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TFF - Small Town Murder Songs - Concorso

Pubblicato il 2 dicembre 2010 da Salvatore Salviano Miceli


TFF - Small Town Murder Songs - Concorso

Difficile, se non impossibile, scindere in Small Town Murder Song il dato visivo da quello musicale. Tutto il film si nutre della traccia sonora. Le singole canzoni sembrano i reali marcatori di una sceneggiatura nata solo dopo il loro ascolto. I brani dei Bruce Peninsula scandiscono i capitoli della storia, li colorano di senso e li conducono al loro compimento.
Il film, ci dice il regista, nasce proprio dalle suggestioni provocate dall’ascolto di un album, Small Town Murder Scene, dei FemBots, già autori della colonna sonora del suo precedente lungometraggio This Beautiful City. Ed assistendo alle immagini che vanno occupando lo schermo si avverte immediatamente, e senza alcuna possibilità di errore, la natura musicale delle scelte, narrative e strutturali, che fanno di Small Town Murder Songs un noir sorprendente. Proprio come il genere in questione impone, è la costruzione emotiva dei personaggi a garantire la solidità del racconto. Ma è proprio su questo punto che Ed Gass-Donnelly, il regista, opera una scelta rischiosa ma senza dubbio riuscita. Decide di concentrarsi sul suo protagonista (Walter), cui presta il volto un "annichilito" Peter Stormare, per definire tutte le altre presenze che si alternano al suo fianco. La comunità, divisa tra mennoniti (la più numerosa delle chiese anabattiste) e cattolici, vive di riflesso a lui, alle sue scelte, al suo disperato e sofferto tentativo, cui nessuno crede, di modificare la propria natura per correggere quella colpa che noi sappiamo esserci ma che non arriviamo mai a scorgere sino in fondo. Donnelly, infatti, decide di non mostrarci mai del tutto compiutamente il "peccato originale", ciò che ha dato il via a quel tentativo di cambiamento che, come spesso accade, non è altro che trasfigurazione di una pena, ricerca di una possibile espiazione.
Sullo sfondo un omicidio. Ma, lontano dalle dinamiche gialliste, la risoluzione del rebus su chi sia l’assassino è estremamente facile da rintracciare. Non sta, infatti, nell’individuazione del colpevole il nucleo del film quanto, piuttosto, nella definizione di una sconfitta, quella del protagonista, che se appare da subito chiara agli occhi della comunità, solo alla fine si renderà manifesta anche a quelli dello stesso Walter.
Durante tutta la vita delle immagini sullo schermo la colonna sonora non ci abbandona mai. È il primo elemento a definire i passaggi chiavi ed a stabilirne le tonalità. Donnelly sceglie una musica di quelle in grado di raccontare anche senza il supporto del video, "sporca" come certa provincia sa essere (ed è più che un semplice riferimento per il direttore della fotografia lo splendido No country for old men dei Coen). Una musica che in certi momenti sa farsi profetica ed in altri consolatoria. Liturgica nel mischiare gospel e rock. Vi abbina una regia che sa essere violenta senza prevaricare, perfettamente in grado di sorreggere una storia che si serve del noir ma che in esso non si esaurisce.
Legittimo storcere il naso davanti a Small Town Murder Songs per la massiccia presenza sonora, per il ritmo che non pare voglia decollare mai, per il racconto di un omicidio che non prevede grandi sforzi per la sua risoluzione. Per tutti quei motivi per cui a noi, al contrario, è piaciuto parecchio mettendolo in diretta competizione per la vittoria finale di questo, fatta salva qualche eccezione, non ancora entusiasmante concorso.


CAST & CREDITS

(Small Town Murder Songs) Regia e sceneggiatura: Ed Gass-Donnelly; fotografia: Brendan Steacy; montaggio: Ed Gass-Donnelly; scenografia: Rachel Ford; musica: Bruce Peninsula; interpreti: Peter Stormare (Walter), Aaron Poole (Jim), Martha Plimpton (Sam), Jil Hennessy (Rita); produzione: Ed Gass-Donnelly, Lee Kim; distribuzione: Visit Films; origine: Canada; durata: 75’.


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