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TAROCK’N ROLL

Pubblicato il 10 gennaio 2004 da Giovanna Quercia


TAROCK'N ROLL

Come capita da un po’ di tempo a questa parte, quando si parla di televisione o di personaggi televisivi, si parla anche di politica o di personaggi politici. Non se ne può davvero fare a meno - e dire che rinunceremmo volentieri - dal momento che la scatola catodica, che lo si voglia ammettere o no, è la moderna piazza, cioè Il Luogo dove si fanno i comizi, si celebrano i processi, si assolvono gli imputati, si formano i candidati alle elezioni, si misurano i rapporti di forza fra le parti etc. etc. La disputa Ricci/Bonolis, naturalmente, non fa eccezione, anzi, è una sorta di summa della vertiginosa corsa verso la coincidenza tra spettacolo e politica (e chi guarda è perduto). Innanzitutto il contesto mediatico in cui si è svolta la contesa: la sparizione del Presidente del Consiglio per un mese in una località sita a mezz’aria tra Svizzera, Porto Rotondo e California per un fantomatico restyling facciale. L’assenza clamorosa si svolge, forse non a caso, mentre infuria il caso Parmalat, mentre gli scioperi selvaggi percorrono l’intera penisola e giornali e tg non possono che occuparsi di categorie malconce e poco telegeniche come i consumatori, i risparmiatori, i ferrotranvieri. In questo strano clima mediatico, in cui il vuoto lasciato da Berlusconi lascia pericolosamente intravedere squarci di paese reale, scoppia il caso Ricci/Bonolis. Con questo non si vuole accreditare l’ipotesi di una macchinazione da parte dell’ennesimo Grande Vecchio della storia italiana. Non c’è più bisogno di dietrologie. La logica dei media provvede ormai da sola a fabbricare ogni sorta di palliativi e distrazioni per l’opinione pubblica. A distanza di una sola settimana da quello che sembrava un feroce regolamento di conti pubblico destinato a lasciare morti sul terreno e a cambiare le sorti della tv italiana, però, la vicenda si è rivelata per quello che era, ovvero un petardino. Un petardino da molti punti di share, d’accordo, che ha consentito incredibili introiti pubblicitari a Raiuno e Canale 5, ma insomma, pur sempre un petardino. Qualcuno di noi aveva perso il sonno al terribile sospetto che gli organizzatori di Affari tuoi non utilizzassero criteri di casting strettamente meritocratici? Non credo. E qualcuno di noi, dopo il comizio-predica di Bonolis può dire con certezza di sapere e qual è la realtà vera e qual è la “realtà supposta”? Non credo, tanto più che qualche dubbio sulla regolarità della partita è più che legittimo... Certo il derby in diretta di lunedì 19 gennaio, che lo spettatore ha potuto gustarsi a colpi di zapping - forse la massima punta di autoreferenzialità mai raggiunta dalla tv, e forse in questo l’avvenimento è rilevante e costituisce un precedente - è stato divertente, ha dato a molti (compresi noi) qualcosa di cui parlare, ma velocemente tutto è rientrato nei binari. Per l’ultimo round, ovvero per sapere se di truffa o di diffamazione si è trattato, bisognerà aspettare nientedimeno che il giorno del verdetto del tribunale: campa cavallo... Intanto Greggio e Iacchetti hanno riacquistato il vigore necessario al ruolo di Grandi Smascheratori della tv che Ricci continua ad attribuirsi autoritariamente da circa 10 anni; Bonolis, tolto qualche sassolino dalle scarpe e rinverdito i fasti del nefasto uso privato del servizio pubblico (come Santoro, ma con le spalle molto più coperte...), ha ripreso tranquillamente a farsi gli... Affari Tuoi e Berlusconi-bis (dietro la maschera sarà sempre lui?), sommo Principe dei Tarocchi che di tutta questa vicenda è non l’artefice ma il presupposto, ha prepotentemente rioccupato gli schermi dando inizio ad una campagna elettorale che si annuncia come l’apoteosi della messa in scena di un potere logorato e logorante.

[gennaio 2004]


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