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Taboo (Stagione 1) - Teste di Serie

Pubblicato il 6 marzo 2017 da Stefano Colagiovanni
VOTO:


Taboo (Stagione 1) - Teste di Serie

"Non siamo padroni della nostra vita, ma siamo padroni di quella di altri."
- James Keziah Delaney

Le serie tv stanno prendendo il sopravvento. Non sul cinema, sia ben chiaro, questo è pressochè impossibile. Bensì su molti degli attori più richiesti a Hollywood. Ultimo, Tom Hardy, la star dal physique du role già ammirata e idolatrata in Il cavaliere oscuro – Il ritorno, Mad Max – Fury Road e Locke.

Locke, per l’appunto, il film scritto e diretto da Steven Kinght del 2013, che non ha nulla a che vedere con la prima stagione di Taboo, se non per il duo appena citato. Le vicende del misterioso avventuriero James Delaney (Tom Hardy) di ritorno dall’Africa nella Londra del 1814, appena dopo la morte del padre folle e pieno di segreti, alle prese con l’eredità del genitore che lo porteranno verso lo scontro violento con Sir Stuart Strange (un eccelso Jonathan Pryce), crudele e avido presidente della Compagnia britannica delle Indie Orientali, sono messe in scena da Steven Knight e dallo stesso Hardy (autore della sceneggiatura), con la collaborazione del padre di quest’ultimo.

Taboo conduce lo spettatore per le vie fradice e inzaccherate di fanghiglia di una Londra dominata dalla povertà, dal lusso e dalle sregolatezze dei bordelli, dalla prepotenza dei baronetti e dei magnati che giocano con appalti, accordi sottobanco e spedizioni clandestine di preziosi, controllate a regime dalla lungimiranza dei mecenati della Compagnia britannica delle Indie Orientali, qui descritta come una vera lobby spietata con la concorrenza e incurante delle restrizioni governative, sempre pronta a concludere affari ai limiti della legalità. Sullo sfondo appare come un fantasma il redivivo James Keziah Delaney, ex marinaio ribelle e anarchico, dato per morto in Africa, di ritorno per occuparsi dell’eredità del padre defunto, divorato dalla pazzia: Delaney è un individuo oscuro, dal passato ancor più oscuro, visto di traverso e con timore da chiunque, additato di praticare stregonerie e svariate pratiche inumane e che sembra aver stretto amicizie importanti durante le sue avventure e grazie all’eredità del padre potrà arricchirsi e rendere giustizia al nome della sua famiglia. Ma Sir Stuart Strange e la Compagnia non hanno alcuna intenzione di lasciargli un pezzettino di terra, la baia di Nootka, fondamentale per la guerra tra inglesi e americani e viatico indispensabile per le future tratte commerciali. Sarà guerra, spietata e senza regole.

Steven Knight confeziona una stagione di otto episodi con l’obiettivo di sfruttare ogni briciolo del fascino e del magnetismo animale di Tom Hardy, assoluto one man show, scivolando spesso e volentieri in marcati accenni di divismo; un difetto percettibile a più riprese, comprovato dalle numerose defezioni che affliggono la sceneggiatura, asservita al conturbante protagonista, personaggio inverosimile che finisce spesso a fungere come deus ex machina: Delaney è sì arguto e ambizioso e sa perfettamente come muoversi in un mondo spregevole e ingordo di segreti, ma dopo svariati anni di assenza dalla scena londinese, riesce sempre a muoversi in anticipo rispetto al colosso economico che è la Compagnia britannica delle Indie Orientali, incolume a ogni tentativo di assassinio, mentre sfoggia doti mistiche (ma sono davvero reali o solo suggestioni?) imparentate con il voodoo.

Tuttavia il maggior difetto di questa prima stagione di Taboo non risiede troppo nell’eccessivo sfoggio di machismo da parte di Tom Hardy, ma in una sequela di scelte narrative errate o, meglio ancora, poco chiare e approfondite: il passato di Delaney viene più volte accennato attraverso sprazzi di flashback isterici e onirici, ma Knight non si sofferma mai una volta a mostrare cosa sia davvero accaduto durante l’affondamento della nave negriera che lo condusse in Africa (episodio al quale lo stesso Delaney si ritiene legato come artefice della tragedia), nè tantomeno viene mostrato il suo soggiorno nel continente nero; il rapporto con la madre, anche lei vittima della pazzia (quasi un marchio di famiglia) alla quale Delaney sembra molto legato, viene mostrata con aspetto stregonesco, come fosse un fantasma, ma nonostante Knight induce a percepirla come figura chiave del suo passato, il legame tra i due resta un semplice eco visivo; per finire con l’evoluzione e il destino riservato al personaggio della sorella di James, Zilpha (Oona Chaplin), legata al fratello da un rapporto incestuoso, unico membro della famiglia ancora in vita, quindi utile(?) meccanismo per portare a galla almeno una fetta di verità, ma relegata a figura di contorno, sedotta e abbandonata senza alcuna pietà.

Procastinare forzatamente la rivelazione della verità sul passato di James Delaney, riducendolo a impercettibili eccessi onirici perfino autoindotti da sostanze allucinogene, ha permesso a Steven Knight di concentrarsi solo ed esclusivamente sugli eventi trattati nel presente, sulla guerra aperta tra Delaney e Sir Stuart Strange e ai sotterfugi e agli inganni orditi, spesso forzati e al solo servizio di finali a sorpresa, ingolfando la narrazione, dilatata allo stremo e per lunghi tratti difficile da metabolizzare.

Taboo era stata concepita come miniserie da otto episodi. Ora è stata rinnovata per altre due stagioni. In questo esordio si lasciano apprezzare la dovizia di dettagli scenici e ricostruzione storica, seguiti dallo sguardo glaciale e ferale di Tom Hardy (la sua performance non si discute, al contrario della gestione del personaggio). Ma per rendere Taboo degna di interesse e coinvolgente come pochissime volte lo è stata nel corso di questa prima stagione, servirà concentrarsi maggiormente sullo sviluppo della storia e meno sul suo protagonista.


(Taboo); genere: drammatico, storico, avventura; sceneggiatura: Steven Knight, Tom Hardy, Chips Hardy; stagioni: 1 (rinnovata); episodi prima stagione: 8; interpreti: Tom Hardy, Leo Bill, Jessie Buckley, Oona Chaplin, Mark Gatiss, Stephen Graham, Jefferson Hall, David Hayman, Edward Hogg, Michael Kelly, Jonathan Pryce, Jason Watkins, Nicholas Woodeson; network: BBC One (Inghilterra, 7 gennaio-26 febbraio 2017), Inedita (Italia); origine: Inghilterra, 2017; durata: 60’ per episodio; episodio cult prima stagione: 1x08 - Episode 8


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