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Striscia la notizia e il presidente

Pubblicato il 28 novembre 2004 da Alessandro Izzi


Striscia la notizia e il presidente

Solo recentemente, in una delle prime puntate della nuova serie tutt’ora in onda su Canale 5, Striscia la notizia ha davvero rischiato di fare sul serio contro informazione. Il servizio cui facciamo riferimento era un vero e proprio Staffelli doc. con tanto di consegna di premio ad un personaggio abbondantemente attapirato. L’unica sostanziale differenza era che il premio non era l’ormai classico Tapiro d’oro (trattavisi, in effetti, di un piccolo carro armato giocattolo inviato da un gruppo di pacifisti) e la persona cui era indirizzato era nientepopodimeno che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Orebene il nostro prode Staffelli, disposto generalmente a tutto pur di portare a termine la propria ironica missione (ivi compreso prendersi sonore microfonate sul setto nasale) è dovuto ricorrere, questa volta, stante l’assenza momentanea del presidente del consiglio, ad un non molto credibile escamotage per chiudere i conti: lanciare il carro armato all’interno della proprietà del Silvio nazionale grazie all’aiuto di un grosso cannone giocattolo. Qualche piccolo patema d’animo, confessiamo, l’abbiamo provato per il nostro eroe gabibbesco soprattutto quando, con una discrezione che sinceramente non gli conosciamo, ha tentato di passare (non forzare) i blocchi di guardie armate disposte intorno alla proprietà berlusconiana. Il povero Staffelli, infatti, si è sottoposto a severi controlli personali e ha acconsentito a che il piccolo carro armato oggetto del contendere fosse passato al vaglio di potenti metall detector, ma quando è arrivato il momento di passare i blocchi e arrivare davvero alla presenza del presidente del consiglio il tapino (non tapiro, ma sicuramente attapirato) è stato informato che Berlsuconi era momentaneamente assente e non poteva, quindi, riceverlo. Sorge spontanea la domanda del perché sottoporre l’inviato a cotanta serie di controlli se fin dall’inizio si sapeva che il presidente del consiglio non c’era, ma quel che resta, soprattutto, nella mente dello spettatore è una sorte di forte insoddisfazione mediatica, un bruciante senso di incopiutezza che il lancio del carro armato al di là dei cancelli di Arcore non riesce a mitigare in alcun modo. Un sentimento, quasi, di antipatia, perché il presidente del consiglio che altrove non si limita nel riempire, con la sua immagine rubiconda, interi cartolloni pubblicitari, qui, in questa precisa occasione, non importa quale possa essere stato il motivo, ha negato la propria presenza. Non comparendo in scena, fosse pure per un saluto frettoloso e una battutina di spirito, il presidente del consiglio è parso al proprio pubblico antipatico. Le precauzioni intorno all’arrivo di Staffelli (ormai un’icona del nostro immaginario televisivo) sono parse improvvisamente eccessive e quasi da megalomane (tanto più che Berlusconi non era neanche in casa). Striscia la notizia sembra non aver colto fino in fondo le potenzialità di questo momento davvero storico per la televisione: rendersi conto che, per decostruire l’immagine del presidente del consiglio, non ha senso attaccarla frontalmente, bisogna, piuttosto, aggirarla, lavorare sul vuoto prodotto dalla sua assenza. Solo quando la sua immagine non riempie l’inquadratura, solo allora si possono aprire davvero squarci (di immagini) della vera Italia e dell’assurdità della sua condizione. Ci pare che fosse la prima volta, in un paese dove la contro informazione ha ragion d’essere assurdamente solo nello spazio del comico, che la trasmissione di Ricci arrivasse davvero a vette politiche reali (i giochini sul cavaliere mascherato non facevano che perpetuare ed amplificare l’immagine di buontempone che tanto piace all’elettorato medio). Finalmente presa dalla sua aspirazione di salvatrice dei costumi televisivi, Striscia riusciva davvero a toccare, sia pure involontariamente, un nervo dolente della contraddizione italiana. Eppure proprio la sua vocazione di punitrice dei torti prodotti dalla TV (si pensi alla crociata anti Wanna Marchi) sta finendo per nuocere alla stessa trasmissione. Soffocata da una parte dalle sue ambizioni e dall’altra dalla dimensione sempre più pecoreccia della televisione, anche Striscia (sulla cui onestà etica reale avevamo sempre nutrito qualche leggittimo dubbio) sta tentando di adattarsi alla moda corrente. Da questo punto di vista la nuova edizione, capitanata da Greggio e Hunziker, nel tentativo di rincorrere le apettative del pubblico svezzato agli orrori del Grande Fratello, è un incrocio mal gestito di vecchio TG satirico e spettacolo di varietà dal vivo con giochi a casa. Ma, dal nostro punto di vista, la perdita di pubblico registrata già dall’anno scorso, sembra, piuttosto, dimostrare che, per l’italiano medio, stia perdendo di interesse anche l’idea della televisione che punisce se stessa. Persa la sua funzione storica Striscia la notizia si sta mettendo in soffitta da sola e, per il futuro, ci aspettano solo i pacchi di Bonolis.

[novembre 2004]


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