Si apre a Milano la quindicesima edizione del Festival del cinema africano, oltre 100 i film che saranno proiettati, con uno sguardo obliquo che copre l’Africa, ovviamente, ma anche il cinema dell’Asia e dell’America Latina. Ospite d’onore lo scrittore premio Nobel Wole Sayinka ed un omaggio speciale a Aryan Kaganoff. Molto interessante, sulla carta, sembra, la retrospettiva sul cinema commerciale nigeriano, una produzione sterminata, quasi quattro titoli al giorno, video realizzati a costi bassissimi per poi essere venduti sulle strade a 2.50 dollari l’uno. Secondo il New York Times, l’industria al momento in assoluto più produttiva, nelle mani di ex venditori di apparecchiature elettroniche che nulla sanno di cinema, ma molto capiscono delle dinamiche del mercato. Film, come dice Jonathan Haynes nel catalogo del Festival, “accolti con grande ostilità dall’establishment culturale inorridito e imbarazzato dalla scarsa qualità tecnica e dalla mentalità che esprimevano, dominata dalla stregoneria, da altre forme di magia e dalla forma melodrammatica dei peggiori serial televisivi stranieri”, ma video che “costituiscono - continua Haynes - una delle più grandi esplosioni di cultura popolare mai viste nel continente”. Ricca anche la selezione dei lungometraggi, tra i quali spiccano l’ultimo lavoro di Sembene Ousmane (Moolaadè) e quello di Ismael Ferrouchi (Le grand voyage), ma anche il film di Raul Peck sulla Ruanda (Sometimes in Aprile), la Carmen sudafricana Orso d’Oro all’ultimo festival di Berlino ed il documentario di Raymond Rajaonarivelo e Cesare Paes Mahaleo. Dal 14 al 20 marzo a Milano, e poi a Roma. Sito internet: www.festivalcinemaafricano.org