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Smells like teen innocence

Pubblicato il 16 ottobre 2005 da Marina Delvecchio


Smells like teen innocence

Expectations Anything ’s better than posh isolation... Difficile sapere cosa aspettarsi dal primo tour italiano di una band così misteriosa e invisibile come gli scozzesi Belle and Sebastian. Un nome tratto dalla favola di una novellista francese, sin dai loro esordi a Glasgow nel ’96 precisi come scolaretti hanno portato avanti un british pop prezioso e indipendente e un’estetica insolita ma ben precisa, condotta contro ogni regola di mercato. Immagini di un’innocenza quasi pornografica sulle copertine dei loro LP rimandano direttamente a melodie ingenue e fragili solo in apparenza, ma forti di una chiara consapevolezza della storia del pop e della psichedelia. Una maniacale volontà di non apparire fatta di rare, ingannevoli foto della band in pose insolite, mascherate o hopperianamente congelate testimonia l’aspirazione a non contaminare una gioiosa individualità con la banalità mediatica a cui sono costretti oggi i musicisti. Ma mette anche una distanza rispetto all’avvolgente cortina, al delicato abbraccio che sembra offrire la loro musica, che mescola suggestioni alla Velvet Underground prima maniera con la tradizione degli Smiths, passando attraverso il folk inglese di Nick Drake. Belle and Sebastian are the product of botched capitalism. It would be nice to say they were the children of socialism, but that would be a fib recita il retro del secondo album If you’re feeling sinister. Non proprio Dylan, insomma, ma quasi. Cigni nel traffico, secondo una definizione coniata per loro da Melody Maker, Albe al tramonto, i loro testi ammiccano a Salinger e a Sylvia Plath passando dai sogni adolescenziali (solitudine, primo amore, vita da college) dei primi due album alla malinconica delusione che accompagna la maturità in The boy with the arab strap fino all’ultimo Folds your hands child. Canzoni che spezzano il cuore ad una generazione anestetizzata da troppi automatismi, che mettono le mani indisturbate nel dolore bianco della postmodernità per riemergere in forma di innocue storielle su Glasgow e provincia, di nonsense improvvisati solo in apparenza. The boy with the arab strap Record company man I won’t be coming to dinner Ma questa è storia passata. Il 2001 ha visto la felice collaborazione con Todd Solondz, regista americano indipendente, e Belle and Sebastian sempre più proiettati sulla scena internazionale e pronti ad uscire allo scoperto. E due anticipazioni della colonna sonora di Storytelling che uscirà a giugno in Gran Bretagna sono i brani che aprono il concerto di Roma: il primo strumentale, seguito da Wandering alone. Niente di nuovo per chi li conosce bene e sa che dal primo Tigermilk il loro sound si muove su due binari intrecciati che alternano accordi nudi e semplici a intricate melodie con episodici echi spagnoleggianti. La prevista presenza di un’orchestra d’archi salta per imprecisati motivi e sul palco salgono solo gli otto componenti. Ma Stuart Murdoch, voce e mente della band, non sembra intenzionato a mantenersi nei limiti della tranquilla sessione acustica dai suoni ovattati e dimostra fin da subito una presenza e una voce meno fragili di quanto sembri. Le atmosfere soffuse, da urban romance dei loro dischi acquistano vigore e un tessuto musicale più ricco e intenso, anche i brani meno dinamici tratti da If you’re feeling sinister (Get me away I’m dying, Julia and the dream of horses) fino alle esplosioni di The wrong girl e di The boy with the arab strap - sicuramente il pezzo che trascina di più l’uditorio -, ma anche di Dirty dream number two, che Murdoch sceglie di cantare insieme ad una ragazza del pubblico (pura improvvisazione?). L’inquietante Isobel Campbell, stralunata Alice in Wonderland, offre la sua voce rotta alla maniera di Nico per Family Tree, mentre forte di un’immediata sintonia col pubblico la band si produce in gag di humour inglese. Tutto ha l’aria di una jam session - anche quando, per riempire una pausa, si lanciano in una cover di Satisfaction degli Stones -, niente filtri tra palco e platea: 90 minuti tra vecchi amici. Sembrerebbero ingenuità da provinciali, così come il loro insolito percorso nel tentacolare mercato del pop ha qualcosa che rasenta il manicheismo adolescenziale. Ma B&S non devono poi essere tanto provinciali, se in pochi anni si sono costruiti un’accolita di fans che li segue ovunque e li venera come fossero una religione misterica e hanno saputo trovare quiet(ly) un new loud, che eredita la migliore tradizione britannica e che ha tra i suoi epigoni gli episodi più interessanti della recente stagione, come Turin Brakes e Kings of Convenience.

Belle and Sebastian - Roma Horus club, 15 aprile 2002

Discografia essenziale

If you’re feeling sinister , album, 1996, Jeepster music JPR CD/LP/MC

Dogs on wheels , singolo, 1997 , Jeepster music JPR CDS/12/7

Lazy lane painter Jane, singolo, 1997 , Jeepster music JPR CDS/12/7

3...6...9..seconds of light, singolo, 1997, Jeepster music JPR CDS/12/7

The boy with the arab strap, album, 1998 , Jeepster music JPR CD/LP/MC

This is just a modern rock song, singolo, 1998, Jeepster music JPR CDS/12/9

Tigermilk, album,1996 EHR LP - 1998 JPR CD/LP/MC

Legal man , singolo , 2000, Jeepster music JPR CDS/12/7

Folds your hands child, you walk like a paesant, album , 2000, Jeepster music JPR CD/LP/MC


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