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The Big Picture

Pubblicato il 6 novembre 2010 da Donato Guida


The Big Picture

Una vita perfetta: è quella che vive Paul Exben, avvocato di successo che, oltre alla solidità lavorativa, può anche vantarsi di una completezza famigliare; Paul infatti è affiancato da una moglie bellissima e sostenuto da due splendidi bambini, vere e proprie luci dei suoi occhi. Nulla sembra andargli male, eppure il destino è sempre dietro l’angolo, pronto a far deragliare qualsiasi progetto, la felicità, la vita stessa. Oltre al piccolo neo che si porta dietro da anni (ovvero il sogno di divenire fotografo che contrasta la sua vita da perfetto realizzato), Paul scopre improvvisamente ciò che, poco a poco, lo distruggerà. La moglie lo tradisce con un fotoreporter e, in più, vuole il divorzio: due colpi improvvisi e violenti che porteranno l’uomo a fare delle scelte sbagliate; prima fra tutte quella di voler incontrare l’amante della moglie, così da parlargli, anche se in effetti non ha nemmeno ben chiaro cosa dirgli. Causa l’arroganza del fotoreporter e, non di meno, le indecisioni di Paul, in poco tempo quello che doveva essere un incontro maturo diviene uno scontro tragico ed irrecuperabile.
Da qui in avanti comincia una vera e propria fuga dal sapore un po’ thrilling e un po’ noir (un mix riuscito): Paul sembra vivere una “vita vera”, quella che ha inconsciamente cancellato nel momento in cui ha ottenuto una completa posizione societaria e famigliare. La sua volontà di fotografo verrà perfettamente fuori, tanto da riuscire a fargli vivere, paradossalmente, la vita di quel nemico che ha precedentemente eliminato. Il tutto, però, realizzato dopo l’abbandono dei suoi cari e della vita passata.
L’opera di Lartigau è sorprendente: un noir vecchio stile che nessuno si sarebbe aspettato e, al di là dell’ottima rifinitura registica (per non parlare di una fotografia curata nei minimi particolari), la tematica è forte e innovativa: cambiare una vita realizzata esclusivamente perché non coincide con quella sognata da sempre. Morte e abbandono riescono a far rinascere Paul Exben, la tragedia gli offre una nuova possibilità di scelta e lui, anche se in maniera violenta, la coglie al balzo, facendo probabilmente la scelta migliore. Troppe mancanze nella sua vita, troppi rifiuti e troppi compromessi: dopo aver toccato il fondo, il suo colpo di reni gli permette di osservare il mondo con occhi diversi; gli occhi che aveva da ragazzo e che, vuoi la società, vuoi la famiglia o vuoi un carattere troppo rinunciatario, sono stati sostituiti nel tempo da visioni diverse e volontà non negative né positive, ma esclusivamente non sue.
Eric Lartigau non è nuovo a buone prove cinematografiche e, dopo il suo esordio con But who killed Pamela Rose? (2002) e il premiato Un ticket pour l’espace (2005) – nonché il successivo Prête-moi ta main (2006) – torna alla regia con un noir affascinante e, sicuramente, uno dei migliori film visionati durante questo Festival.


CAST & CREDITS

(L’homme qui voulait vivre sa vie) Regia: Eric Lartigau; sceneggiatura: Eric Lartigau, Laurent de Bartillat (tratto dal romanzo The big picture di Douglas Kennedy); fotografia: Laurent Dailland; montaggio: Juliette Welfling; musica: Evgueni & Sacha Galperine; interpreti: Catherine Deneuve, Branka Katic, Romain Duras, Marina Fois, Rachel Berger; produzione: EuropaCorp; distribuzione: EuropaCorp; origine: Francia; durata: 115’.


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