chiunque è costretto a passarci la vita non fa che sognare il giorno in cui potrà lasciarsela alle spalle) il periodo dell’adolescenza, che è già da solo tra i più critici della vita diventa, se si vuole, ancora più problematico. Come poter accettare il proprio ineluttabile cambiamento fisico e mentale se il mondo intorno a noi si ripete immutabile in riti che non ammettono deroghe o sospensioni? E, aggiungono gli autori del telefilm, come accettare le propria crescita se il nostro destino è quello di diventare presto invidiati super eroi e siamo, per questo così assolutamente diversi dalle persone che ci circondano?
L’idea migliore di tutta la serie risiede, in questo senso, proprio nel modo in cui fa coincidere con grande delicatezza la maturazione sessuale di Clark Kent (che scopre qui anche tutto il dolore che può derivare dall’innamorarsi di una persona) con la scoperta dei suoi poteri sovrumani (Kent scopre di potersi librare in volo perché si solleva sul suo letto durante un sogno precisamente connotato da simbologie erotiche). Superato questo elemento di originalità (che ci sembra molto desunto dal già citato Dawson’s creek) restano, però, degli episodi non molto fantasiosamente realizzati e tutti impostati secondo un modello narrativo già abbondantemente sperimentato in X-files.
Debole nel giostrare il versante sentimentale della vicenda, risaputo nell’impaginare le parti horror il telefilm risulta posticcio nel suo tentativo di mettere insieme, già nell’infanzia, i personaggi di Superman e Lex Luthor (che sono, qui, addirittura quasi amici dal momento che il primo salva la vita del secondo). Insomma, a parte qualche sprazzo anche geniale, alla fine il tutto resta solo un prodotto medio arricchito dalla giusta messe di effetti speciali.

[gennaio 2003]


(Smallville); Interpreti: Tom Welling, Kristin Kreuk, Michael Rosenbaum, Eric Johnson; Superman creato da: Jerry Siegel e Joe Shuster; Sviluppato per la televisione: Alfred Gough e Milse Millar

Messa in onda: tutti i mercoledì; Ore: 21:00; Rete: Italia 1


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