TFF 2010 - Les Signes Vitaux - Concorso

Come imparare ad accettare l’ineluttabilità della morte? Questa domanda connaturata alla natura umana, e di conseguenza ad ogni forma d’arte dagli albori della Storia, è il cuore del film della canadese Sophie Deraspe, Les Signes Vitaux, che la affronta attraverso un’incursione tra quelle persone che non possono più permettersi di posporre questo angoscioso quesito ad un futuro indefinibile: i malati terminali. Simone perde la nonna ricoverata in un istituto che accoglie questi malati, e dopo essere venuta a contatto col loro mondo non riesce più a distaccarsene, dedicando tutte le sue energie vitali (abbandona gli studi, trascura il fidanzato) a fare volontariato tra queste persone. Sembra che solo il contatto col loro dolore la faccia sentire viva, anche perché col procedere del film scopriamo che la sua vita è stata segnata da un trauma violento: un incidente in macchina in cui ha perso le gambe e plausibilmente – ma non viene mai esplicitato – entrambi i genitori. La sua presenza porta un po’ di serenità nel mondo terribile della clinica, ma la sua dedizione morbosa alla “causa” è indice di una sofferenza latente che ha bisogno di essere affrontata. Il film di Deraspe è un’angosciosa incursione in una sofferenza che non può non toccare proprio tutti, acuita dal ritmo lentissimo con cui è contemplata l’agonia dei malati: quelli che non accettano, i rassegnati, e quelli che vorrebbero anticipare il loro incontro con la morte. Allo spettatore non è risparmiato nulla, neanche quel momento “sacrale” della dipartita che secondo i grandi critici francesi era da considerarsi un tabù delle arti visive. Impossibile – quindi – non essere partecipi. Ma per infliggere al pubblico un simile supplizio bisogna essere ben motivati, e avere un progetto forse un po’ più solido di quello di questa regista. Il film rimane infatti un po’ evanescente nel dare una motivazione profonda all’esibizione di tanto dolore, e per quanto commossi si rimane con la domanda irrisolta sul perché ci sia stato fatto tutto questo. E il quesito finale - “Ci vediamo domani?” - rivolta al pubblico alla fine dei titoli di coda, che vorrebbe sottolineare la fragilità di qualsiasi vita, irrita anche un po’ le coscienze già provate di chi è stato messo a dura prova da un’interminabile tragedia.
(Les Signes Vitaux) Regia: Sophie Deraspe; sceneggiatura: Sophie Deraspe; fotografia: Sophie Deraspe ; montaggio: S. Madeleine Leblanc ; musica: Jean-François Laporte ; scenografia: Antonin Sorel ; interpreti: Marie-Hélène Bellavance (Simone), Francis Ducharme (Boris), Marie Brassard (Céline), Danielle Ouimet (la signora Perrin); produzione: Les Films Siamois; origine: Canada ; durata: 87’.
