Per chi gira tutto il giorno in macchina in una città ad alta densità di traffico, il problema del parcheggio può assumere le dimensioni di un incubo, un tormento esasperante tale per cui si può arrivare anche a rimpiangere di avere un’automobile o essere tentati di abbandonarla in mezzo alla strada, scappare e non rivederla mai più.
Ne sa qualcosa Stefano, il protagonista del cortometraggio Sotto casa, rassegnato abitante di un quartiere intensivo di Roma, costretto ogni giorno a girare e rigirare per gli isolati a caccia del sospirato parcheggio. Fino alla “svolta” di una sera in cui torna a casa e trova, dopo l’ennesimo frustrante giro, un posteggio libero, maestoso, invitante che lo aspetta davanti al portone della sua abitazione.
Un semplice colpo di fortuna metropolitano si trasforma così in un momento topico, irripetibile, di quelli che fanno volare alto e guardare all’esistenza con ottimismo e speranza. Un momento catartico e trionfante da condividere con gli estranei, con le persone amate e attraverso il quale si aprono nuove e felici prospettive di vita.
Prodotto da Associazione Culturale Premio Solinas - Scrivere per il Cinema, Sotto casa è scritto e diretto da Alessio Lauria (classe 1981) che con la sua opera prima ha vinto l’edizione 2011 di Talenti in Corto e ha ricevuto altri premi, riconoscimenti e menzioni speciali, incluso il tributo della rete dove il cortometraggio ha letteralmente furoreggiato.
Prendendo spunto dalle piccoli grandi nevrosi quotidiane, il giovane regista spinge sull’acceleratore del paradosso e, portando il racconto alle estreme conseguenze, dirige cinque minuti di puro umorismo con le tonalità dell’assurdo tanto caro al cinema di Moretti. Montaggio, scene, fotografia e colonna sonora risultano ben orchestrate e a servizio di una sceneggiatura fluida e una buona regia che nella parte conclusiva (quando cominciano a scorrere i titoli di coda) non smentiscono le premesse e consegnano un finale esilarante.
Completano il quadro la buona prova dei protagonisti (e di tutto il cast): Riccardo De Filippis (Stefano), perfetto nei tempi comici e misurato nel ritrarre sia l’ordinarietà che il farsesco del suo personaggio, e Susy Laude (la moglie) convincente nella sua aria trasognata e a suo agio con l’atmosfera assurda ma realistica che pervade tutta la storia. Una storia semplice che fa sorridere con ironia sulle nevrosi e le ossessioni del nostro tempo e un buon inizio per un autore esordiente che ci auguriamo di poter apprezzare ancora, e presto.

Tweeting: Un piccolo racconto umoristico e ironico sulle nevrosi metropolitane che affliggono il nostro tempo.

Where to: Su YouTube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=CKe8... oppure sul sito Talenti in Corto alla pagina http://www.talentiincorto.it/edizio...