X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Stockholm East

Pubblicato il 1 settembre 2011 da Simone Isola

VOTO:

Stockholm East

Quello della morte è uno dei temi cardine del cinema del nord Europa; molte opere hanno indagato il senso di vuoto che tale evento genera negli individui che ne sono spettatori. In Stockholm East la morte è declinata in una forma più intima e privata, nell’elaborazione del lutto per la perdita di una persona cara; un atto solitario, individuale e non socializzabile, che però avvia delle dinamiche di notevole spessore drammatico. E’ un’esperienza psichica universale che viene vissuta in tempi e modi molto personali e differenti.

Johan vive assieme alla moglie alla periferia orientale di Stoccolma, dove abita anche Anna con il marito e la figlia di nove anni. Non si conoscono, ma per un tragico incidente Johan investe e uccide la bambina. Il dramma avvia un serie di dinamiche intime nei due nuclei familiari. Il dolore infatti porta i due protagonisti verso l’oblio, nell’isolamento anche dai rispettivi partner. La sofferenza viene affrontata infatti in modo diverso perché diverse sono le sensibilità dei personaggi coinvolti; ciò amplifica le criticità di ogni rapporto e fa invece emergere sintonie e sentimenti del tutto inaspettati. Johan vede il volto di Anna che esce dal pronto soccorso e istintivamente sa che deve fare qualcosa per lei. Durante la loro frequentazione, con la donna all’oscuro della vera identità di Johan, nasce un nuovo sentimento, che aiuta a superare il peso del dolore reciproco. Anna non riesce a vivere il dolore della perdita, arrivare a negarlo o reprimerlo; durante gli incontri con Johan descrive la figlia come se ancora in vita. L’amore, anche passionale, aiuta la donna a riaccostarsi alla vita, ad allentare il legame col dolore. Non è un caso se i due facciamo per la prima volta l’amore quando Anna rivela al nuovo partner la morte della figlia, come se nella confessione e condivisione del lutto ci sia già una fase del suo superamento. L’attaccamento al passato si attenua poco a poco e la vita riprende, colmando i vuoti con nuovi compiti e con nuove presenze

Sono dinamiche certo non nuove, comuni a tanto cinema minimalista, sulla scia delle prime opere di Susanne Bier e di molti cineasti europei. Il regista Simon Kaijser da Silva viene dalla televisione, e tale apprendistato si percepisce distintamente nella costruzione di Stockholm East. Fin troppo lineare e scontata, la semplicità della storia è solo in parte compensata dalla ricchezza espressiva degli interpreti, impegnati in un calibrato, questo sì, tour de force emozionale. Al di là dei triti fatti del film sono infatti la messa in scena accurata, la fotografia fredda dai toni “nordici” e l’efficace colonna sonora a creare l’atmosfera sospesa nella quale i protagonisti si ritrovano dopo il dramma iniziale. Una realtà cristallizzata che permane per tutto il film, dalla quale i protagonisti si ridestano solo nell’esplosione incontrollata dei sentimenti. In definitiva, niente di nuovo sotto il cielo di Svezia: piuttosto un buon esempio di dramma privato, mancante di originalità, ma che coinvolge e colpisce lo spettatore per il rigore dei temi e dei sentimenti trattati.


CAST & CREDITS

Tit. or. : Stockholm Östra Regia: Simon Kaijser da Silva. Sceneggiatura: Pernilla Oljelund. Fotografia: Per Källberg. Musiche: Leif Jordansson. Suono: Anders Larsson, Gabor Pasztor. Costumi: Nicolas Richard. Scenografia: Jan Olof Ågren. Interpreti: Mikael Persbrandt, Iben Hjejle, Henrik Norlén, Liv Mjönes. Produzione: Maria Nordenberg per Filmlance International AB. Distribuzione internazionale: TrustNordisk. Durata: 95min. Origine: Svezia, 2011.


Enregistrer au format PDF