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Tek Festival - Cinema universale d’essai

Pubblicato il 16 maggio 2009 da Federica Bianchi


Tek Festival - Cinema universale d'essai

Tra i tanti pregi attribuibili a questo delizioso documentario c’è sicuramente quello di aver portato alla luce una faccia di Firenze degli anni Settanta e Ottanta a molti sconosciuta al di fuori della città; l’intera pellicola vive di quella "italianetà" di cui non ci si può vergognare, che anzi ammalia lo spettatore ponendolo subito in un rapporto amichevole con i protagonisti del racconto. La sigla d’apertura che ricalca il jingle della major americana Universal comunica da subito lo spirito del lavoro: il cinema è la base da cui si parte per riunirsi, divertirsi, liberarsi...così una "E" viene aggiunta alla scritta che ora rappresenta il nome di un luogo che è stato magico per almeno tre generazioni di fiorentini, il Cinema Universale. Matteo Poggio, l’autore del libro "Breve storia del cinema universale" da cui il film è stato tratto, prima della proiezione spiega chiaramente che cosa era l’Universale: "il cinema Universale a Firenze è stata una realtà incredibile...il pubblico interagiva con lo schermo e questo si unì al momento in cui si proiettavano film d’autore", ecco allora nascere il Cinema Universale d’essai che, come ci spiegano i simpatici protagonisti del racconto, aveva una programmazione mensile con l’aggiunta di film richiesti dagli spettatori. Subito dopo l’autore tiene a specificare che nessun personaggio della pellicola riporta un sottopancia perchè "sono persone comuni e sono lo spirito dell’Universale". Il documentario traccia un cerchio che ha origine nell’immagine attuale del Cinema, cioè una banale discoteca, e finisce riproponendo la stessa immagine, lasciando alla spettatore quello stesso senso d’amarezza che hanno le persone intervistate, reali frequentatori dell’Universale. Questo perchè per settanta minuti vediamo ed ascoltiamo, in un fiorentino a volte anche molto stretto, le testimonianze di persone (la maggior parte con i capelli bianchi) che quel Cinema lo hanno amato per diversi aspetti: perchè invece di "vietato fumare" portava il divieto di tirare lattine sullo schermo, perchè lì si ritrovavano persone di tutti i tipi che commentavano a voce alta la pellicola, per Romanone il buttafuori ingaggiato ad un certo punto dalla direzione del cinema per cercare di mantenere un pò d’ordine. Insomma ci dicono che all’Universale è successo di tutto, ci si è infervoriti con Woodstock e con Fuga di Mezzanotte e si è rimasti a bocca aperta quando un ragazzo su una Vespa è entrato in sala, per alcuni fece il giro della sala cinque volte, per altri si fermò sul palco, ma in fondo non importa quale sia la verità perchè ogni luogo mitico ha la sua leggenda. In un succedersi cronologico di generazioni, dagli studenti universitari di sinistra agli appassionati di calcio, il regista Federico Micali costruisce un’alternanza di piani spazio temporali che appassionano lo spettore a cui non rimane che immaginarsi questo luogo "fantastico" di cui resta solo uno schermo bersagliato da luci psichedeliche.


CAST & CREDITS

Cinema Universale d’essai; regia: Federico Micali; sceneggiatura tratta da Breve storia del cinema Universale di Matteo Poggio; origine: Italia,2008; durata: 73’.


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