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Speciale family - arrested development

Pubblicato il 4 maggio 2009 da Nicola Lazzerotti


Speciale family - arrested development

“...Ecco a voi la storia di una facoltosa famiglia, che perse tutto e dell’unico figlio che avesse ancora la possibilità di tenerla unita. Arrested Development!...”. Così la voce di Ron Howard annunciava la nuova puntata ogni settimana.
Creata da Mitchell Hurwitz e prodotta da Ron Howard e Brian Grazer, la serie , nelle sue tre stagioni, è risultata essere tra le più cattive e irriverenti della televisione americana.
Prodotta dalla Fox, il serial era concepito come una specie di The Simpson in formato ‘dal vivo’ e per questo, programmato proprio insieme a I Griffin (Family Guy) e ai Simpson. In Italia fu distribuito da ITALIA 1 con il nome di Ti presento i miei (per riferirsi al noto e ‘omonimo’ film con Ben Stiller Ti presento i miei con cui però la serie non ha nulla a che vedere), mentre la Fox Italia lo distribuì per satellite con il nome originale.

Michael Bluth (Jason Bateman) è il figlio di mezzo di una famiglia assurda. Il padre, George Bluth Sr. (Jeffrey Tambor) è un bancarottiere finito in galera per aver distratto fondi dall’azienda di famiglia, la madre Lucille Bluth (Jessica Walter) è una gelida alcolizzata, la sorella Lindsay Bluth Fünke (Portia de Rossi) una vuota e superficiale mamma, suo fratello maggiore George "Gob" Bluth II (Will Arnett) un mago incapace e ignorante, suo fratello minore Byron "Buster" Bluth (Tony Hale) un mammone di quarant’anni con diversi problemi comportamentali.
Oltre ai componenti diretti, della famiglia fanno parte George-Michael Bluth (Michael Cera), il figlio timido ed introverso di Michael, Mae "Maeby" Fünke (Alia Shawkat) la figlia estroversa ed intraprendente di Lindsay e di Tobias Fünke (David Cross), uno psichiatra con la passione per la recitazione. Tutti, tranne Michael, non fanno nulla nella vita e vivono alle spalle della compagnia di famiglia, inoltre George-Michael è innamorato della cugina.
A ruotare intorno alla famiglia una folta schiera di personaggi più o meno ricorrenti interpretati spesso da grandissimi attori: Henry Winkler ( il Fonzie di Happy Days, coinvolto nel progetto proprio da Ron Howard), Liza Minnelli, Charlize Theron, Scott Baio (Anche lui nel cast di Happy Days), Ben Stiller, Zach Braff ecc.

Amato dalla critica e dagli addetti ai lavori, Arrested Development è probabilmente la serie che più di ogni altra ha saputo, attraverso un’eccezionale ironia, mostrare e rivoltare tutti i canoni comuni della società americana. Sotto la sua lente, c’è passato dal razzismo al patriottismo, al capitalismo, il tutto rielaborato in una chiave critica tra le più acute che mai fossero apparse in una televisione. Tra i più deliranti e divertenti momenti si ricorda, per esempio, Maeby (una ragazzina di appena 15 anni) che diventa capo di uno studio cinematografico. Ma non finisce qui, graffiante è la critica alla guerra preventiva (era il 2003 e l’America aveva da poco invaso l’Iraq), o alle immagini rielaborate delle torture di Abu Ghraib. O, ancora, il modo in cui il telefilm ironizza sulle religioni; nulla, insomma, viene lascito fuori in un calderone, sapientemente amalgamato, pieno di quotidianità e di un’immensa sferzante critica.
Al centro delle dinamiche della serie c’è comunque, onnipresente, la famiglia e il suo status. Famiglia divisa da scopi e unita da sentimenti, spesso mai veramente sinceri e mossi da secondi fini, dove emerge la rivalità, la gelosia, le piccole cattiverie che per paradosso sembrano tratteggiare le dinamiche di un’autentica realtà, che come spesso accade si manifesta in un’ironia, che nei sui limiti coincide con la verità. Guardando Arrested Development si ha l’impressione di guardarsi in uno specchio gigante, capace di riflettere tutti i piccoli e meschini sentimenti che affollano l’animo di ogni essere umano, essere profondamente crudele, capace di sopportare questa status solo grazie all’azione del sentimento amoroso che, tutto sommato, è appena capace di nascondere la sua vera intima anima.
Un esempio su tutti è il protagonista Michael, l’unico dotato di sentimenti, eticamente e moralmente condivisibili e generalmente tendenti al‘ bene’, sentimenti che inevitabilmente tende a prevaricare e a trasgredire. A fare la forza di questa serie sono la storia, narrata con trovate meravigliose e geniali, ed uno straordinario cast di interpreti, quasi tutti lanciati dalla stessa serie e rappresentanti, oggi, una bella varietà dello star system hollywoodiano (basti per questo pensare alla partecipazione di Jason Bateman e Michael Cera alla pellicola rivelazione della scorsa stagione cinematografica Juno). Da non dimenticare l’onnipresente voce narrante, asettica e distaccata di Ron Howard, che colora ed esalta la dinamica degli eventi. E’ prevista per l’estate 2010 l’uscita del film tratto dalla serie, per la regia dello stesso Mitchell Hurwitz (si era pensato a Ron Howard, ma dati i suoi già fitti impegni il film sarebbe stato ritardato troppo) con tutto il cast confermato. Staremo a vedere.


(Arrested Development),Creata da: Mitchell Hurwitz; Durata e frormato: 3 stagioni (in Italia sono state trasmensse solo le prime 2) tra il 2003 e 2006 per 53 episodi della durata di 30 min’, formato 4/3; Produzione: 20th Century Fox Television, Imagine Television; Produttori esecutivi: Mitchell Hurwitz, Brian Grazer, Ron Howard.
Messa in onda: 2 novembre 2003 (U.S.A.), 8 aprile 2004 (Italia).


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