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SOLE

Pubblicato il 15 febbraio 2007 da Andrea Esposito


SOLE

Sole è un documentario del 2000 di Mariangela Barbanente sulla drammatica condizione delle braccianti pugliesi. Sfruttate dai ‘caporali’ (che reclutano le donne e le portano a lavoro, in cambio di una percentuale sulla paga già bassa), iniziano la giornata alle tre di notte, quando salgono sui pullman stracolmi per raggiungere la campagna dove lavorano, distante decine e decine di chilometri.
Il movimento dei pullman è il leitmotiv del film: questi pullman che fendono le strade, di notte, carichi di donne. E solo quando uno di essi ha un incidente, come spesso accade, sui giornali si torna a parlare delle grame condizioni di vita cui le braccianti devono adattarsi.
E’ proprio in occasione di uno di questi incidenti che la Barbanente comincia a progettare questo documentario. Dopodichè passano cinque anni (durante i quali raccoglie i soldi per girarlo), fatti di sopralluoghi e di discorsi con le donne che appariranno poi nel documentario. Una conoscenza sedimentata tra regista e braccianti che sullo schermo si vede: la Barbanente vive le storie delle donne, ed esse trovano il coraggio di confidarsi a lei. Si percepisce la sua presenza dietro la macchina da presa, così come si coglie nello sguardo cinematografico lo sguardo di lei, partecipe e attivo, uno sguardo di donna che vuole ritrarre con amicizia le altre donne che compongono il documentario. Si sente una confidenza, una complicità, un rapporto tra pari.
Così facciamo la conoscenza di Daniela, che lavora in campagna ma ha cominciato a studiare per diventare assistente sociale; di chi si batte con il sindacato per ottenere condizioni di vita migliori o della ragazza che racconta della sua amica morta nell’incidente di un pulmino. I ritratti di queste donne, che diventano l’ossatura del documentario, sono incisivi ed accurati; ed è grazie ad essi che la storia di poche braccianti pugliesi diventa un discorso generale su tutte le donne, su ogni sfruttamento ed omertà.
Dall’altra parte ci sono gli uomini del film, strane creature: dice la regista ‘uomini e donne sembrano appartenere a due specie diverse’; vediamo uomini-fantasmi che passano le loro giornate al bar (il lavoro bracciantile è qui quasi esclusivamente femminile), lontani dalle mogli e dalla loro vita. O gli altri uomini, i caporali, che non compaiono (quasi) mai nel film, e restano presenze a lungo nominate e mai effettivamente reali, come minacce invisibili.
E’ sulla dialettica tra cultura e voglia di rinnovamento che il film concentra la sua analisi. Infatti, le donne che ci vengono presentate non sono vittime inconsapevoli. Esse tentano comunque una strada di riscatto, che può essere lo studio di Daniela, o il tentativo di poche donne di estromettere i caporali dal loro lavoro, seguendo un fallimentare esperimento del sindacato. Scettiche, sfiduciate, le protagoniste di Sole non si fidano dei caporali, degli uomini, o del sindacato e delle istituzioni in genere. Molte hanno visto (e vedranno) le loro aspettative frustrate, e quindi semplicemente non si aspettano niente, né sperano.
Eppure, quello che davvero resta, dopo la visione di Sole, è la straordinaria gioia di queste donne, la loro capacità di ridere delle sofferenze e dell’ingiustizia che quotidianamente vivono.

Il film ha ricevuto una menzione speciale al Festival di Torino 2000; 2° premio al Festival Libero Bizzarri 2001; menzioni al Mediterraneo Video Film Festival e al Maremma Doc.


(Sole) Regia, fotografia, suono: Mariangela Barbanente; montaggio: Alessio Doglione, Ilaria Fraioli; produzione: Gioia Avvantaggiato per GA&A; origine: Italia, 2000; durata: 55’


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