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Speciale The hunger: Cenni sulla seconda stagione

Pubblicato il 27 novembre 2002 da Alessandro Izzi


Speciale The hunger: Cenni sulla seconda stagione

Già ad una superficiale visione dei primi episodi della seconda stagione di The hunger é da subito evidente che, pur lasciando inalterati gli elementi fondamentali del format, gli autori e i produttori abbiano inteso spostare gli esiti della serie verso lidi più decisamente sperimentali. Pur se qua e là si affacciano, nella programmazione, episodi impostati secondo un modello narrativo decisamente più classico, la maggior parte delle puntate del telefilm (che resta oggetto di un piccolo culto da parte di un numero esiguo, ma agguerrito di fans) presenta un più o meno consapevole scardinamento delle regole narrative e delle cronologie del racconto. Di primo acchito si può, comunque affermare che l’intera seconda stagione si attesta su livelli qualitativi decisamente superiori rispetto ai pur alti esiti registrati dalla prima. Resta evidente, in ogni caso, una maggior propensione a temi via via più violenti e generalmente centrati su una visione della società sicuramente cupa e senza apparenti sbocchi verso i lidi di una consolatoria utopia finale. Il cambiamento di maggior rilievo lo troviamo già nella figura del presentatore che introduce e commenta ogni singolo episodio, dal momento che l’aristocratico e distaccato Terence Stamp cede il testimone a David Bowie. La struttura e l’impaginazione di queste brevi introduzioni non subisce sostanziali modifiche, ma é certo che la pop-star, con la sua recitazione lucidamente disincantata (é chiaro fin dal primo episodio che, a parlare, é non una persona in carne ed ossa, ma lo spettro di un artista morto suicida), contribuisce notevolmente ad incupire il clima generale della serie. Generalmente immerse in climi freddi (grazie ad una fotografia metallica e ad un montaggio palesemente debitore del linguaggio dei videoclip) queste brevi sequenze sono sicuramente governate da un atteggiamento materico (il personaggio é spesso sporco di sangue, sventra carcasse di animali in un asettico mattatoio e lavora su corpi umani, rimontandone gli arti, come un novello Frankenstein) tipico già di certe avanguardie artistiche. I realizzatori dei vari episodi restano, generalmente gli stessi, e, anche se vengono assoldati nuovi registi, viene, comunque, confermata una formula produttiva a gestione quasi familiare. Terry Curtis Fox continua ancora a dedicarsi a qualche sceneggiatura, Tony Scott (che produce insieme al fratello Ridley l’intera serie) conferma la sua egida dall’alto e firma, con notevoli esiti, il primo episodio della stagione, Jeff Fazio (l’altra anima della serie) passa indifferentemente ora alla sceneggiatura (And she laughed) ora alla regia vera e propria. L’unico grande cambiamento lo si regista nell’impaginazione degli score per i vari episodi dal momento che il fido Benoit Jutras (autore dei commenti musicali di gran parte degli episodi di stagione uno) viene sostituito da FM Le Seur che impagina alcuni brani di sicura presa e contribuisce notevolmente al generale clima d’incupimento delle storie. Per il resto si conferma la ricerca di guest star di lusso. Solo nei primi episodi si affacciano sulla scena attori del calibro di Giovanni Ribisi, Jennifer Beals, Brad Dourif e altri, mentre ricalcano le scene vecchie conoscenze come Brooke Smith, David La Haye ed altri. Per maggiori dettagli rimandiamo all’analisi dei singoli episodi...

Programazione

The Hunger; Telefilm/miniserie; Regia: Autori vari Data: da lunedì a venerdì a partire dal 23 ottobre; Rete: La7; Orario: 23:30

Piano della seconda serie

Episodi in ordine alfabetico:

And She Laughed

Approaching Desdemona

Bottle of Smoke

Brass

Double

Dream Sentinal

I’m Very Dangerous Tonight

Nunc Dimittis

Replacements

Sacred Fire

Sanctuary

Sin Seer

Skin Deep

The Dairist

The Falling Man

The Night Bloomer

The Perfect Couple

The Seductress

The Suction Method

Triangle in Steel

Week Woman

Wrath of God

[dicembre 2002]


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