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TFF 2010 - Homme Au Bain - Festa Mobile

Pubblicato il 2 dicembre 2010 da Giovanna Branca


TFF 2010 - Homme Au Bain - Festa Mobile

L’amore, la gelosia, il sesso e ancora il sesso – possibilmente esibito ai limiti del porno per sentirsi anticonformisti – e inquadrature interminabili in piano sequenza.
Esatto, si parla di un film francese. Homme au bain di Christophe Honoré esplora l’amore omosessuale, martoriando lo spettatore con interminabili sequenze omoerotiche che dovrebbero rendere conto dello smarrimento esistenziale di uno dei protagonisti, abbandonato dal partner partito per un viaggio molto artistico e sessualmente denso a New York.
Non può mancare neanche il discorso metacinematografico sulla stessa narrazione filmica, esaminata attraverso uno sdoppiamento nelle riprese. Mentre le vicende di Emmanuel - l’amante sofferente rimasto in Francia - sono restituite con un linguaggio abbastanza classico, le avventure di Omar a New York sono tutte in soggettiva, in quanto il ragazzo – novello uomo (lussurioso) con la macchina da presa – riprende tutto ciò che fa con la sua telecamera digitale. Ma i due, pur lontani, non hanno mai smesso di amarsi e cercano nei partner più o meno occasionali delle tracce della loro relazione e della loro attrazione reciproca. La rappresentazione dell’altro /il cinema, l’impossibilità in ogni caso di possedere interamente l’oggetto del desiderio, che rimane solo un’ effigie (ed infatti Emmanuel ritrae l’amato sul muro della parete di casa sua): questi i temi intramontabili affrontati dal film di Honoré con un intellettualismo irritante in quanto sostanzialmente fine a se stesso. Perché in fondo lo scopo è anche questo: mettere in scena due modi di fare cinema diversi ma non inconciliabili; uno che si è largamente avviato verso il tramonto (la cinematografia “classica”) e l’altro lanciato verso strade nuove e verso un futuro di cui non è ancora dato sapere molto. L’amore, quindi, anche per la settima arte, vissuto sia con nostalgia che con uno sguardo fiducioso ma anche timoroso nei confronti di ciò che verrà dopo la rottura con l’amore di sempre: il fidanzato storico/il cinema come lo abbiamo conosciuto fino alla fine di questo millennio. Ma non può certo bastare l’uso della tecnologia leggera digitale per realizzare – nel 2010 – un film di rottura e di riflessione profonda sul linguaggio cinematografico, memore dei maestri della Nouvelle Vague.


CAST & CREDITS

(Homme au bain) Regia: Christophe Honoré; sceneggiatura: Stéphane Vallée; fotografia: ; montaggio: Chantl Hymans; musica: Nicolas Waschowski; scenografia: Samuel Deshors ; interpreti: François Sagat (Emmanuel), Chiara Mastroianni (l’attrice), Dustin Segura Suarez (Dustin), Omar Ben Sellem (Omar); produzione: Les films du Bélier; origine: Francia ; durata: 72’.


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